Capitolo 12

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La regina Isabella sedeva da sola nella sua stanza, avvolta in un silenzio che solo la notte più profonda sa donare. La luna piena irrompeva attraverso le pesanti tende di velluto, creando ombre danzanti che giocavano sulle pareti. Quella stanza, un tempo teatro di gioia e celebrazioni, sembrava ora conservare solo il peso delle scelte passate e delle perdite subite, un'atmosfera quasi onirica che avvolgeva ogni angolo.
Isabella si voltò verso lo specchio antico di fronte a lei, il volto riflesso segnato dal tempo e dai segreti. I suoi occhi, un tempo scintillanti di speranza, erano ora velati da un'intensa malinconia. I capelli, un tempo vivi e dorati, erano incorniciati da ciocche argentate, testimoni silenziosi del trascorrere degli anni. Le sue mani si strinsero attorno a un ciondolo d'argento che portava al collo, l'ultimo ricordo tangibile di un amore perduto. Il freddo del metallo la trasportò indietro nel tempo, a quei momenti in cui la vita sembrava colma di promesse e avventure inaspettate.
"Morax," sussurrò il nome che le bruciava ancora sulle labbra come una fiamma antica. Un amore nato in un caldo pomeriggio estivo durante una festa in una dimora nobiliare, tra Isabella, una giovane già promessa sposa a un altro nobile, e Morax, che a quel tempo era semplicemente un avventuriero dal cuore inquieto, prima di prendere a tutti gli effetti il ruolo di demone. Nonostante la distanza sociale, tra loro era sbocciato un amore intenso e inaspettato.

Dopo un breve scambio di sguardi, Isabella si ritrovò a cercare la sua presenza tra i nobili e i cortigiani. Durante una danza, si trovarono finalmente vicini, e Morax le sussurrò: "Davvero credi che il tuo destino sia quello di rimanere intrappolata in questa gabbia dorata?"

Isabella, sorpresa dalla frequenza di quelle parole, rispose quasi in modo automatico: "E cosa suggerisci? Che dovrei fuggire in cerca di avventure?"

"Perché no?" replicò Morax con un sorriso malizioso. "Ci sono mondi là fuori che ti aspettano. Questo non è il tuo posto."

Le serate successive si trasformarono in incontri clandestini nel giardino della dimora, dove le stelle brillavano sopra di loro, mentre il profumo dei fiori notturni riempiva l’aria. In quei momenti, parlavano di sogni, di avventure impossibili e di amori che sfidavano le convenzioni. La parola "libertà" divenne una costante nelle loro conversazioni, una fiamma che crepitava in entrambi, alimentando la loro attrazione.

Morax era affascinato dalla determinazione di Isabella, dalla sua intelligenza e dal suo spirito indomito. Per lui, la regalità che Isabella rappresentava era al contempo attraente e spaventosa. Isabella, d'altro canto, vedeva in Morax un rifugio dalle costrizioni della sua vita. Giorno dopo giorno, notte dopo notte, discutevano di mondi lontani, di avventure impossibili e di amori che sfidavano le convenzioni.
E così, i giorni si trasformarono in settimane, e l'amore tra loro si fece sempre più profondo, un’ossessione dolceamara che toglieva il respiro. Isabella si sentiva viva come mai prima, mentre Morax le apriva gli occhi su un mondo che non aveva mai osato immaginare. Si rifugiavano nei sogni intrecciati, lontani dalla realtà che la intrappolava. Si rifugiavano nei corpi l'uno dell'altro, diventando un tutt'uno.

Una notte che cambiò il corso delle loro vite, Morax le prese la mano e, sguardo fisso nei suoi occhi, le confessò: "Ti amo, Isabella. Sogno di trascorrere il resto della mia vita al tuo fianco, ma so che i nostri mondi sono incompatibili."

Il cuore di Isabella tremò di gioia e di angoscia. "Anche io ti amo, Morax, ma cosa possiamo fare? Quello che proviamo è un sogno impossibile," rispose, le lacrime pronte a scorrere lungo le sue guance. "Ma possiamo sempre farcela"

Nonostante la scintillante magia di quel mondo incantato, l'ombra del dovere incombeva su Isabella. Sapeva che i suoi genitori avevano in mente un matrimonio combinato con un potente nobile, un'unione che prometteva stagione di grazia, ma che l'avrebbe bloccata. "Non posso abbandonare le mie responsabilità," mormorava spesso con tristezza, e Morax, la sua voce ferma, le rispondeva: "Ogni scelta ha il suo prezzo. Qualcuno, alla fine, pagherà."
Infatti col passare del tempo, gli obblighi ebbero la meglio. Isabella fu costretta a sposare un potente nobile, il re, un matrimonio combinato che prometteva sicurezza ma privava la giovane della libertà e dell'amore. Morax, distrutto dalla separazione, si allontanò, lasciando Isabella in un mare di desolazione. Quella che poteva essere una storia con un finale felice si trasformò in una serie di scelte difficili e sacrifici dolorosi.
La sofferenza per la separazione divenne ancora più intensa quando Isabella subì una nuova terribile perdita: sua figlia fu rapita in un atto di vendetta che la costrinse a confrontarsi con i demoni del passato. L'oscurità avvolse il suo regno e il suo cuore, lasciandola sola in una battaglia all'apparenza insormontabile.
Chiudendo gli occhi, Isabella rivide quella notte fatidica—il momento in cui le fu sottratta la sua più grande gioia. L'eco delle risate innocenti della figlia risuonava ancora nel suo cuore, un richiamo costante al suo fallimento come madre. Nei suoi momenti di solitudine, le parole di Morax le tornavano in mente. "Non abbandonare le tue angustie. Nella tua fragilità risiede la tua forza." Ma in un mondo in cui sembrava aver perduto tutto ciò che amava, trovare quella forza sembrava impossibile.
Mentre la notte avanzava, l'ombra del rimpianto l'avvolgeva come un mantello logorante. Anche se sapeva che non avrebbe potuto cambiare il passato, non riusciva a non chiedersi cosa avrebbe potuto fare diversamente. E Morax? Era ancora là fuori? Queste domande la tormentavano incessantemente.
E il patto?  Ne era consapevole eppure…era come se non lo conoscesse. Aveva cercato di essere calma quando aveva rivisto il demone ma il suo cuore batteva come non mai.
Il demone l'aveva guardata, sguardo che aveva notato solo lei, con occhi penetranti, un sorriso beffardo macchinale sulle labbra.

"Devo cercare mia figlia," pensò, un crescendo di emozione irrompendo nel suo cuore. Fino a quel momento, era rimasta in silenzio, accettando il destino che le era stato assegnato. Il re sembrava non volere fare nulla per arrivare a una soluzione, e ogni giorno che passava senza sua figlia la consumava lentamente.

"Non so nemmeno da dove cominciare," aveva pensato Isabella, visibilmente scossa. "Il re ha altro di cui preoccuparsi." In quel momento, la frustrazione la invase, mentre il peso dell’impotenza la schiacciava come un macigno. "Edric sicuro starà facendo qualcosa ma..." Fece un profondo sospiro di disperazione "ma non so se basterà"  aggiunse poco dopo avvicinandosi alla finestra guardando fuori.

