Il giorno dopo la cena, mi svegliai presto, il viso ancora segnato dalla stanchezza del viaggio. La giornata si sarebbe concentrata sulla conferenza che avevo tanto atteso, un evento di grande rilevanza per il mondo del tennis, dove Jannik Sinner avrebbe parlato dei suoi successi e delle sfide della sua carriera. Io, ovviamente, ero lì per scrivere, per cogliere ogni dettaglio, ogni parola che potesse essere interessante per il mio articolo. Ma quella mattina, mentre mi preparavo, un pensiero mi assalì: "come sarebbe stato se fossi riuscita a conoscere Jannik più a fondo?" Mi chiedevo quanto di lui, al di là della figura pubblica, fosse reale.
Arrivai alla sala conferenze con un po' di anticipo, giusto per avere il tempo di osservare l'ambiente prima che iniziasse l'afflusso di gente. L'aria era pregna di eccitazione, i giornalisti sussurravano tra loro, preparandosi a scrivere le domande perfette. Non era solo una conferenza stampa, era un'occasione unica per fare luce su uno degli atleti più promettenti del tennis mondiale.
Quando Jannik entrò nella sala, l'aria sembrò cambiare. La sua presenza silenziosa ma forte si fece subito notare. Non era un tipo che cercava riflettori, ma la sua fama, ormai, parlava per lui. Si sedette al tavolo dei relatori, visibilmente un po' nervoso, sebbene cercasse di nasconderlo con un sorriso educato. Gli occhi di tutti erano su di lui, ma sembrava cercare la tranquillità, come se volesse sottrarsi per un attimo all'intensità di quella scena.
Le domande cominciarono a fluire: «Jannik, qual è stato il momento più difficile della tua carriera?»«Come ti prepari mentalmente per le sfide più dure?"» «Cosa pensi dell'evoluzione del tennis moderno?»
Lui rispondeva in modo preciso, a tratti forse un po' troppo formale, ma la sua intelligenza e la sua sincerità emergevano in ogni parola. Ogni volta che parlava, sembrava che, sotto l'apparente distanza, ci fosse un'intensità straordinaria, una passione per il tennis che andava oltre la semplice competitività.
Poi arrivò il momento della mia domanda. La mia mente corse a velocità folle mentre cercavo di elaborare le parole giuste. Non volevo fare una domanda banale, ma nemmeno troppo invadente. Mi alzai lentamente, il microfono in mano.
«Jannik,» dissi, cercando di mantenere un tono professionale, «spesso si parla di te come di un giovane talento, ma quali sono, secondo te, gli aspetti della tua vita che ti definiscono al di là del tennis? Come riesci a rimanere fedele a te stesso in un mondo che ti chiede di essere qualcosa di diverso ogni giorno?». Il silenzio che seguì fu un po' più lungo del previsto, come se tutti stessero aspettando una risposta che non fosse già pronta. Jannik si prese un momento, guardando la platea con occhi che sembravano soppesare la domanda, poi rispose con una sincerità che non mi aspettavo.
«È una domanda difficile,» disse, sorridendo leggermente. «Sinceramente, non so se c'è una risposta facile. Il tennis è una parte di me, ma non è tutto. Cerco di mantenere un equilibrio tra il mio lavoro e la mia vita privata, ma non è sempre facile. A volte mi sento come se stessi cercando di essere ciò che gli altri si aspettano da me, ma poi mi fermo e penso: *Chi sono veramente?* Il tennis è il mio sogno, ma non è l'unica cosa che mi definisce.»Le sue parole mi colpirono più di quanto mi aspettassi. In un mondo in cui la fama e la prestazione sono tutto, Jannik sembrava essere uno dei pochi a riflettere su ciò che veramente contava per lui. Non c'era solo il campione, ma anche un giovane uomo che cercava un senso più profondo nella sua esistenza. La conferenza continuò con altre domande, ma ormai avevo capito che c'era molto di più dietro la facciata di Jannik Sinner. Non era solo il tennista perfetto, il ragazzo che aveva vinto tanto in così poco tempo, ma un giovane che si stava cercando, come tutti noi.
Quando la conferenza finì, il pubblico si alzò in piedi per un applauso, ma io non ero più concentrata sul successo di Jannik come atleta. Ero affascinata dalla persona che stava dietro quella faccia, dalla sua vulnerabilità nascosta. Mentre il resto dei giornalisti si accalcava per fare altre domande, rimasi indietro, prendendo appunti sulla mia mente. Avevo una storia da raccontare, una storia che andava oltre il gioco. E quella storia, mi rendevo conto, stava appena cominciando.

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Oltre la rete
RomanceLa storia esplora non solo il mondo del tennis, ma anche la lotta tra la visibilità pubblica e il desiderio di una vita privata. Con il tempo, entrambi scopriranno che, a volte, è solo quando si abbassa la rete che si riesce a vedere oltre.