15. Back to you

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Quasi un anno dopo

Esco di casa alle sette di mattina, come tutti i giorni da qualche mese a questa parte.
Finita la scuola, ho deciso di trovarmi un lavoro per mettere da parte un po' di soldi per poter andare in un'altra città, lontano da qui.
Ryan mi aspetta già seduto sulla panchina posta fuori dal bar dove lavoriamo.
"Sei in orario, oggi" commenta, appena lo raggiungo.
Alzo gli occhi al cielo. "Sono sempre in orario, Ryan"
"Io sono sempre in orario" dice indicandosi. "Tu mai. Infatti è molto strano che tu sia puntuale" continua, ridacchiando.
Sbuffo, consapevole che è una battaglia persa parlare con lui. "D'accordo, hai vinto" dico, alzando le mani le mani.
"Hai fatto un altro incubo?" chiede. Lo fisso impassibile per qualche secondo, prima di annuire.
Lui mi dà una pacca affettuosa sulla spalla, prima di aprire la porta del bar.
"L'hai sentita?" domanda.
Mi passo una mano tra i capelli. "No. Cioè sì. Cioè l'ho sentita tre mesi fa, ma poi più nulla" dico amaramente.
Baylee. Baylee è costantemente parte dei miei pensieri. Ci siamo sentiti qualche volta, dopo la sua partenza, ma non era lo stesso parlare con lei da "amici". Già, abbiamo deciso di rimanere, per quanto possibile, amici. Era molto più semplice rimanere separati come tali, piuttosto che come fidanzati. Anche se, ripensandoci, non è semplice in entrambi i casi.
Da quando è partita, ho costanti incubi. Su di lei, su di noi. Quelli più terribili sono quelli riguardanti la sua partenza.
"Justin, mi stai ascoltando?" Ryan mi scuote la spalla. Lo guardo mortificato.
"Scusami, stavo pensando".
Ryan non fa in tempo ad aprir bocca, che il signor Black si avvicina a noi, ponendoci i nostri grembiuli da indossare. Quanto li odio.
"Ragazzi" esordisce, mostrando i suoi denti grigi. "Oggi vi occuperete dei tavoli. Butler, per pranzo darai una mano in cucina, mentre Bieber, aiuterai a portar fuori la spazzatura. Tutto chiaro?" non aspetta nemmeno una nostra risposta e si allontana, sparendo nel suo ufficio.
"Non so se mi sta più sul cazzo questo grembiule, o quello lì" dico, indicando con la testa la porta ormai chiusa dell'ufficio del nostro datore di lavoro.
Ryan scoppia in una fragorosa risata prima di afferrare il suo taccuino.
"Iniziamo. Io vado al 3, te occupati del 5" ordina, prima di allontanarsi.
Prendo un lungo respiro prima di avvicinarmi al mio tavolo.
Il cliente è nascosto dietro al menù, così aspetto qualche secondo prima di disturbarlo.
"Scusi, vuole ordinare?" chiedo, nel modo più gentile che conosco. Non so bene perché io mi sia trovato questo lavoro, considerando che la maggior parte delle volte che parlo con un cliente mi verrebbe voglia di sbattergli il taccuino in faccia.
Udendo le mie parole, abbassa il menù e, appena mi accorgo della persona che c'era nascosta dietro, quasi mi viene un infarto.
"Signora Cooper?" chiedo senza fiato.
Lei mi riserva un caloroso sorriso. "Buongiorno, Justin" è un anno che non la vedo, e vederla mi ricorda così tanto la mia Baylee.
"Che ci fa lei qui?" chiedo, riacquistando un poco il colore sul viso.
"Siediti" dice, indicandomi la sieda vuota.
Scuoto la testa. "Non posso, sto lavorando"
"Niente scuse, poi ci parlo io con il tuo capo. Ora dobbiamo parlare noi. Di cose importanti"
Annuisco riluttante e mi siedo lentamente.
"Come sta Baylee?" domando subito.
"Era proprio di questo che volevo parlarti" risponde.
La guardo confusa. "Sta poco bene?"
"Non ha problemi di salute, se è questo che ti preoccupa"
"E allora di che mi deve parlare?" domando. La mia gola ora è secchissima e il mio cuore batte all'impazzata. Perché mi deve tenere sulle spine?
"Da quant'è che non vi sentite, voi due?" chiede, senza rispondere alla mia domanda.
"Un paio di mesi. Forse di più. Perché?" rispondo. Parlare con Baylee così lontana, era una tortura, nel vero senso della parola. Ho preferito smettere di scriverle, piuttosto che starci male ogni volta che la volevo abbracciare ma non ne avevo la possibilità.
"Ora capisco tutto" mormora.
"Cosa capisce?" mi affretto a domandare.
"Ti dirò tutto, ma prima-"
"Bieber, alza il tuo culo da quella sedia e torna al lavoro, prima che ti licenzi" sbraita il mio capo, avvicinandosi al tavolo.
Dietro di lui spunta anche Ryan, che sposta lo sguardo scioccato tra me e la mamma di Baylee.
"Non si preoccupi, signore. Justin tornerà al lavoro in men che non si dica, a patto che lei se ne vada e ci lasci parlare" dice Kelly, sorridendo al signor Black.Questa donna è fantastica, giuro.
"Ma come si permette?!" urla nuovamente quel gorilla che è il mio capo.
"Signore, sta disturbando i clienti con le sue urla. Penso che dovrebbe lasciar perdere e tornare tra 15 minuti. Che ne dice?" propone Kelly, mantenendo il sorriso canzonatorio.
Mi trattengo a stento dal ridere, ma quando vedo Ryan fare le linguacce alle spalle del signor Black, scoppio in una fragorosa risata. Dio, che bambino.
Black mi fulmina con lo sguardo, ma ciò non mi ferma.
Le risate di Kelly e Ryan si aggiungono alla mia. Ci fermiamo solo quando notiamo Black diventare paonazzo dalla rabbia. Quasi quasi temo possa venirgli un infarto.
"Sà che gli dico?" sbotto dopo un po'.
Black mi guarda senza batter ciglio. Solo quando vede che mi slacciò il grembiule sbarra gli occhi.
"Mi licenzio" gli lascio il grembiule in mano e mi avvio verso la porta.
"Lo stesso vale per me" sento Ryan dire.
In men che non si dica siamo tutti e tre fuori dal locale, mentre le nostre risate vanno scemando.
"Ora mi dice che cosa succede? Perché è venuta qui?" domando a Kelly, appena finisco di ridere.
"Ti racconterò tutto, Justin. Da principio" risponde, prendendo due buste dalla borsa.
Ryan si dilegua, lasciandoci soli. Iniziamo così a passeggiare, senza una meta ben precisa. 
"Da quando ci siamo trasferiti" inizia Kelly "Baylee non è più la stessa. Non parla praticamente con nessuno, va male a scuola, per qualche mese ha persino fumato. Però, ci sono stati dei giorni in cui era raggiante. Erano quelli in cui vi scrivevate.
Poi, da tre mesi a questa parte, da quando, ho scoperto, avete smesso di parlare, è tornata la Baylee di un tempo. Una cosa bella, per carità. Ma non è lei. Justin, se la vedessi non la riconosceresti più. È vuota come un albero cavo. Fa le cose a macchinetta, sembra davvero bionica" fa una pausa.
Ormai ho le lacrime agli occhi, sentendo parlare di Baylee in questo modo.
"Sarei venuto da lei" dico "ma non ho abbastanza soldi per permettermi il biglietto aereo. Per questo mi sono trovato un lavoro"
Kelly annuisce. "Lo so, caro. Anche Baylee sarebbe tanto voluta tornare, anche solo per un saluto, ma.." si interrompe nuovamente.
"Ma..?" la incito.
Che Dio me la mandi buona, perché davvero, io sto impazzendo.
"Qui sorge il problema" continua. Mi accorgo che ci stiamo inoltrando nel parco, e non posso fare a meno di pensare a tutti i momenti passati qui con Baylee.
"Thomas le sta costantemente alle calcagna" sentendo il suo nome, chiudo automaticamente le mani a pugno.
"Mio marito, come ben immaginerai, non fa una piega davanti al comportamento di quel ragazzo, che, tra parentesi, è il più falso che esista" Kelly fa una smorfia dopo questa affermazione. Quanto la capisco.
"E qui arriviamo al problema" si ferma e si siede sulla panchina alla nostra destra. Mi siedo immediatamente al suo fianco.
Mi vengono in mente un sacco di possibili fatti che potrebbero essere accaduti, e nessuno di essi mi piace.
"Due mesi fa" riprende a parlare "Thomas ha parlato con Nathan riguardo ad una cosa che avrebbe voluto fare tanto tempo fa ma che gli era stata impedita"
Appena capisco di cosa sta parlando, sbarro gli occhi.
"Sapevo che ci saresti arrivato" commenta, osservando la mia espressione.
"Ha chiesto a Nathan la mano di Baylee?" pronunciare queste parole ad alta voce mi fa un male atroce.
Lei annuisce. "Sì, e ovviamente lui ha consentito il celebrarsi delle nozze"
"E Baylee? Non ha fatto nulla?" chiedo.
"Oh, certo che ha provato a fare qualcosa, ma Thomas e Nathan uniti sono una cosa irremovibile. È impossibile far cambiare idea a due come loro. Anche io ho tentato di tutto, ma è stato inutile.
Così, Thomas avrà quel che ha sempre desiderato, mentre mio marito avrà il ben servito" conclude.
"Cioè?" domando.
"Dopo le nozze, chiederò il divorzio. Quell'uomo è completamente impazzito per tutta questa storia. Non è più mio marito, non è più la persona che conoscevo" risponde sicura, sebbene con uno sguardo pieno di dolore.
"Mi dispiace molto" dico.
"Non ti preoccupare, tesoro. Anzi, preoccupati di distruggere quelle nozze"
La guardo confuso. "Come?"
Kelly mi porge le due buste estratte in precedenza.
"Aprile" dice.
Annuisco ed afferro la prima busta.
Ciò che vi trovo al suo interno quasi mi fa vomitare.
"Siete invitati alla celebrazione dell'amore di Thomas e Baylee in data 20 settembre. Celebrazione e ricevimento m in casa Von Peter, dalle ore 8 p.m alle ore 2 p.m" leggo ad alta voce.
Ma quale persona sana di mente direbbe mai 'Celebrazione dell'amore'?.
Nessuno, ecco chi. Solo Thomas sonounafottutatestadicazzo Von Peter.
"Lo ammazzo, giuro che lo ammazzo. Come fermo le nozze? È domani, non ho modo di andarci!" urlo, alzandomi dalla panchina e buttando a terra l'invito.
"Qui entra in gioco la seconda busta" dice Kelly.
Afferro così anche la seconda busta, il cui contenuto mi fa saltare dalla gioia.
"Un biglietto andata-ritorno per Douglas?" chiedo esterrefatto.
Lei mi sorride, mostrando i suoi denti perfetti. Come quelli della figlia.
"Sì, e parte tra due ore, quindi fossi in te andrei andrei all'aeroporto" dice, ridacchiando.
"Devo andare a fare le valige, prima"
"A questo ci abbiamo già pensato noi" dice una voce alle mie spalle.
Mi volto, e vedo mia madre e mio padre che sorridono, e ai loro piedi ci sono due valige.
"State scherzando?" sposto lo sguardo tra i miei genitori e la madre della ragazza che amo.
Sono il ragazzo più felice della terra, giuro.
Corro ad abbracciare i miei. "Grazie mille" dico.
Loro mi sorridono e mi porgono le valige.
"Prendi la macchina di tuo padre, è fuori dal cancello del parco. Ecco le chiavi" mia madre parla velocemente. Deve essere più agitata di me.
Prendo le chiavi e ringrazio nuovamente.
Mi avvicino a Kelly e l'abbraccio.
"Grazie di tutto" mormoro.
Lei mi spettina i capelli.
"Te l'ho detto, ho sempre tifato per te" dice, per poi farmi l'occhiolino.

I would || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora