VII

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Hyunjin aveva ragione, in due avevano svolto un lavoro ottimo in poco tempo

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Hyunjin aveva ragione, in due avevano svolto un lavoro ottimo in poco tempo. Avevano cooperato alla grande, anche perché erano entrambi molto abili in quella materia.

Felix consegnò il proprio compito al professore, il quale gli concesse un sorriso leggermente tirato per poi chiedere al moro di trattenersi qualche minuto di più in classe per delle questioni, a detta sua, scolastiche.

Il biondo ci aveva creduto?
Non molto, però non erano decisamente fatti suoi e lui concedeva sempre il beneficio del dubbio.
Inoltre, era più interessato al fatto che Hyunjin fosse rimasto nell'aula senza neanche concedergli un saluto.
Era particolarmente difficile stare dietro alla mente di quel ragazzo, ma Felix sperava di star lentamente capendo le regole di quel "gioco" che era il loro rapporto:

Era come una zattera in un fiume, seguiva la corrente, senza cercare di influire sulla direzione del percorso, poiché tanto sarebbe stato vano.
Allo stesso modo il biondo accoglieva con un atteggiamento più o meno placido i cambi repentini del moro, senza provare a imporsi; quella era chiaramente una mente turbata. Non che la sua psiche fosse messa meglio eh.




Ritornato nella propria stanza, trovò Jisung intento a fare una videochiamata con i propri genitori. Ridevano e scherzavano.
Anche a Felix in effetti mancavano.
Si erano scambiati qualche altro messaggio e forse uno di quei giorni li avrebbe chiamati, chissà.
Sua madre, oltre al lavoro, aveva deciso di impegnare i propri pomeriggi liberi in un corso di Yoga, quindi contattarla in un momento morto era quasi un'impresa.
Suo padre, invece, quando staccava era sempre stanco e preferiva poltrire sul divano russando, quindi probabilmente non avrebbe neanche sentito il telefono squillare.

Senza fare troppo rumore, posizionò il proprio materiale universitario sulla scrivania e preparò il cambio che avrebbe indossato dopo la doccia.
Ne aveva decisamente bisogno, voleva un po' nuotare nei propri pensieri.



L'acqua gli scorreva addosso ormai da mezz'ora. Il getto del sifone batteva sul proprio capo biondo e chino per poi espandersi su tutto il corpo.
Felix fissava un punto indefinito della pavimentazione, come se stesse cercando qualcosa.
In effetti era così, ma si trattava di un'indagine interiore.
Ognuno ha alcuni punti della propria vita che sono difficili da trattare, ma qualche volta devono essere almeno accennati.
E il biondo si trovava in quella situazione.

Inutile dire che il tema per lui era sempre lo stesso: il proprio essere.
Discorso dalla mille sfaccettature, che gli dava problemi in ambito familiare, emotivo, sociale e... sentimentale.

Ogni volta gli stessi quattro quesiti si ripresentavano, quasi come l'aria nei polmoni, impedendogli però, in questo caso, di respirare:

I. quanto i suoi sapevano di lui?
Boh.
Felix aveva da sempre attuato la tattica del:
<< se non parlo loro non sanno>>, ma era effettivamente così?
Per dei genitori attenti sicuramente no, per i suoi non lo sapeva

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