capitolo 11

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LUDOVICA
Oggi non ho proprio parlato in classe con Elena e a dirla tutta non ho passato una bella mattinata in generare perché è stata forse la più noiosa della mia vita. Entro a casa e mi sistemo, mi cambio e salgo in soffitta (si ho un piccolo attico dove a volte i rintano) Il mio attico è il mio rifugio, un angolo di pace sopra il caos della città. Salgo le scale fino all'ultimo piano del condominio e apro la porta principale, e subito mi accoglie una sensazione di spazio e libertà. Il soggiorno è luminoso, grazie alle ampie finestre a tutta altezza che offrono una vista panoramica mozzafiato sulla città sottostante. Le pareti sono di un bianco tenue, che riflette la luce naturale e fa sembrare l'ambiente ancora più arioso. Il pavimento in legno chiaro è caldo sotto i piedi e conferisce un tocco di eleganza. Il soggiorno è arredato con mobili semplici ma accoglienti: un divano grigio chiaro con cuscini colorati, un tavolino in vetro con una lampada elegante, e una piccola libreria che straborda di libri e riviste. In un angolo c'è il mio angolo studio, con una scrivania di legno scuro e una sedia ergonomica. Sul muro sopra la scrivania, ho appeso una bacheca con foto, appunti e ispirazioni. Il mio laptop è sempre lì, pronto per le maratone di studio o per la mia playlist musicale. La cucina è a vista, ma ben integrata con il resto dello spazio. È moderna e funzionale, con elettrodomestici in acciaio e un'isola centrale che uso spesso per preparare spuntini o semplicemente per sedermi e chiacchierare con gli amici. I pensili bianchi e le piastrelle blu creano un contrasto vivace e allegro. Una porta scorrevole in vetro conduce al terrazzo, che è il mio posto preferito. All'aperto, c'è una piccola area relax con divanetti e cuscini, dove mi piace stendere una coperta e leggere o ascoltare musica mentre ammiro il panorama. Ho anche un piccolo giardino pensile con piante aromatiche e fiori colorati che curo quotidianamente. La camera da letto è il mio angolo di tranquillità. Il letto è grande e comodo, con una testiera imbottita e lenzuola morbide. Il colore predominante è un blu notte sereno, che mi aiuta a rilassarmi. Ho una scrivania angolare vicino alla finestra, dove tengo i miei quaderni e le mie cose personali. Sul comodino c'è una lampada a luce calda e una pila di libri che leggo prima di addormentarmi. Il bagno è spazioso e moderno, con una doccia grande e una vasca da bagno angolare che adoro. Le piastrelle bianche e le finiture cromate conferiscono un'aria fresca e pulita. Ogni angolo del mio attico riflette un po' della mia personalità e dei miei gusti. È il mio spazio privato, un luogo dove posso rilassarmi, esprimermi e godermi la vista spettacolare che solo un attico può offrire. Avendo una camera molto piccola con giusto un letto, una libreria e la scrivania per i miei sedici anni i miei mi hanno regalato quest’attico, che in realtà è anche di Matteo ma non lo usa mai quindi lo reputo mio lì ho tutta l’attrezzatura per dipingere: tela, cavalletto e colori con ovviamente un milione di pennelli. Sistemo tutto e mi metto a dipingere. Mamma mia l’arte che cosa bella, ti fa rilassare e distrarre, è così attraente come una calamita, è meravigliosa. E pensare che ha origini antichissime. Non so da quanto tempo sono a dipingere, so solo che ho realizzato un tramonto bellissimo con un contrasto di ombre magnifico. Scendo poi a casa e vado in camera per cambiarmi i vestiti un po’ sporchi di pittura, mi metto dei pantaloncini e un top della Nike e mi metto a leggere il romanzo regalatomi da mamma, è un bel libro, devo dire che questa scrittrice ha il suo perché.

ELENA
Quell’urlo mi raggela il sangue. Legend si mette subito in guardia ascoltando attento ogni piccolo suono e io lo imito. “Aiuto!” sento come un nitrito alla mia destra ma non riesco bene a capire la provenienza dell’urlo, seguo attenta i movimenti del mio cavallo che senza alcun comando si sporge verso destra, istintivamente sento che vuole andare in quella direzione e lo assecondo “Aiutooo!” caspita di nuovo, Legend scalpita dalla voglia di sapere e anche io quindi smonto da cavallo, prendo le redini e lo conduco nell’erba alta. Poco più in là di un grosso tronco secco mi ritrovo davanti ad una ragazza penso della mia età, molto bella devo dire con il suo cavallo “O mio dio grazie” caspita ha pure una bellissima voce, calda e piena di sollievo. “Ciao ho sentito le tue grida e abbiamo deciso di intervenire io sono Elena, mentre lui è Legend” dico indicando il mio cavallo che sentendosi preso in causa sbuffa soddisfatto. La ragazza mi sorride “Piacere io sono Gabriella mentre lui è Rigel” ricambio il sorriso poi mi ricompongo “Bene che è successo racconta e come ha fatto il tuo cavallo a ridursi così?” Rigel è in pessime condizioni ha uno zoccolo gonfio e graffi dappertutto. “Preticamente a pochi chilometri da qui c’è un piccolo maneggio della mia famiglia. Trattano malissimo i cavalli come vedi, quindi ho deciso di scappare. Loro non sanno nulla. Poi un grosso toro ci stava alle calcagna e Rigel si è beccato una bella distorsione” ascolto il racconto senza fiatare cercando di escogitare un piano. Intanto Legend e Rigel stanno comunicando tra loro, ad un tratto un’idea mi balena in testa “Facciamo così Gab, allora qui ho una coperta abbastanza grande per trasportare Rigel, Legend farà il resto” ci scambiamo uno sguardo d’intesa e sistemiamo tutto e tutti compresi i cavalli che iniziano una lunga conversazione piena di sbuffi e nitriti, mentre noi siamo molto silenziose, io guido il mio stallone e lei resta dietro che mi stringe a se con fare molto delicato. È una ragazza molto bella, ha gli occhi color nocciola e capelli di un marrone tendente al biondino, occhiali tondi neri che di tanto in tanto le scendono sul nasino a patata. Ha un bellissimo fisico e porta una collana con una G e un peperoncino, davvero attraente. Sento che qualcosa ci lega o come se già la conoscessi, l’ho vista sicuramente da qualche parte e anche il nome non mi è assolutamente nuovo anzi molto familiare. Devo fare qualche ricerca.


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