Tirai un colpo secco al sacco da boxe rosso di fronte a me, osservandolo oscillare furiosamente prima di ritornarmi incontro. Lo colpii con l'altro braccio, più forte questa volta. Le nocche, protette solo dalle fasce ruvide, bruciarono per un istante, ma ignorai la sensazione e continuai a scaricare la mia energia. Più colpivo, più cercavo di zittire quella voce nella mia testa che continuava a ripetersi un nome: Helen.Era assurdo. Non c'era motivo per cui dovessi pensarla, eppure la sua immagine mi si infilava nella mente violentemente. Era solo la sorella di Ilan. E poi era amica di Richie, quel coglione. Non che la cosa mi riguardasse, ovviamente.
Era solo la sorella di Ilan. Se cercavo di metterla in guardia, era solo per quello.
Guardai il mio riflesso allo specchio, ero solo in palestra. Lo specchio mi restituiva l'immagine di un ragazzo viziato che cercava, forse invano, di trasformare la rabbia in sudore. Non avevo motivi concreti per essere arrabbiato, e questo mi faceva innervosire ancora di più. Mi sentivo un figlio ingrato; tutto quello che i miei genitori avevano fatto, l'avevano fatto per me. Non avevo motivo di lamentarmi.
Fui interrotto dalla vibrazione del mio cellulare. Sospirai e mi accovacciai per prenderlo dal borsone poggiato a terra. Sullo schermo, un messaggio di mia madre: Questo weekend torni per cena? Ti vogliamo a casa.
Sbuffai, gettando il telefono sul borsone con un gesto irritato. Mia madre, sempre lei, perfetta nei suoi cinquant'anni che ne dimostravano appena trenta. Era solita mandarmi messaggi come quello, come se la nostra famiglia avesse bisogno di confermare una stabilità che io non avevo mai messo in dubbio. Casa mia distava solo poche miglia dal campus, ma andavo a trovarli di rado. Mi ero trasferito per cercare una mia indipendenza e uscire dalla bolla che i miei avevano creato per me, tornare ogni weekend, come volevano loro, significava annullare tutto.
Sono cresciuto sotto una campana di vetro; tutto quello che chiedevo io lo ottenevo e mi è sempre andato bene così. Non sapevo cosa significasse realmente essere in difficoltà per qualcosa e la gente non smetteva di ripetermelo quando mi mostravo poco empatico verso gli altri. Ma non era colpa mia, ero stato abituato così.
Non risposi, avevo altro per la testa. Come il fatto che Richie doveva pagarla e smetterla di stare vicino alla sorella del mio amico. Avrei dovuto fregarmene, come per ogni cosa della mia vita. Non era affar mio con chi lei decidesse di passare il suo tempo. Ma ogni volta che lo vedevo rivolgerle anche solo un sorriso falso, sentivo una stretta nello stomaco.
Perché ad Ilan non interessava? Non era preoccupato?
E poi quella sera, alla festa. Sembrava così tormentata...con quei capelli color miele che sembravano fatti apposta per scivolarle lungo la schiena e quel modo di parlarmi, casuale e naturale, come se non sapesse l'effetto che aveva su di me. Era stata così diversa dal solito, quando incespicava nelle parole e non riusciva a guardarmi negli occhi. Il suo ex, a detta sua, era uno schifoso tossico manipolatore. Anche se lei non aveva usato queste stesse parole. Beh, non aveva bisogno di un altro coglione come Richie di mezzo.
Sfilai le fasce e le gettai sul borsone con lo stesso disinteresse riservato al telefono. Mi diressi verso gli spogliatoi, lasciandomi alle spalle il sacco che ondeggiava ancora, e mi spogliai rapidamente, dopodiché mi gettai sotto l'acqua calda delle docce in comune.
Lasciai che mi scorresse lungo tutto il mio corpo e inspirai lentamente, ero esausto e insoddisfatto. Anche se non volevo ammetterlo.Dopo essermi asciugato alla meglio, mi vestii in fretta e con i capelli ancora umidi uscii dalla palestra. Salito in macchina, accesi il motore del mio SUV e iniziai a guidare verso casa. Erano le quattro del pomeriggio, il che significava che con molta probabilità avrei trovato Helen nella nostra cucina.
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Honey
Teen FictionIN AGGIORNAMENTO Helen è abituata a camminare su un filo sottile, sospesa tra le sue paure e il suo passato. Dopo anni di una relazione tossica, la sua autostima è ridotta in frammenti e lotta con se stessa e il suo corpo. Julian ha sempre avuto tu...