𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟒𝟎

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SILVIA'S POV

Il campo da calcio si tinge di crepuscolo, le luci artificiali brillano come stelle cadute sulla terra.

Mi siedo sugli spanti accanto a Viola, pronte per assistere all'allenamento di Andrea.

«È sempre così affascinante» dice Viola, mentre i suoi occhi seguono Andrea che corre agile, come se il pallone fosse un'estensione del suo corpo.

Io dal mio canto, non riesco a distogliere lo sguardo da Kenan.

Ogni volta che lo vedo, un groppo mi si forma in gola.

Ricordi dolci e amari si affollano nella mia mente.

Kenan è bello, con quel sorriso che un tempo mi faceva sciogliere, ma il tradimento pesa su di me come una macchia d'inchiostro su un foglio bianco.

«Non dovresti pensare a lui» dice Viola, distogliendo lo sguardo da Andrea
«Mhmh» dico solo.

É difficile.

Quando Kenan mi lancia uno sguardo, il mio cuore accelera.

Devo essere forte, non posso farmi coinvolgere da emozioni che mi hanno già ferita.

L'allenamento termina e Andrea, sudato ma soddisfatto, si avvicina a noi.

«Ehi, ragazze! Come va?» chiede con un sorriso che potrebbe illuminare una stanza.

Viola si illumina, mentre io cerco di mantenere il tono neutro.

«Ciao, Andrea»

Iniziamo a parlare, o meglio, iniziano a parlare, mentre io mi faccio strada nella home page di instagram e mi allontano per lasciarsi da soli, sperando che concludano qualcosa tra di loro.

Una voce mi fa alzare la testa china sullo schermo.

L'imponente figura di Kenan mi fa sbarrare gli occhi.

«Silvia, possiamo parlare un attimo?» mi colpisce come una freccia
«Non credo» rispondo, cercando di allontanarmi, ma lui non sembra scoraggiato
«Ti prego, solo per un minuto»

Giro la testa verso Viola e Andrea, che parlano, ignari di ciò che sta accadendo tra me e il Turco.

«Silvia ti prego, rimpiango di aver detto quella cazzata perché-» prova a dire
«Io invece rimpiango di non averti mandato a fanculo quella sera» dico prima di dargli le spalle.

Di solito sono una persona che quando discute, lo fa con criterio e razionalità, ma questa volta la razionalità può andare a farsi fottere.

***

Tornate a casa, il silenzio è pesante.

«Andiamo in discoteca» suggerisce Viola, cercando di distrarmi.

Non sono sicura, ma accetto.

Non amo molto l'ambiente della discoteca, ma ora come ora, farei di tutto pur di distrarmi.

In men che non si dica, siamo pronte, pronte ad andare, ovviamente senza dire nulla ad Andrea.

***

La musica, le luce e l'energia della folla sono un antidoto temporaneo.

In un attimo, i drink iniziano a scorrere e l'alcool diventa il nostro rifugio.

La serata si trasforma in un vortice di colori e suoni.

Rido, ballo e mi lascio andare, dimenticando tutto, o almeno così credo.

Ma l'allegria ha un prezzo e, presto, mi rendo conto di essere ubriaca.

«Viola, che ore sono?» chiedo, mentre la pista di danza si muove sotto i miei piedi.

All'improvviso, la porta della discoteca si apre e Andrea e Kenan entrano.

La loro presenza è come un fulmine a ciel sereno.

«Cosa ci fanno qui?» sussurro a Viola, ma è troppo tardi.

Kenan, vedendomi in quello stato, si avvicina.

«Vieni» dice, ma io cerco di resistere, troppo debole per oppormi.

Andrea prende Viola per il braccio, mentre Kenan si avvicina a me.

«Non ho bisogno di aiuto» protesto, ma non ho la forza di liberarmi
«Tu non puoi decidere per me» sbotto, arrabbiata.

Kenan mi ignora e mi porta fuori.

Una volta fuori, non riesco a trattenere le lacrime, e mi lascio andare, forse per il troppo alcol, forse per l'accumulo di emozioni che mi porto dietro.

«Sei uno stronzo, Kenan!» urlo, con la voce rotta dall'emozione
«Mi hai rovinato la serata, non ti é bastato quello che hai fatto?!» le lacrime scorrono mentre l'alcool amplifica il mio dolore.

Kenan mi guarda con un misto di preoccupazione e rassegnazione.

In men che non si dica, mi abbraccia, mentre io mi lascio andare al rumore del pianto.

«Shh, non piangere, askim. Andrà tutto bene» mi sussurra, accarezzandomi i capelli in un gesto delicato, quasi protettivo.

Ma io non posso smettere di piangere.

«Non andrà tutto bene perché sei tu! Mi hai fatto stare male!»

In un momento di impulsività, Kenan mi solleva in braccio e mi porta in macchina.

***

Mi sveglio su un letto sconosciuto, con una leggera nausea e la testa che gira.

Non ricordo come sono finita qui.

Sento il profumo del caffè e mi alzo, confusa.

Sul tavolo trovo un biglietto.

«Ho preso la colazione. Sono andato ad allenarmi. Kenan»

Le lettere mi colpiscono come un pugno.

Un misto di rabbia e confusione mi riempie il petto.

Come ha potuto?

Mi vesto in fretta e torno a casa, con la testa piena di pensieri contrastanti.

***

Quando Andrea torna dagli allenamenti, non riesco a trattenere la frustrazione.

«Sei stato un idiota a lasciarmi con lui!» urlo, con la voce carica di rancore.

Andrea sembra sorpreso.

«Pensavo fosse meglio così, e poi, io mi stavo occupando di Viola» dice, ma il suo tono è difensivo
«Non puoi decidere per me! È la mia vita!» Il conflitto tra il voler essere libera e il sentirmi intrappolata è palpabile.

Andrea mi guarda con una nuova determinazione.

«Dovresti smettere di pensare a Kenan. Ti fa solo male»

Le parole volano, e mentre litighiamo, mi rendo conto che devo affrontare i miei problemi.

Non posso fuggire, né dalla mia vita né dai miei sentimenti.

La strada verso la guarigione è ancora lunga, e io sono qui, pronta a combattere.

SPAZIO AUTRICE
tiktok:7vinijr__

eccomi tornata dalla vacanza, perciò ora riprenderò a scrivere regolarmente

questo capitolo non mi convince molto

che ne pensate??

grazie dei commenti e delle stelline⭐️❤️

vi amo❤️
~silvia💫

𝐚 𝐬𝐥𝐢𝐜𝐞 𝐨𝐟 𝐦𝐲 𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭||kenan yildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora