ELENA:
Appena metto piede in casa non saluto neanche i miei perché penso solo a Gabriella quindi scrivo sul gruppo quando è prevista la partenza e visto che domani c’è assemblea a scuola mi sembra un momento perfetto, tutti sul gruppo sono d’accordo. Per prima cosa abbiamo bisogno di un piano e di uno zaino ben organizzato: scelgo il mio zaino preferito:
è grande, ma non troppo, e ha molte tasche per tenere tutto in ordine. Inizio a mettere dentro una maglietta extra e un paio di pantaloni comodi felpati. Poi, scendo in garage e prendo un sacco a pelo leggero e un piccolo cuscino utilizzato l’anno scorso con il mio gruppo di scout estivo nel caso si dovesse prolungare il rientro. Metto anche una torcia e qualche batteria di ricambio, perché potrebbe diventare buio e vogliamo assicurarci di non perderci. Non dimentico il cibo: metto qualche barretta energetica e un paio di panini avvolti in un panno. Sara ci ha proposto che possiamo raccogliere frutta e noci lungo il cammino, quindi lascio un po’ di spazio nello zaino. Porto anche una bottiglia d'acqua riutilizzabile. La riempiamo prima di partire e speriamo di trovare un ruscello dove ricaricarla. Anche Sara è pronta con tipo le mie stesse cose all’interno del suo zaino, partiremo domattina alle 7:00 da casa e alle 8 e 30 circa dal maneggio perché ho chiesto a Carter di preparare almeno delle borse per i cavalli, raccontandoli più o meno la nostra idea così da tenerlo al corrente. Avviamo una chiamata sul gruppo mettendoci d’accordo per i dettagli, che ansia mamma mia! Preparo i vestiti, mi lavo e mi metto sotto le coperte, speriamo bene!
È Sara a svegliarmi, è l'alba e siamo sedute in cucina, avvolte da un’atmosfera di silenzio. La luce dell'orizzonte inizia a colorare tutto di un arancione tenue, e l’aria è fresca. Ho preparato un semplice toast con marmellata e un po' di latte caldo, leggero ma nutriente. Ci guardiamo e sorridiamo, entrambe consapevoli che tra poco lasceremo tutto per un’avventura che non si sa come finirà. Con un ultimo sguardo alla cucina, ci alziamo. È ora di partire. Andiamo in garage con gli zaini in spalla e partiamo con le bici ed il sole inizia a salire lentamente, colorando il cielo di un blu intenso, sento l’adrenalina mentre salgo in sella. Le ruote della bici scivolano facilmente sull'asfalto, e il vento ci scompiglia i capelli. La strada è familiare: ci sono gli alberi che ci fanno da cornice e le case che passiamo, tutte ancora tranquille, con le finestre chiuse e i giardini che si svegliano lentamente. La strada comincia a salire. Sento i muscoli delle gambe lavorare, ma l'eccitazione di raggiungere il maneggio mi dà la carica. Quando finalmente vediamo il cancello in legno, ci fermiamo, entrambe emozionate per l’avventura che ci aspetta. Lego la bici al cancello ed entro salutando Carter con un bacino sulla guancia “Ciao ragazze buongiorno, gli altri vi aspettano al box di Legend” L'aria è fresca e il profumo del fieno ci circonda mentre ci mettiamo al lavoro. Sistemo Legend che continua a nitrire felice e credo abbia percepito tutta la mia tensione, lo spazzolo, poi prendo la sella e la sistemo sulla sua schiena. Mentre stringo il sottopancia, sento la sua forza e la sua energia, gli do due zollette di zucchero e gli pettino la lunga criniera. Sara e Gabriella sono occupate con i loro cavalli, discutendo su quale sia il modo migliore per sistemare le selle. Rido mentre vedo Sara provare a convincere il suo cavallo, che fa capricci, a rimanere fermo. La connessione tra noi e i nostri cavalli si fa sempre più forte. Una volta che siamo tutti pronti, ci guardiamo negli occhi, pieni di entusiasmo. “Siamo pronti?” chiedo, e tutti annuiscono con un sorriso. Vedo però ludo farsi molto tesa all’improvviso “Ludo che hai?” lei mi racconta della caduta e della sua paura verso i cavalli. So quanto sia stata dura per lei quella caduta in gara; quindi ho scelto di farle montare Metal, uno stallone che è tutto il contrario di quello che potrebbe immaginare. Metal è un cavallo enorme, ma ha un cuore dolce. Ho iniziato a farle conoscere il suo carattere affettuoso, mostrandole come si avvicina con delicatezza e come risponde ai piccoli gesti d’amore. Ho voluto che Ludovica toccasse il suo muso, sentisse il calore del suo corpo e comprendesse che non deve avere paura. Ci siamo sedute insieme nel paddock, nel poco tempo libero rimasto aspettando gli altri e mentre Metal si avvicinava per ricevere coccole, ho visto la tensione di Ludovica allentarsi. Le ho spiegato che ogni cavallo è unico e che Metal, con la sua calma, è qui per aiutarla a ricostruire la sua fiducia. Tutti i ragazzi sono pronti quindi montiamo in sella sistemando gli zaini uno per ciascuno con tutto il necessario e le coperte per i cavalli, io con Legend, Ludo con Metal, Sara con Ocean mentre Matteo con Universe. “Direi che ci siamo pronti” è Gab a guidare il gruppo poi Matteo e a seguire Sara io e Ludo, Carter ci riempie di raccomandazioni manco fosse mia madre giuro.
