14. I have to talk to you

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N.A//
Parto con lo scusarmi con tutti coloro che leggono questa storia. Sono in un ritardo madornale e me ne dispiaccio molto, ma ho avuto un periodo in cui non sapevo come continuarla. Inoltre, mi sono concentrata su una nuova storia, che verrà pubblicata -spero- quando I Would si sarà conclusa. Per quanto riguarda la fine di questa FF, vi annuncio che mancano 3 capitoli alla fine della storia, questo che state per leggere compreso.
Volevo informare coloro che mi hanno chiesto di leggere/pubblicizzare le loro storie, che le menzionerò nell'ultimo capitolo e che al più presto inizierò a leggere ciò che hanno scritto.
Ora vi lascio alla lettura.

P.S. Scusate gli errori.

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La mia vita non è mai stata tanto perfetta quanto ora.
So che la perfezione non esiste, ma quando penso alla mia relazione con Baylee, non posso fare altro che definirla così: perfetta. È perfetta perché Baylee è perfetta. È tutto perfetto. Amo la parola 'perfetto'.
Sono da ricoverare, punto.
Comunque, nonostante ci siano stati vari litigi, la nostra relazione prosegue a gonfie vele.
Sono passati poco più di 2 mesi dal giorno di Natale, e tra poco è il mio compleanno. Sento già profumo di regali, regali e ancora regali. Ah, e anche di Baylee, ovvio.
Chaz dice che sono diventato uno sdolcinato, stando con lei, ma ciò che non comprende è che lui è peggio di me. Io almeno so perché lo faccio, lui lo fa e basta, è stupido.
Ryan è l'unico che non rompe con questa storia, ecco perché è l'unico che riesce a darmi consigli utili.
Però c'è qualcosa che non va.
"Justin, mi stai ascoltando?" mia madre mi scuote il braccio violentemente.
"Hey!" mi lamento tirando il mio braccio fuori dalla morsa quale è la sua mano. "Che c'è?!"
"Ti sto parlando da 10 minuti e tu non hai afferrato una parola di ciò che ti sto dicendo" afferma alterata.
"Scusa, stavo pensando" mi giustifico.
"A Baylee?" domanda.
"No, alla nonna Rosie"
"Davvero?"
"No" scoppio a ridere. "La amo davvero tanto, mamma" dico, tornando serio.
"Chi, la nonna Rosie?" ridacchia.
Le lancio un'occhiataccia e capisce che non sono in vena di scherzare.
"Lo so tesoro, lo so" dice, accarezzandomi il braccio dolcemente.
Mi prendo la testa tra le mani e sospiro.
"C'è qualche problema con Baylee?" chiede.
Scuoto la testa. "No, è solo che ho un cattivo presentimento" confesso.
"Ti va di parlarne?" domanda, passando ad accarezzarmi la schiena.
"È che-" prendo un respiro profondo prima di continuare. "È tutto così perfetto, che mi sembra surreale. Quella ragazza mi ha fatto passare dall'inferno al paradiso in poco tempo, e questo mi fa andare fuori di testa.
Ci amiamo talmente tanto, mamma. Tanto da star male. Non riusciamo a fare a meno l'uno dell'altra"
"E cosa c'è di sbagliato in questo, Justin?" chiede.
"C'è che le cose belle non durano per sempre. E tutte queste cose sono perfette, per me. Il che è ancora peggio" rispondo, rendendomi conto di quanto faccia male pronunciare queste parole ad alta voce.
"Non devi pensarla così, Justin. Devi vivere il presente, non comprometterlo pensando al futuro, oltretutto incerto.
Se un giorno vi lascerete, vorrà dire che non eravate destinati a stare insieme.
Se invece vi perderete, ma vi ritroverete sempre, vorrà dire che siete una cosa sola, che dovete stare insieme.
Chiaro?" dice mia mamma.
Annuisco flebilmente.
"Devo andare da lei. Devo vederla" dico alzandomi dal divano. "Grazie, mamma" dico, lasciandole un bacio in fronte.
Recupero velocemente le chiavi della moto e raggiungo velocemente la casa di Baylee.
Parcheggio difronte al suo vialetto e corro alla porta.
Dopo un minuto, Baylee mi viene ad aprire.
"Amore, che ci fai-" la bacio prima che possa finire la frase. È un bacio bisognoso, il mio. Questa ragazza è il mio fottuto ossigeno.
"Tutto bene?" chiede preoccupata, accarezzandomi una guancia.
Le lascio un piccolo bacio a stampo e poso la mia mano sulla sua.
"Avevo solo bisogno di vederti" rispondo, sospirando.
"Lo capisco, ma c'è qualcosa che non va?" chiede.
La guardo negli occhi e mi ci perdo. Come sempre, d'altronde.
"Ti amo" mormoro.
"Anche io, Justin. Lo sai. Sei strano, si può sapere che cos'hai?" chiede ancora. Baylee non molla mai.
"Va tutto bene, ora che sei con me" le sorrido dolcemente. "Ti va di andare a fare un giro?" domando, cercando di distoglierla dall'intento di scoprire che cos'ho che non va.
"Certo!" acconsente. Mi sorride e mi lascia un bacio sulla guancia. La prendo per i fianchi e la solletico leggermente, affondando il mio volto nel suo collo, mordicchiandolo leggermente.
Un colpo di tosse alla mia destra, proveniente dalla cucina, mi distoglie dalle mie azioni.
Il padre di Baylee è piedi con le braccia incrociate al petto ed uno sguardo omicida. Ci mancava solamente questo.
Mi stacco velocemente da Baylee, mettendomi la mani in tasca.
"Salve, signor Cooper" dico imbarazzato.
Lui mi lancia uno sguardo gelido, prima di ricambiare il saluto.
"Che ci fai qui, ragazzo?" domanda lui.
Mi schiarisco la voce prima di rispondere. "Volevo solo vedere Baylee"
"Per quale motivo?" continua il suo interrogatorio.
"Papà-" cerca di fermarlo Baylee, ma lui la blocca.
"No, tesoro, lascia rispondere Justin"
"Mi mancava" rispondo senza mezzi termini. Il comportamento di quest'uomo mi sta facendo saltare i nervi.
"Di già?" chiede lui sorpreso.
"Che significa?" chiedo confuso.
Nathan lancia un sguardo alla figlia che ricambia, mimando qualcosa con le labbra.
Fisso Baylee in attesa che dica qualcosa. Ho la gola secca e la bocca dello stomaco chiusa. Sta succedendo qualcosa, e questo qualcosa non mi piace per niente.
"Papà" ringhia Baylee a bassa voce.
"Che c'è, tesoro? Non glielo hai ancora detto?" chiede il padre, con un sorriso diabolico dipinto sul viso.
"Detto cosa, Baylee?" le chiedo, voltandomi completamente verso di lei.
"Papà, non ora!" scoppia Baylee, dopo qualche secondo di silenzio.
"Ha il diritto di sapere, Baylee" dice sua madre, spuntando da dietro il marito.
"Vi siete coalizzati contro di me, per caso?!" urla Baylee contro i genitori. Ha le lacrime agli occhi e io non ci capisco più nulla.
"Cucciola, che sta succedendo?" chiedo allarmato dalla sua reazione.
"Non chiamarla così in casa mia, drogato" sbotta il padre.
"Papà!" "Nathan!" urlano nel medesimo istante Baylee e la madre.
"Signore, non le permetto di rivolgersi a me in questo modo ancora una volta" sono io, questa volta, ad alzare il tono della voce. 
"Se è così, allora quella è la porta" il padre di Baylee fa un passo avanti, indicandomi la porta.
"Ce ne stavamo giusto andando, papà" Baylee mi prende la mano e mi trascina fuori di casa, senza badare alle urla di suo padre alle calcagna.
Continua a trascinarmi per vari isolati, finché non arriviamo al solito parco. Solo in quel momento smette di tirarmi. Passeggiamo per qualche altro minuto in pieno silenzio, prima di fermarci davanti al laghetto.
"Ti devo parlare" dice Baylee, rompendo il silenzio.
"Mi devi delle spiegazioni" affermo, lasciandole la mano e posizionandomi difronte a lei.
"Lo so" annuisce tristemente.
"Ti ascolto" la incoraggio a continuare.
Lei mi guarda, e nei suoi occhi noto solo dolore e rimpianti.
Vedo che non accenna a continuare, così le prendo il volto tra le mani e le lascio un leggero bacio sulle labbra.
"Coraggio, Baylee. Di che hai paura?" le chiedo dolcemente, guardandola negli occhi.
Prende un lungo respiro, prima di pronunciare le parole che segnano la mia rovina. Ancora.
"Mi trasferisco" dice solo, puntando lo sguardo a terra.
"Mi stai prendendo per il culo" affermo, più che domandare.
Baylee scuote la testa e una lacrima rotola giù, bagnandole lentamente la guancia.
"Che cazzo significa?!" scoppio.
"Calmati, Justin, c'è altra gente" Baylee riporta lo sguardo su di me. Mi posa una mano sul petto, cercando di tranquillizzarmi.
"Non mi toccare, cazzo. Non mi toccare" mi sottraggo al suo tocco come se la sua mano fosse acida.
Vedo la delusione dipinta sul suo volto.
"Come faccio a calmarmi, se l'amore della mia vita mi sta abbandonando ancora una volta?" urlo.
Un'altra lacrima riga la sua guancia.
"Non ti sto abbandonando" mormora così piano che a malapena riesco a sentirla.
"Non mi stai-" scoppio in una risata amara. "Non mi stai abbandonando? E che cosa stai facendo, allora? Spiegamelo, perché io proprio non capisco" dico, abbassando leggermente il tono della voce. Troppe persone ci stanno già guardando, non voglio che se aggiungano altre.
"Justin, ti amo, non potrei mai abbandonarti!" questa volta è Baylee ad urlare.
"E allora perché ti trasferisci? Dove poi?"
"Douglas" risponde, ed è come ricevere un pugno nello stomaco.
"Non può essere, non può essere" ripeto, accasciandomi a terra e prendendomi la testa tra le mani.
"Tutto questo è fottutamente ingiusto, cazzo!"sbraito. Chi li vede penserà che io sia un pazzo. Beh, pazzo lo sto diventando. "Da quanto lo sai?"
"Una settimana. Mio padre ha trovato nuovamente lavoro lì. Vuole che ci trasferiamo tutti" mormora Baylee, sedendosi difronte a me.
"Immaginavo centrasse tuo padre. Quello lì mi odia" ringhio.
Baylee mi prende una mano e mi bacia le nocche. Questo gesto un po' mi fa calmare.
"Quando parti?" domando.
"Lunedì prossimo" risponde. "Il giorno-"
"Il giorno del mio compleanno" concludo al posto suo.
Annuisce flebilmente e mi lascia la mano, che però io riafferro subito.
La attiro a me, facendola sedere tra le mie gambe.
"Grazie per avermelo detto, questa volta" mormoro.
Lei annuisce. Poi, mi prende il volto tra le mani e unisce le sue labbra con le mie in un bacio che vale più che mille parole. E ci godiamo questo momento prima di lunedì primo Marzo, che purtroppo non tarda ad arrivare.
E, per la prima volta in tutta la mia esistenza, la mia vita è finita lo stesso giorno in cui mi è stata data.

**Ricordate che ora mancano solo due capitoli alla conclusione**

I would || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora