XIV

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"Se vuoi me ne vado"

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"Se vuoi me ne vado"

Si trovavano seduti sul letto del moro.
Felix, dopo quella rivelazione, aveva deciso di prendere in mano la situazione e lo aveva condotto all'interno della camera per lui estranea.
Era troppo turbato per potersi preoccupare dell'imbarazzo che quotidianamente aveva in presenza del maggiore.
Quindi, in quel momento, gli stava stringendo con forza le mani, mentre con il pollice vi disegnava dei piccoli cerchi sopra, nella speranza di infondergli una qualche forma di serenità.

E sembrava esserci riuscito.

Attendeva comunque indicazioni dal più alto: se gli avesse chiesto di andarsene, lui lo avrebbe fatto senza problemi, poiché l'ultima cosa che voleva era fargli del male; infatti già si sentiva terribilmente in colpa per averlo ridotto involontariamente in quella condizione di agitazione e turbamento.

Prima del suo arrivo, l'abitante di quella camera stava ascoltando cantautorato inglese, ma Felix non conosceva il nome dell'artista, ipotizzando quindi che fosse di nicchia, visto il sound particolare e i gusti ricercati di Hyunjin.
La musica ancora riecheggiava nella stanza, donandole un senso di nido.

"É l'ultima cosa che voglio"
"Sicuro? Se preferisci stare da solo io-"
"Lee, secondo te io ti lascio andare via dopo che tu mi hai detto che quell'uomo ti ha assegnato lo stesso compito che a me ha portato alla dannazione?" Disse puntando i propri occhi ancora leggermente rossi in quelli spauriti del biondo, il quale rimase in silenzio di fronte a quelle parole e all'aumentare della stretta delle loro mani.

"Non... non posso negare che ripensare a quei momenti farà piuttosto male... però sento che devo in qualche modo proteggerti" ammise con la voce che leggermente gli tremava

Felix non aveva pensato neanche per un istante all'ipotesi che il professor King potesse avergli dato quel compito per un secondo scopo a lui ignoto.
Ma, vista la preoccupazione assai elevata di Hyunjin, era plausibile che qualcosa sotto ci potesse essere.

"Cosa intendi con proteggermi?" Chiese quasi con un sussurro.
L'altro sciolse l'intreccio di due delle loro mani e se la passò nervosamente tra i capelli
"Non lo so..." sospirò "ma qualcosa mi inventerò"
Poi la sua fredda e scheletrica mano si andò a posizionare sulla guancia del ragazzo con le lentiggini, accarezzandola appena.
La pelle del biondo a quel contatto divenne subito rovente.

"Te l'avevo detto che la vita con me accanto sarebbe solo peggiorata"
"E io ti ho anche risposto che non era per forza vero e che non ti saresti liberato facilmente di me"
"Sono preoccupato per te"
"Perché tu come pensi che io mi senta sapendo la realtà che vivi in questa università?"
"Sono due cose differenti"
"No Hyunjin"
"Se solo ti staccassi da me... non proveresti dolore"
Dichiarò con la voce inclinata dalla sofferenza il moro

"Se invece tu non ti allontanassi da me troverei un modo per far essere entrambi felici"
Gli rigirò il discorso il biondo






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