5 - Ophelia

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Il tragitto in macchina con mio fratello era stato piuttosto silenzioso. Quando mi sono svegliata, quella mattina, mi sono cambiata di fretta e furia e ho svegliato anche Ilan per farmi accompagnare al campus. Lui -di tutta risposta- aveva brontolato qualcosa contro di me, visto l'orario, ma poi si è infilato un paio di scarpe da ginnastica e mi ha accompagnato nella mia stanza.

Non pioveva più ma il cielo era ancora ricoperto di nuvole grigie e l'aria stava diventando più fresca.

Per fortuna non incontrai più Julian, dopo il battibecco della sera prima. Non lo sentii nemmeno uscire dal bagno.

Quando arrivai in camera Naomi era già sveglia e si stava preparando per andare a lezione. Osservai l'ora sul cellulare, avevo mezz'ora di tempo per ri-prepararmi ed essere pronta in un orario decente.

Quindi mi buttai sotto la doccia di fretta e furia e pochi minuti dopo ero già fuori, alla ricerca di qualcosa da mettere. Dovevo star correndo davvero tanto perché Naomi mi guardava con sopracciglio alzato e seguiva tutti i miei movimenti. Lasciai i capelli umidi e raccattai i libri necessari infilandoli in una borsa vintage nera regalata da mia madre l'anno prima.

Venti minuti dopo io e Naomi eravamo sedute in classe e al nostro fianco c'era anche Ava, che giocava al cellulare ad uno di quei giochi in cui ci si deve curare della propria fattoria.

Una professoressa dall'aria severa stava introducendo il corso di Neuropsicologia e io cominciai a prendere appunti cercando di rimanere il più concentrata possibile.

"Pss.." mi girai verso Ava, che aveva staccato gli occhi dallo schermo del cellulare "Dopo me li passi?"

Io annuii distrattamente e ritornai ai miei appunti. Non riuscivo a smettere di pensare alla sera prima, nel bagno.

Quella mattina le sensazioni si erano attutite, non mi sentivo più in colpa per aver mangiato quella omelette e il mio stomaco si era finalmente liberato. Inoltre, provavo un senso di sollievo dato dal fatto che non avevo fatto colazione, il che mi faceva sentire ancora più leggera.

Dall'altro lato i miei pensieri vagavano incessantemente da Julian e tutto ciò che lo riguardava. Come se cercassero di ripercorrere ogni dettaglio di quel momento, da come muoveva gli occhi quando parlava a come le sue braccia si flettevano sotto il tessuto della sua maglietta.

Abbassai lo sguardo sul mio quaderno, la mia penna aveva smesso di scrivere tutto quello che la professoressa diceva e imprecai cercando di recuperare il più possibile.

"Dove sei stata stanotte?" La voce di Naomi era squillante e io ed Ava cercavamo di mantenere il suo passo lungo i corridoi del college, dirette a mensa. Ava si voltò verso di me con uno sguardo incuriosito.

"Solo da mio fratello, ieri abbiamo fatto tardi e pioveva. Quindi sono rimasta da lui." scrollai il capo.

"Beh, ne ho approfittato. Stanotte ha dormito Alex in camera nostra, spero non ti dispiaccia."

"Stasera c'è una festa. Perché non lo porti?" Voltammo l'angolo ed entrammo nella mensa, dirigendoci subito verso quello che era diventato il nostro solito tavolo.

Lì c'era Carl ad aspettarci, aveva già il suo vassoio davanti e la mano destra reggeva un libro che con il pollice manteneva aperto.

Prendemmo anche noi i nostri vassoi e li riempimmo di cibo. Dopodiché, Ava si mise al suo fianco, stampandogli un bacio sulla guancia, mentre io e Naomi ci sedemmo di fronte. Il tavolo era illuminato dalle ampie finestre che ricoprivano le pareti della stanza, lasciandoci una vista del resto del campus.

"Cosa leggi?" la curiosità aveva avuto la meglio e allungai la testa verso il libro che il biondo stava reggendo.

Lui di tutta risposta lo chiuse e mi mostrò la copertina, "Il ritratto di Dorian Grey" lessi.

HoneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora