capitolo 15

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ELENA:
Mi sento super gasata, stiamo andando al maneggio a piedi io e Sara mano nella mano, è un pomeriggio tranquillo, pochi compiti e zero impegni, meglio di così non lo so! Arrivati al maneggio Carter istruisce a dovere mia sorella e io mi dirigo da Gab impegnata a ripulire le ferite di Rigel “Ciao Gabri come sta Rigel?” lei si gira di scatto e mi abbraccia con un calore familiare (ma io l’ho già vista a sta ragazza ma non ricordo proprio dove o quando!) “Oh ciao Ele buon pomeriggio a te, meglio Rigel sta decisamente meglio e anche le ferite si sono rimarginate quasi del tutto, lo porto tra poco a fare una passeggiata” contenta delle condizioni del cavallo la saluto e vado a vedere come sta Legend. A metà strada tra il box e il campo da salto noto l’ultima persona che avrei voluto notare cioè Ludovica, che caspita ci fa lei qua! Sento il cuore uscire dal petto per la tensione che ogni santa volta provo quando la vedo. Riconosco suo fratello e altri volti a me sconosciuti o visti di sfuggita in città, faccio di tutto per evitare di farmi vedere ma come mio solito ottengo il risultato opposto, che cavolo! Scioccata quanto me mi saluta velocemente e segue con fretta gli amici del fratello bah che strano.

LUDOVICA:
O mamma che ci fa Elena qua! Giuro io ci sono venuta solo per Matteo che doveva vedere l’allenamento del suo migliore amico! Io non c’entro nulla con sto posto, forse prima sì. Ricordo ogni dettaglio: il profumo dell’erba bagnata, il battito accelerato del mio cuore mentre mi preparavo. E poi, il momento fatale. Un attimo di distrazione, e il mondo attorno a me è svanito. Ero ad una gara nazionale, io ed il mio cavallo eravamo perfetti ma mi sono giocata tutto con un movimento sbagliato, accecata dal riflesso di una telecamera usata per le riprese. Dopo la caduta, ho passato settimane a riprendermi fisicamente, ma la vera lotta è stata dentro di me. E’ come se il mio legame con i cavalli fosse stato bruscamente interrotto. Non riuscivo a salire in sella neanche per un attimo. Ogni volta che pensavo di provare, sentivo una paura che mi bloccava. I ricordi delle corse, della libertà che provavo mentre galoppavo, si sono trasformati in incubi. Rimpiango di non aver avuto il coraggio di affrontare la mia paura, ma è difficile spiegare a chi non ha mai vissuto quella connessione profonda. I cavalli erano i miei compagni, la mia fuga, e adesso mi sembrano solo un ricordo lontano. Ogni volta che vedo qualcuno cavalcare, un nodo mi si forma in gola. Vorrei tornare indietro, sentire il vento tra i capelli mentre galoppo, ma la mia mente mi frena. È come se fossi intrappolata in una gabbia, una gabbia costruita dalla paura. Ritorno alla realtà grazie ad una pacca che Matteo mi da sulla spalla destra, gli sorrido e lo seguo ma con la coda dell’occhio vedo una ragazza scattare verso Elena penso l’abbia notata anche mio fratello perché ci siamo girati entrambi verso la figura misteriosa che ci nota a sua volta. Non so bene il perché ma sento Matteo molto rigido quando vede la ragazza, molto carina devo dire ma allo stesso tempo molto familiare poi lei prende inaspettatamente parola rivolta a Matteo “Non ci posso credere! Matteo dei davvero tu?” lui dopo un attimo di silenzio corre verso di lei e si abbracciano, caspita chi è questa? Non avevo mai visto mio fratello comportarsi così con una ragazza. Dopo questo momento di inaspettata tenerezza e con lo stupore di tutti compresa Elena che ha seguito tutta la scena i due piccioncini si affrettano a dare spiegazioni “Ragazze noi ci conosciamo da una vita! Era e rimarrà sempre la mia migliore amica caspita!”

GABRIELLA:
Matteo! Non posso crederci! Anni distanti, nessuna notizia sul suo conto e ora lo vedo d’avanti a me è cresciuto, ma quel suo sorriso rimane inconfondibile. Subito ho sentito il bisogno di raccontargli tutto. Gli ho parlato di mio padre, del suo lavoro al maneggio è un maltrattatore di cavalli, e non lo dico per piangerci addosso. I cavalli che curava erano sempre spaventati e tristi. Ho provato a resistere, a rimanere, ma non potevo sopportare di vedere quegli animali soffrire. Così, una notte, ho fatto la valigia e sono scappata. La libertà, per quanto spaventosa, è stata la mia unica via d’uscita. Lo sguardo di Matteo e delle altre è pura compassione, "Sono felice di rivederti, Gabri," la sua voce è calda e sincera lo adoro. Però dopo attimi di silenzio prende parola “Ragazze visto che ci siamo incontrati qui devo per forza parlarvi di una cosa sui nostri genitori che dovete assolutamente sapere, i nostri scoprirono la verità su tuo padre Gab, non so come possa essere successo, ma la situazione divenne davvero brutta perché i nostri genitori sono sempre stati attenti alle apparenze. Non riuscivano a sopportare l'idea che la famiglia di Gabriella potesse essere in qualche modo associata a qualcosa di così negativo. Così, hanno iniziato a giudicarla. E non solo. Hanno fatto di tutto per allontanarci da lei e da Elena, come se avessimo dovuto schierarci dalla loro parte." Rimaniamo davvero accigliate e stupite dal racconto mentre nella mia mente i ricordi dei bei pomeriggi passati insieme riaffiorano poi Matteo riprende “Lo so ero stupito anche io quando l’ho scoperto, questa cosa quindi ha poi innescato una rivalità tra i nostri genitori.” La parola passa a Ludovica "È ridicolo. Non possiamo lasciare che le loro rivalità influenzino le nostre amicizie." "Sì, lo penso anche io. Gabri ha già abbastanza problemi senza dover affrontare anche le dinamiche familiari. E io voglio che sappia che può contare su di noi, al di là di tutto," anche Elena si aggiunge al discorso con una certa determinazione. "Non possiamo lasciare che il passato di un genitore rovini la nostra amicizia. La cosa più importante è chi siamo noi adesso. Sapete cosa ho un piano! Sara ha delle videocamere a casa, andiamo di soppiatto al maneggio e filmiamo tuo padre Gab, così con le prove in mano nessuno potrà mettere in dubbio nulla e potremmo provare anche a denunciarlo" capita che genio, annuiamo tutti convinti, ci scambiamo i numeri creando un gruppo e ci salutiamo facendo segno con un dito d’avanti alle labbra, segno che quello che ci siamo detti rimarrà solo tra di noi.

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