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Andrew

Il calore mi stava travolgendo, un’onda che mi fa perdere ogni senso di controllo.
Sento la pelle bruciare, il respiro diventare corto e irregolare, e ogni muscolo nel mio corpo oramai teso, in attesa di qualcosa che non riuscivo più a trattenere.
C’ero passato altre volte, ma questa volta era diverso. Sono smarrito, stavo a casa di solito in ste situazioni e questa volta non ero solo.

Mi lasciai cadere all'indietro sul letto, i muscoli tremavano per lo sforzo di mantenere un minimo di autocontrollo.

Con me c'è Aaron, ma in sto momento ho qualche dubbio su di lui, per via del espressione che ha sul volto.
È tipo smarrito e non sa come procedere.

Chi sa magari ho le allucinazioni.

Le mani di Aaron erano su di me, gentili ma salde, e mi aggrappai a quella sensazione, cercando disperatamente di appoggiarmi alla sua calma mentre il caldo mi consumava.

"Andrew" sussurrò Aaron, con la sua voce profonda e tranquilla, come se volesse rassicurarmi.
"Va tutto bene. Sono qui."

Aprii un attimo gli occhi e lo trovai che mi fissava, il suo sguardo pieno di preoccupazione ma anche di qualcos'altro, qualcosa che mi faceva battere il cuore ancora più forte.

Non sapevo se era per il calore o per come mi guardava, con quella sicurezza che sembrava dire che avrebbe sopportato qualsiasi cosa pur di aiutarmi, cazzo sto proprio male.

"Non... non so quanto ancora posso resistere" ammisi, la voce rotta, quasi disperata.
Ahh odio essere omega anche per questo.

"Non devi resistere" rispose Aaron, avvicinandosi ancora di più.
"Lasciati andare"

Le sue parole erano una promessa. Sapevo cosa significavano, e per un attimo esitai.
Ma poi un'altra ondata di calore mi colpì, strappandomi un gemito che non riuscivo a trattenere. Aaron mi prese il viso tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi.

"Va bene, Andrew" disse dolcemente, sfiorando il mio viso con i pollici. "Fidati di me. Lasciati andare."

Annuii, sentendo le lacrime bruciare agli angoli degli occhi. "Aaron... io..."

"Lo so" mi interruppe, come se non ci fosse bisogno di dire altro.
"Non devi dire niente."

Non aggiunse altro.

La cosa che mi fece più impazzire è quando ha rilasciato i suoi feromoni, sapevamo di freschezza e lui vedendo la mia reazione sorrise e sospirò.

Si abbassò su di me, le sue labbra sfiorarono la mia pelle con una delicatezza che contrastava con l’urgenza di tutto il resto.

Chiusi gli occhi e lasciai che il mondo si riducesse a quella sensazione: il suo respiro caldo contro la mia pelle, le sue mani che esploravano ogni centimetro di me, come se volesse memorizzare ogni dettaglio.

La tensione nel mio corpo si sciolse appena Aaron iniziò a baciarmi, e mi ritrovai a rispondere, affondo le dita nei suoi capelli. C’era qualcosa di incredibilmente intimo nel modo in cui si muoveva, e non riuscivo a trattenere i gemiti che sfuggivano dalle mie labbra.

"Sei così caldo" sussurrò contro il mio collo, e la sua voce era roca e dolce. "Ti sentirai meglio tra un po', fidati."

Cercai di rispondere, ma le parole morirono in gola quando le sue mani scesero lungo il mio corpo, esplorando, cercando, finché non trovò esattamente dove ne avevo più bisogno.
Il mio corpo si inarcò sotto il suo tocco, incapace di trattenere il mio gemito.

Le sue mani si muovevano lente, decise, e io non potevo fare altro che aggrapparmi a lui, le dita affondate nella sua pelle, mi dispiace per lui che si troverà un po' di lividi.

Non riuscivo a smettere di gemere, non riuscivo a smettere di chiamarlo.

"Va bene così" mormorò Aaron, con la voce così bassa che quasi non lo sentivo.
"Lascia andare tutto, rilassati, Andrew. Sono qui."

Non so se stavo piangendo o ridendo, ma la tensione che mi aveva tenuto in ostaggio per ore iniziò finalmente a sciogliersi.
Mi sentivo travolto, e ogni tocco, ogni bacio, ogni carezza mi spingeva oltre, mi portava in un posto dove esisteva solo il bisogno, solo lui.
Le sue mani erano ovunque, e le sue labbra tracciavano percorsi  lungo la mia pelle, e ogni suo tocco sembrava spegnere quel calore solo per sostituirlo con qualcosa di ancora più intenso.

Quando Aaron finalmente si abbassò su di me, non riuscivo a trattenere un grido, affondai le dita nei suoi capelli e il mio corpo si tese, inarcandosi verso di lui. Non c'era più controllo, non c'era più pensiero, solo quella sensazione travolgente di bisogno, e lui era lì, a soddisfarla, a spingermi oltre ogni limite finché non mi sentii esplodere, perdendomi in quel mare di sensazioni.

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Dopo, quando tutto si calmò, restammo stesi uno accanto all’altro, ancora avvolti dai nostri respiri irregolari.
Aaron mi teneva stretto, come se avesse paura che potessi scomparire. Mi accoccolai contro di lui, la fronte premuta contro il suo petto, e lasciai che il battito regolare del suo cuore mi calmasse.

"Grazie" mormorai, la mia voce appena in un sussurro. Non era solo per avermi aiutato a sopportare il calore, ma per essere stato lì, per non avermi lasciato solo.

"Di nulla, sai non sapevo cosa fare al inizio, ma mi sa che passeremo dei bei 3 giorni"

Ridacchiai alla sua affermazione.

"Ah immagino blake allora quanto litigherà con Alexsander" risi, sono felice ma questo non lo so.

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