Capitolo 32

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Dedicato a IsabeaudeMontmayeur LillyMoore222 LUKE7025 FDFlames valentinashadowgirl Anita-Winter GaiaBarbello94 SissyScullari

Lucius

Intorno a noi ci sono piccoli e variopinti uccelli che cantano e volano nel cielo. Le nuvole sono lunghe e vaporose, come la coda di un lupo.

Le lame delle nostre spade si scontrano per un'ultima volta, poi sorrido a mio fratello che ricambia con un lieve sorriso sulle labbra.

«Parità!» Esclamo ridacchiando.

«Già, bene, torniamo al castello, l'allenamento è finito», dice mentre si asciuga il sudore dalla fronte.

Il mio è un mondo semplice. Quando c'è il sole, si corre in giro a caccia, ad allenarsi o si cerca di battere sul tempo le prede per avere frutti maturi. Quando piove, ci si nasconde in un albero cavo e si dorme abbracciati a un peloso amico lupo, con un po' d'erba e di foglie come cuscino.

«Allora, lupetti noi andiamo al castello, ci vediamo domani» dico salutando i miei amici con abbracci e carezze.

I lupetti mi guardano con tristezza, poi Astral annusa l'aria come se percepisca qualcosa che non riusciamo a sentire.

«Avverto un pericolo in avvicinamento», ringhia arricciando il naso.

Dalla boscaglia in cui siamo scorgiamo una figura femminile che avanza claudicante e dietro di lei un gruppo di Orchi che la inseguono.

«Aiuto, qualcuno mi aiuti!» Grida la giovane terrorizzata che cade in ginocchio esausta.

Prontamente raggiungo la giovane dai capelli biondi e occhi azzurri, e sfilando la spada, mi avvento contro i Troll e insieme a mio fratello tra affondi, stoccate e colpi di magia sconfiggiamo i nemici.

La giovane ci guarda con gli occhi sgranati dallo stupore. «Siete riusciti a sconfiggere quegli Orchi, siete fortissimi! Vorrei imparare l'arte della spada! Diventare una guerriera e potermi difendere da sola!» Esclama la giovane con un'espressione tra l'entusiasta e l'implorante.

«State bene? Siete ferita, riuscite a camminare?» Chiedo cortesemente.

«Sto bene, grazie a voi che mi avete salvato la vita, purtroppo correndo mi sono fatta male alla caviglia. Non riesco a camminare, Ahi!» Sussurra con sul viso una smorfia di dolore.

«Oscar non possiamo lasciarla qui, portiamola al castello», dico rivolto a mio fratello che incrociando le braccia al petto mi lancia un'occhiata per poi osservare la ragazza vestita con un abito di seta azzurro.

«Sono d'accordo con te, la portiamo al castello» riferisce Oscar in tono pacato.

«Mi chiamo Lucius e sono il principe di Dimmertstadt, quello laggiù è il mio castello. Qual è il tuo nome?» Chiedo alla giovane che con un rossore sulle guance distoglie lo sguardo dal punto in cui ho indicato.

Lucius e le Cronache del Multiverso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora