Marchiato con il sangue .

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Gli occhi scuri di Yuri brillano di rabbia così tanto che la pupilla e l'iride sembrano fusi in un unico colore : il nero. Ci fissa uno ad uno, in piedi su di una roccia, e poi scuote la testa esasperato. Tra i corpi alti dei Ribelli che mi separano dal capogruppo, riesco a scorgere in prima fila i capelli di Samuel. Mi faccio spazio, dando spallate a destra e manca per raggiungere il mio amico.

Gli sfioro un braccio «ehi, non è colpa tua, lo sai».

Samuel ha gli occhi bagnati di lacrime ma non piange ; semplicemente si limita a passarsi entrambe le mani tra i capelli e ad emettere un grugnito pieno di amarezza.

«Mi hai capita?» continuo, cercando il suo sguardo «Eliza è una stupida, l'avrebbe fatto comunque».

Samuel riempie i polmoni d'aria e sbuffa «avrei dovuto capirlo».

Scuoto la testa «no, perché sei buono e hai fiducia nelle persone».

Poi un paio di Ribelli al nostro fianco ci fanno cenno di stare zitti, e cala un silenzio carico di tensione e disappunto. Gli occhi di tutti sono fissi in quelli di Yuri, che bisbiglia qualcosa all'orecchio di Devon, portandosi entrambe le mani sulla vita.

«Questa è una situazione di assoluta emergenza.» esordisce poi, con voce stranamente calma e controllata nonostante il viso lo tradisca «Due ragazze prese dalla città Subterranea sono riuscite a scappare ed ora gironzolano nella foresta a piede libero, rischiando di potersi ferire e di ferire noi, se dovessero raggiungere una delle basi dei Figli della Terra.» fa una pausa, stringendo le labbra e guardando i suoi compagni «Hira ci ha dato un compito, e costi quel che costi noi non lasceremo che due mocciose ingrate se ne vadano a zonzo, mandando a rotoli tutto quel che abbiamo fatto».

«Giusto» sento mormore da qualcuno.

«Adesso,» riprende il Ribelle «vi voglio decisi e concentrati, è chiaro?»

«Chiaro!»

«Janice, Devon ed io saremo a capo di tre gruppi. Janice discenderà il fianco della montagna, percorrendo la strada che abbiamo appena percorso. Devon proseguirà in avanti, ed io setaccerò ad est dal punto in cui sono state avvistate l'ultima volta.» si blocca ed i suoi occhi paiono spilli pronti a prendere fuoco da un momento all'altro «Voglio che le troviate. Nessuno prende in giro i Ribelli» conclude con tale decisione, da farmi rizzare i peli sulle braccia.

Sciolta la riunione,Yuri e gli altri capogruppo si perdono nella folla per scegliere i propri compagni. Yuri prende Karma con sé, fa un cenno con la testa a Samuel che controvoglia lo raggiunge, e prende un altro paio di Ribelli di cui non conosco il nome. Saluto il mio amico con un sorriso stiracchiato e gli mimo con le labbra :"tranquillo". Devon prende con sé i tre ragazzi del dormitorio di Samuel e altrettanti Ribelli del gruppo. Nel mentre che i prescelti si dileguano nella foresta, noto che siamo rimasti solamente in quattro : Janice, io, Kiran e Varus. Guardo il Ribelle che mi da le spalle, la sua giacca di pelle consumata dal tempo e straluno gli occhi. Ero certa che sarebbe andata a finire così, ma chissà perché speravo in qualcosa di diverso.

«Forza, cominciamo a scendere. Attenti a dove mettete i piedi» ci avvisa Janice, che pare l'unica a non aver ancora perso le staffe.

Kiran la fulmina con lo sguardo «credi di parlare con dei pivelli, rossa?»

Ma lei scoppia a ridere con disinvoltura «sai quanto Varus sia goffo e che non tutti siamo abili scalatori come te» afferma, guardandomi con la coda dell'occhio.

Ripercorrere una strada già fatta con affanno, buttando litri di sudore per la fatica, non è piacevole, questo è certo. Sono la più lenta e non riesco a stare al passo con gli altri, che si aggrappano ai tronchi sottili degli alberi per restare saldamente ancorati al terreno. In questo preciso istante, odio quelle due con tutta me stessa. Doveva essere una maledetta pausa, non una caccia al tesoro per spendere ancora più energie. Non bastano i chilometri che già facciamo giornalmente? Kiran si tiene al passo con Janice, senza degnarmi neppure di uno sguardo. Odio anche lui e il suo atteggiamento scontroso e lunatico del cavolo. Penso a queste cose, mentre la scarpa nera ed ingombrante incontra un ostacolo irremovibile e mi ritrovo con la faccia nella terra.

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