I ricordi di quel giorno erano indelebili, impressi nel profondo della sua anima. Non importava quanto tempo fosse passato, la decisione di lasciare Morax per unirsi al re rimaneva vivida nella sua mente. Era una scelta difficile, guidata non solo dall'amore, ma anche dalle circostanze che avevano tracciato il suo destino.
Morax le aveva mostrato un luogo di passioni e ribellioni, un rifugio di libertà che, sebbene affascinante, aveva i suoi lati oscuri. Lì aveva appreso il significato della lotta e della determinazione. Tuttavia, quando incontrò il re, tutto il suo mondo entrò in crisi. Il sovrano non era solo un uomo di potere; era anche una figura magnetica, capace di suscitare in lei sentimenti mai provati prima. Lo trovava affascinante e, al contempo, inquietante. Il suo carisma la travolse, facendola oscillare tra il desiderio di libertà e la volontà di abbandonarsi a un amore che pareva promettere stabilità e sicurezza.
L'istante in cui il re le presentò quel bambino moro, ribelle e vivace, fu decisivo. Quel piccolo incarnava tutto ciò che lei temeva e desiderava al tempo stesso. I suoi riccioli scuri e gli occhi brillanti riflettevano innocenza e una sfida che l'aveva colpita nel profondo. Entrambi sapevano di essere destinati a rimanere insieme, uniti da un legame che non era solo di sangue, ma di anime che si cercavano in un mondo di incertezze.
Quando ricordò quella prima notte, la memoria tornò nitida. Era un’immagine che non avrebbe mai potuto dimenticare: la luna illuminava la stanza con una luce argentea mentre il re la guardava con desiderio. Quel momento di intimità, ricco di promesse, la portò a una lieve follia, a una vulnerabilità che non si era mai permessa di mostrare. Fu in quel preciso istante che la sua vita cambiò per sempre. La notte divenne una danza di passione e fragilità, una fusione di corpi e anime che avrebbe potuto darle la libertà ma che, invece, la legava a un destino inatteso.
Quando scoprì di essere incinta, le emozioni si mescolarono in un turbinio che lasciò il segno nel suo cuore. Ma Isabella aveva ancora un dubbio, un dubbio che la tormentava. La prima notte era rimasta incinta. Gioia e paura si alternavano; il pensiero di crescere un bambino in un palazzo ricco di regole e aspettative la spaventava. La figura del re era imponente, e affrontare le sfide della regalità sembrava, a volte, insormontabile. Ma l'idea di ciò che avrebbero potuto costruire insieme riempiva il suo cuore di speranza. Quel piccolo essere, frutto di un amore tanto intenso quanto complesso, rappresentava una possibilità di redenzione, un futuro da scrivere insieme.
Le settimane passarono e con esse crebbe la consapevolezza di ciò che stava per arrivare. Ogni movimento dentro di lei era un segnale di vita, un eco di promesse e sogni mai dimenticati. Spesso ripensava a Morax, al suo passato carico di ricordi e scelte, eppure sentiva che stava compiendo il passo giusto. Sposare il re non era solo una questione di status o di potere, ma un modo per dare forma concreta ai suoi sentimenti. L’amore, nonostante le paure e i dubbi che la tormentavano, era ciò che la guidava.
Guardando indietro, si chiedeva spesso se avesse fatto la scelta giusta. La vita a palazzo era complessa. Le dinamiche di corte erano un gioco insidioso, ricco di intrighi e rivalità, e lei doveva imparare a navigare in quel mondo ostile. Tuttavia, ogni sorriso del suo bambino la confortava, ricordandole che, nonostante le prove, l’amore avrebbe vinto su tutto.
La nascita della piccola fu un evento che cambiò radicalmente l'atmosfera nel castello. Portò gioia e speranza, dissolvendo le ombre di dubbi e timori. La sua vita, così come quella del re, si trasformò in un cammino condiviso, un amore che, cresciuto in un ambiente tanto sfidante come quello della regalità, non solo l’avrebbe fortificata, ma le avrebbe fatto comprendere il potere dell’amore, anche in tempi di incertezze. E così, tra i ricordi di una vita passata e le speranze per un futuro luminoso, abbracciò la nuova realtà, pronta a scrivere il proprio destino accanto a un re e al loro bambino, in un mondo in cerca di equilibrio tra dovere e passione.

Angolo autrice: Negli ultimi giorni ho pensato anche di levare questa storia. Purtroppo non ha il riscontro che merita. Certo, ci sono errori ma comunque ho deciso di tenerla per voi, pochi lettore e nel caso perdessi il file. Tra l'altro qualsiasi consiglio è ben accetto (scrivetemi su IG in caso)

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