Monto in sella e sento la connessione tra me e Legend ristabilirsi del tutto finalmente, appena partiti senza farmi notare da nessuno (o quasi perché Sara mette l’orecchio dappertutto) perché potrebbero prendermi per una pazza esaurita, spiego al mio stallone il nostro piano nei minimi dettagli.
Galoppiamo per vari kilometri, fermandoci ogni tanto nei verdissimi prati pieni di tanti fiorellini colorati per far riposare i cavalli e per mangiare qualcosa e dopo due ore di galoppata arriviamo davanti al cancello del maneggio “Allora raga facciamo il giro perché sul retro c’è una porticina , la chiave è sotto il quarto mattone a destra se non erro, quella con la chiave della seconda serratura invece è dietro al sedicesimo mattone, solo io e la mia famiglia conosciamo questi posti e in caso di urgenza usiamo la porta sul retro ma capita raramente” facciamo come gab ci ha detto e non so come ma le combinazioni combaciano e dopo poco siamo dentro. Leghiamo i cavalli e con il cuore in gola ci appostiamo e aspettiamo che qualcuno si faccia vivo. Ma ad un certo punto sento dei rumori e un sacco cadermi in testa, poi buio.LUDOVICA:
Ci ritroviamo in un box io, Elena e Gab mentre Sara e Matteo in un altro, le pareti di legno scuro mi circondano, rendendo lo spazio ancora più ristretto. L'aria è densa e un po' umida, e il profumo di fieno si mescola a quello della paglia sul pavimento. La piccola finestrella in alto, appena sopra di me, lascia filtrare qualche raggio di luce, creando un gioco di ombre sulle pareti. Attraverso il vetro sporco vedo solo un accenno di cielo, a tratti coperto da nuvole grigie. Qui dentro mi sento un po’ in prigione devo essere sincera non mi piace per niente. Anche le altre tutte indolenzite si alzano in modo goffo e dopo qualche minuto Elena si butta sulle sbarre che ci separano dai nostri fratelli “Che cavolo è successo? Sara stai bene Saraa!” ma la sorella ancora sotto shock non proferisce parola annuendo con la testa ma Elena continua a sbattere la spalla sinistra sulle sbarre di ferro che ci separano “Elena calmati non sprecare energie, non sappiamo cosa ci aspetta” mio fratello si alza e mi abbraccia e al momento sembrerebbe quello più lucido tra noi “Che diamine facciamo?” sono io a rompere il nauseante silenzio “non ne ho idea sorellina devo essere sincero, io direi di aspettare cercando di mantenere non so come la calma” si ha ragione non abbiamo molte alternative. Ad un certo punto Elena sbianca “Caspita i cavalli??” merda, vedo Gab tremare, è super spaventata si vede e posso capire certo. Non è una bella situazione, non lo è per niente. Ci alziamo di scatto quando sentiamo un rumore simile a quello di stivali bagnati. Ascoltiamo in silenzio. Scorgo una sagoma e subito Elena si fa avanti ma riesco a prenderla per un braccio e a farle segno di stare ferma. Capisce il mio segnale e si ferma ascoltandomi e subito una figura maschile appare “Bene bene bene Gabriella si è degnata di rimettere piede nella sua casa finalmente!” Gab si fa seria e subito prende parola minacciosa “Miguel sta zitto” lui sorride compiaciuto della sua reazione “E cosa credi di fare sentiamo? Tu sei dietro le sbarre con i tuoi stupidi amichetti del cavolo non puoi fare nulla attacca brighe!” vedo Gabri farsi rossa, non penso le piaccia molto quel nomignolo “Ehi coso, abbassa il ciuffo con lei, non so chi tu sia ma non ti permetto di rivolgerti così a Gabriella!” Matteo interviene cupo e cerca di rassicurarci con lo sguardo ma invano “ehi coso a me non lo dici! Sono suo fratello razza di idiota! A quanto vedo siete un bellissimo gruppetto ma a me serve la ragazzina (dice rivolto ad Elena) a quanto pare il suo stallone non la smette di stare fermo” sono stupita ma da Legend me lo aspettavo anche perché Elena mi ha raccontato la sua storia ma Gabriella non si fida “No! Non la tocchi Miguel capito?” lui ovviamente non ascolta, apre il box e conduce Elena fuori prendendola per un braccio lei non oppone resistenza e sparisce chiudendosi alle spalle la grande porta della stalla.
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OUR HISTORY
General FictionDue ragazze Elena e Ludovica, con due vite separate ma con un unico identico obbiettivo, decidono di intraprendere una lunga avventura con i loro amici. Avventura che si rivelerà essere più rischiosa del previsto! Elena una ragazza grintosa, piena...