7

376 14 5
                                    

"se ridi significa che non ti sto antipatico"
ed ecco qua che ritornò a starmi antipatico.
"non penso proprio"
"non cambierai mai idea?"
"mai"
"mai dire maii"
"inutile che provi ad autoconvincerti eh"
"uffa"

per un po' ci fu silenzio tombale, ma venne spezzato da lui.

"e comunque se vuoi sapere che cos'ho basta chiedermelo"
lo guardai con una faccia dubbiosa, ma poi capii che si riferiva a quando era salito in macchina ed io domandai a ginko cosa avesse.
ma neanche riuscii a rispondergli che ritornarono gli altri, ringraziando a dio direi visto che la situazione stava diventando imbarazzante.

"ah ti sei svegliato?"
chiede tony,
mentre francesco si limitò ad annuire e sorridere per la situazione che si era creata poco prima, e ricevette da me una piccola spinta col gomito.

finalmente, dopo 6 ore di viaggio, arrivammo nell'hotel in cui dovevamo alloggiare.

"amo ma con chi sto in stanza?"
"allora amo, lo sai che io ti voglio bene, no?"
"no gaia, dimmi"
"no praticamente, ti spiego eh.."
in quel momento volevo uccidermi, avevo già capito.
"le opzioni erano tre: o finivi con ginko o con francesco o da sola, ma lasciarti da sola per me non era neanche una opzione, inoltre ginko non lo conosco quindi non avrebbe senso metterti con lui"
"quindi significa che sto con?"
"con francesco"
mi venne quasi una paralisi facciale per la faccia schifata che avevo appena fatto, vi lascio solo immaginare.

"dai amooooooo"
mi disse ridendo mentre salivamo le scale.
"amo io non lo tollero"
dissi sottovoce, credendo di non essere neanche ascoltata, ma forse non era così.
"neanche io ti tollero, eppure sto con te in stanza"
"sempre preso in causa stai"
risposi sbuffando, come al solito ormai da quando lo conosco.

quando entrammo in camera mi sentii abbastanza in imbarazzo, e penso anche lui dato che non spiaccicò neanche una parola;
non era come spesso capitava, non era un semplice tragitto di 10 minuti, come quello per accompagnarmi a casa, o un viaggio di 6 ore in compagnia, come quello per arrivare a roma.
ma era una cosa più "intima" si può dire.

sta volta decisi io di interrompere il silenzio.

"da che lato dormi?"
"che domanda è?"
"sicuramente meglio di stare in silenzio"
"comunque dal lato destro"
"ah ok quindi stai sul lato della porta? così se entra qualcuno rapiscono prima te"
"ma che cazzo di problemi hai?"
disse facendosi scappare una risata.
"è vero oh, ti pare che sono pazza?"
"un pochino si"
"va bene, pensala come vuoi"
"eddai, sto scherzando"
"comunque sappi che io durante la notte faccio la lotta"
"perché?"
"perché tiro pugni, calci e qualsiasi altra cosa mentre dormo"
"già voglio cambiare stanza"
"pure io me ne pento"
"sisi, sei fortunata ad avere me"
"ti prego non esageriamo"
"mica esagero, è solo la verità"

lo guardai male, ma stavolta, per la prima volta, ironicamente e poi mi sdraiai nel letto stanca morta.

"nessuno mi conosce davvero, se non tu"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora