Superficie .

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Questo è in assoluto il momento più bello della mia vita. Smetto di vivere e comincio ad esistere a partire da qui. Perché tutto quello che sento, adesso, è la stessa luce che mi accarezza il viso e m'inebria la pelle e quel che sono, ora, è finalmente un essere umano. Sì, sono ancora una prigioniera e sì, non so ancora dove i Ribelli mi porteranno ed i miei polsi continuano ad essere legati, ma in fondo non importa. Senza rendermene conto mi ritrovo
con le ginocchia a terra e chino il busto sopra il suolo. Bacio quella nuova terra che odora di terra e non di polvere. La bacio come se fosse l'amore per cui un tempo si lottava e con cui si era disposti a perdere. Piccole gocce di cristallo sgorgano inconsapevolmente dai miei
occhi e mi sento piena e felice. Mi sento libera ... dopo quattro anni sono finalmente in superficie.
«Samuel!» grido entusiasta, ancora a terra «Samuel, guarda il sole!»
Lui sorride per davvero e si sdraia a terra, poi rivolge gli occhi al cielo e scoppia a ridere.
«Avevo dimenticato che odore avesse l'aria».
Mi sollevo soltanto per raggiungerlo e, mentre lo faccio, rido come se fossi ubriaca. Una risata di quelle incontenibili che non puoi sperare d'intrappolare perché più forte di
qualunque gabbia o parete, e così forte da farti tremare mentre lei ti scoppietta dentro il petto.
«Siamo liberi!» grido, saltellando tutt'intorno «Superficie ti amo!»
Qualche Ribelle poco più in là scoppia a ridere, poi smetto di muovermi e m'immobilizzo ed i miei occhi si sentono accecati e decisamente confusi. Presa dall'euforia di aver lasciato il sottosuolo, non mi ero resa conto che tutti, dal primo all'ultimo, hanno scoperto i propri volti abbandonando i passamontagna. Kiran. Sono certa che sia lui perché i suoi occhi chiari brillano nella luce che è finalmente luce. I miei muscoli si sciolgono e poi si tendono, alternandosi in una danza a cui non saprei dare un nome. Lo guardo proprio come se fosse il sole che per quattro anni ho sognato e non riesco a fare a meno di fissare. Quando l'avevo immaginato con indosso il passamontagna, non avevo messo in conto che potesse essere così bello. Certo, sapevo che era giovane perché la sua voce, a tratti severa, mi suggeriva che così fosse, ma non sapevo con precisione che caratteristiche assegnare a quel suo viso ora rivolto verso il mio. E' l'essere umano più bello che abbia mai visto, e pensarlo mi stordisce e mi fa sentire stupida come la ragazzina che non sono. Folti capelli castani e caotici che si perdono in un ciuffo le cui ciocche si tuffano all'indietro oppure ricadono in avanti, sulla fronte. Un viso quasi affilato, oserei dire, dai tratti decisi come quelli di un uomo e gli zigomi alti e sporgenti. Labbra scure, piene e carnose che addolciscono il complesso e una tenera fossetta sopra il mento ricoperto da un lieve strato di barba rada. Le folte sopracciglia scure si aggrottano ed il suo sguardo tagliente mi squadra con aria interrogativa.

So che leggi nel pensiero e so anche di essere piuttosto attraente ma gradirei che la smettessi di fissarmi e cominciassi a camminare visto che ne avremo per un po'.

Sposto lo sguardo all'istante dal suo viso e mi sento le guance ribollire. Sono decisamente
rintronata e Samuel mi fissa confuso con gli occhi socchiusi. Maledetto di un arrogante!
«Ragazzi, mi dispiace dover interrompere i vostri festeggiamenti, ma dobbiamo smammare.» ci avverte Yuri, con espressione dispiaciuta «Vi assicuro che avrete molto tempo per godervi la superficie» conclude con una risatina divertita.
«Potete liberarci i polsi?» chiede Samuel, sollevandosi a fatica da terra.
Yuri cerca lo sguardo di Kiran e questo annuisce.
«D'accordo, ma riprendiamo a camminare. Abbiamo parecchia strada da fare».
«E dove andremo?» chiede Aylin con aria afflitta.
«Lo vedrete!» risponde il Ribelle, tronfio di soddisfazione «Sono certo che vi piacerà».
«Sicuro» borbotta Eliza tra sé e sé.
Prima di rimetterci in cammino, riesco a trovare il tempo per mettere a fuoco anche i volti degli altri Ribelli. Il mio sguardo ricade dapprima su quello di Yuri, che tiene per mano una ragazza bionda al suo fianco. Non è niente male, a dirla tutta ; con capelli neri come l'ebano e cortissimi, occhi sottili dalle iridi quasi nere e una carnagione lievemente scura e dalle sfumature color bronzo. La ragazza, invece, è incredibilmente somigliante a Kiran, il che la cataloga immediatamente come una bellezza di quelle sconvolgenti. Alta, magra, ma con le curve al posto giusto e una lunga cascata di capelli biondi che le incorniciano il viso. Ha la stessa carnagione dell'altro : vagamente tendente all'olivastro e luminosa. I tratti del volto sono delicati come quelli di un ragazza e le guance paffute, con un bel paio di labbra
carnose ed un naso decisamente perfetto e regolare. Poi, però, mi sorprendo nello scoprire i suoi occhi : verdi, verdi come occhi che ho già visto e che incantano. Guardo la ragazza nel complesso, ammirando quel suo corpo slanciato, e quando socchiude gli occhi per un istante sono sicura della mia deduzione : è senz'altro la sorella di Kiran. Poi c'è Varus, che riconosco ancora per via degli stivali neri. I capelli biondi gli ricadono selvaggiamente sino alla base del collo, e non sembrano avere un taglio ben definito. Resto colpita dalla durezza dei suoi lineamenti e dall'innocenza che i suoi grandi occhi azzurri sembrano invece racchiudere, creando un contrasto decisamente piacevole. La ragazza al suo fianco, poi, la riconosco subito : è Janice. I capelli color rame e boccolati le arrivano all'altezza delle spalle e circondano un viso dalla pelle chiarissima, quasi diafana. Le labbra dall'aria morbida e di un rosa tendente al rosso e un paio di occhi di un celeste pallido spaventosamente bello. Infine, e non meno attraente dei precedenti, c'è il Ribelle che dovrebbe chiamarsi Devon. Alto, robusto,capelli castano scuro e disordinati che ricadono sulla fronte e labbra dalle forme gentili e piene. Osservando il gruppo nel suo insieme, mi rendo conto solo ora che tutti, dal primo all'ultimo, sono dei ragazzi. I più giovani sembrano essere Varus, Kiran e sua sorella, e la cosa mi rallegra tanto quanto mi spaventa. Se i Ribelli si affidano a dei soldati di diciotto anni o poco più per assaltare la città Subterranea, cosa sarebbero in grado di fare con noi altri?
«Coraggio, mettiamoci in marcia» c'incita Yuri. E così facciamo.
Non mi ero mai resa conto che l'uscita dalla città fosse immersa nel bel mezzo del nulla. Ricordo che quando sono stata costretta ad entrarvi, i soldati mi portarono lontano dai resti
della città e camminammo per quasi un'ora. Raggiungemmo una zona interamente recintata nei pressi di un bosco, e quella fu l'ultima forma di natura che vidi d'allora sino ad oggi. A guardia degli enormi cancelli dell'entrata vi erano diversi uomini vestiti in nero ; soldati dall'aria intoccabile che ti guardavano con quelle iridi dai colori indefinibili ma
incredibilmente scuri. Spiccava, dietro le cancellate di ferro alte diversi metri, un grosso edificio piuttosto simile ad un municipio e stranamente intatto. Sulla parte frontale di questo, quasi come un grido furioso esploso per intimidire il mondo, c'era scritto :
"BENVENUTI NELLA CITTA' DELLA TERRA" e, di fianco l'ultima parola, risaltava una raffigurazione in pittura rossa che somigliava ad un grosso volatile dalle ali gigantesche
ed ammantate di fuoco. Soltanto una volta entrata ho scoperto che si trattava di una fenice : l'uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri, simbolo della Confraternita.

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