4. Ripensamenti

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"Justin,tesoro, vai a fare la spesa?" chiede mia mamma, spuntando dalla cucina. Metto in pausa il film e la guardo.
"Cosa ti serve?" chiedo scocciato.
"Ti scrivo un biglietto, tu intanto vatti a preparare" dice mentre torna in cucina.
Sbuffo e salgo al piano di sopra per prepararmi.

20 minuti dopo sono al supermercato.
Scorrazzo per le corsie velocemente, non vedendo l'ora di tornare a casa per poi andare alla partita di basket della scuola. Non avendomi convocato, il coach mi ha detto che potevo andare a vedere,mentre Chaz ha ironizzato il fatto che avrei potuto fare la cheerleader. Quel ragazzo mi fa salire il crimine, sul serio.
Inutile dire perché il coach non mi abbia convocato: da quasi un mese a questa parte, cioè da quando Baylee è tornata, non faccio altro che sbagliare i canestri, e naturalmente il coach Brown non mi fa più giocare da titolare.
Dopo aver comprato acqua, biscotti e pasta, arrivo all'ennesimo puntino della lista della spesa: gli assorbenti. Mi guardo intorno disorientato. Ma stiamo scherzando? Bella grazia che so dove andare a prendere le birre, figuriamoci se so dove sono queste cose. Odio fare la spesa, sono un imbecille totale in questo campo.
Chiedo indicazione per il reparto femminile ed un commesso mi indica la strada.
Attraverso lentamente le varie corsie mentre mi avvicino al reparto intimo femminile. Tutte le donne mi guardano come se non avessero mai visto un uomo in vita loro. Sembra quasi che loro siano i cacciatori ed io la preda.Sono inquietanti.
Scuoto la testa ed aumento il passo, sperando che quest'inquietante situazione passi in fretta.
Quando finalmente arrivo a destinazione, due scaffali pieni di quelle cose da ragazze, mi circondano. Dire che mi sento disorientato è un eufemismo. Nessun uomo dovrebbe mai patire qualcosa di simile.
Avanzo lentamente,guardandomi intorno,non sapendo quale pacchetto scegliere. Sono tutti uguali cavolo.
"Ti serve aiuto?" domanda una voce divertita alle mie spalle.
Mi volto e vedo Baylee difronte a me con aria divertita.
"Non ho bisogno di te" dico freddo, girandomi per tornare alla ricerca di quei dannati così.
"Justin, so che non vuoi parlarmi, ma lasciati aiutare" mi dice. Sembra disperata dalla voce.
Sbuffo e mi volto. "Non so quali devo prendere".
Lei ride e per un attimo mi perdo nella sua risata. Mi duole ammetterlo,ma la amo ancora. Non posso continuare a prendermi in giro. Finora, lei ha sempre cercato di parlarmi, mentre io l'ho sempre allontanata, non volendo più sapere nulla di lei. Ma ora mi sono stancato di fingere che non me ne freghi nulla di lei, di noi. Devo mettere da parte l'orgoglio e seguire,forse per l'unica volta in tutta la mia vita, il cuore. Troppo sdolcinato,vero?
"Ti do una mano io" mi dice. Lei sorride sempre, nonostante io la tratti come se fosse una merda, lei sorride. Questo è uno dei motivi per cui mi sono innamorato di lei.
Le sorrido e lei rimane basita dal mio gesto.
"Che c'è?" chiedo ridacchiando "non posso sorridere?"
Lei mi fissa per qualche secondo senza dire nulla poi scuote il capo, come per liberarsi da un cattivo pensiero.
"Sei bipolare,per caso?" mi chiede inarcando un sopracciglio.
Scuoto la testa e ridacchio. "No, diciamo che oggi mi sento in vena di trattarti bene" dico semplicemente.
Lei mi guarda confusa e poi sorride. "Okay" dice "te li prendo io,gli assorbenti. Tu stai fermo qui" si allontana ed io rimango fermo immobile, come mi ha detto. Per la prima volta,dopo tanto tempo,mi sento felice, senza rancore. Potrei persino abituarmi a comportarmi così con lei.
Dopo le chiederò di uscire, sì, glielo chiedo proprio. Sorrido interiormente sentendomi fiero di me per una volta. Sto facendo la cosa giusta, me lo sento.
Pochi minuti dopo, Baylee ritorna con tre pacchetti in mano.
Me lo porge e sorride "Ne ho presi tre, così per un po' potrai non venire a prenderli".
"Grazie" le sorrido a mia volta e butto tutto nel carrello.
"Ehm, hai altro da comprare?" mi domanda.
Do uno sguardo alla lista. "Sí,te?"
Lei annuisce e poi si gratta la nuca. "Facciamo un giro insieme? Così se devi prendere altre cose enigmatiche per te, posso aiutarti" dice, sorridendo leggermente.
Senza esitare acconsento. Perché mi sembra che sia una sorta di appuntamento? Mi devo far curare, è appurato.
"Okay, allora andiamo" dice. Iniziamo così, a camminare insieme. Mi sembra di essere rinato,accidenti.
Passiamo nella corsia dei dolciumi ed entrambi ci fermiamo davanti alle biscioline rosse che sanno di frutta.
Sorrido istantaneamente e lo stesso fa Baylee.
"Ti ricordi?" le domando. Lei si volta verso di me e mi sorride.
"Come faccio a scordarmelo?" scuote la testa e prende un sacchettino, riempiendolo con delle biscioline. "Mi avevi fatto una collana con questi qui, per San Valentino. Ci avevi anche attaccato un ciondolo. Devo ancora capacitarmi di come tu abbia fatto a farcelo stare" dice ridacchiando.
"Avevo molte qualità. All'epoca" dico, riempiendo a mia volta un sacchetto.
"Oh, sì, proprio tante" dice. E per un attimo ci perdiamo negli occhi l'uno dell'altra. E come capita tutte le volte che la guardo negli occhi, mi viene l'impulso irrefrenabile di baciarla. Non so come io abbia fatto, in un mese che è tornata, a non toccarla nemmeno una volta. Però so che prima dobbiamo parlare, com'è giusto che sia.
Preso dal momento, mi avvicino a lei, sempre tendendo il mio sguardo puntato nel suo. E lei si avvicina a me, quasi come ci fosse una calamita che ci attira.
Dopo tre anni, tre lunghissimi anni, le mie labbra stanno finalmente per trovare le sue e riprovare quel buonissimo sapore che lasciavano.
Poi però, il suono del suo cellulare rompe il legame che si era creato, facendo sussultare entrambi.
Baylee diventa tutta rossa e cerca nervosamente il telefono nella borsa. Alzo gli occhi al cielo e mi volto dall'altra parte. Ci ero quasi riuscito.
"Sì,mamma. Arrivo" dice,chiudendo poi la chiamata.
"I-io devo andare,Justin" balbetta imbarazzata.
"Ti accompagno" dico immediatamente.
Lei annuisce distrattamente e si avvicina alla cassa per pagare.
Dopo aver pagato entrambi, ci dirigiamo nel parcheggio.
"Io ho l'auto lì" diciamo all'unisono, indicando due direzioni differenti.
Ridacchiamo entrambi e poi io divento serio.
"Ehm, i miei genitori questa sera escono per cena" mi schiarisco la voce "ti va di venire a vedere un film da me, come facevamo un tempo?" domando, mordendomi poi il labbro inferiore, intimorito dalla sua possibile risposta.
Apre la bocca per rispondere ma qualcuno la distoglie dall'intento.
Un ragazzo alto,biondo e muscoloso, all'apparenza più grande di noi,corre nella nostra direzione con un sorriso da ebete stampato in volto. Che cazzo ha da sorridere,questo?
Lei si gira lentamente, quasi imbarazzata dalla presenza del ragazzo.
Lui la raggiunge e l'abbraccia,stringendola a sé.
"Mi sei mancata,amore" dice lui baciandola sulle labbra che fino a pochi minuti prima dovrebbero essere state sulle mie. Lei gli circonda il collo con le braccia e si stacca dal bacio.
"Thomas,che sorpresa" dice a bassa voce,come se non volesse farsi sentire da me.
"Mi mancavi. In due anni che stiamo assieme non siamo mai stati separati così tanto" sorride lui, lasciandole un bacio in fronte.
Il mondo mi crolla addosso per l'ennesima volta. Mentre io stavo male per colpa sua, lei se la faceva con un altro. Bene.
Senza degnare nessuno dei due, mi allontano, andando verso l'auto di mia madre.
"Justin!" urla Baylee correndo verso di me.
Non mi volto e salgo in auto,mettendo immediatamente in moto.
Baylee mi raggiunge ed inizia a bussare sul finestrino. Lo abbasso e la guardo seriamente.
"La cosa che più mi ha fatto incazzare" inizio "è che ho provato a fidarmi di te nuovamente,ma come sempre mi hai deluso" concludo con disprezzo.
"Lasciami spiegare, ti prego" dice con voce rotta.
"Non c'è nulla da spiegare, ho già capito tutto" dico freddamente.
Rialzo il finestrino e lascio velocemente il parcheggio, sentendomi un emerito idiota per esserci cascato ancora una volta.

I would || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora