𝐴𝑁𝐺𝐸𝐿 PT. 2

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Era passata ormai una settimana e non avevo più visto Jungkook. Ogni giorno ripensavo a tutto quello che era successo e che avevamo passato.

Tirai su con il naso mentre ripiegavo una maglietta "Y/n, sono un paio di giorni che sei raffreddata, sei sicura di non voler tornare a casa?"

"No, sto bene" ero intasata come pochi ma dovevo stare a lavoro. Lo stipendio non si prende da solo.

Sono la commessa di un negozio di abiti. Precisamente abiti firmati Calvin Klein, adesso si capisce perché ci penso ancora di più? E pensare che quando ho iniziato a lavorare qui non era per lui ma bensì perché era una marca che mi piaceva.

Poi è esplosa la notizia della collaborazione di Jungkook con Calvin Klein e il negozio stava per diventare un night club.

Tossii nella piegatura del mio braccio e mi appoggiai al bancone dove stavo sistemando le magliette.
Ce la posso fare. Dopo tutto mancano solo trenta minuti prima che chiudiamo.

"Y/n, sono quasi le otto, vai a casa. Qui ci penso io"

"Sto bene, è solo mezz'ora" finisco di mettere a posto le maglie e prendo lo scatolone con i boxer. Mi vicino verso la vetrina e metto alcuni capi sopra gli espositori.

Sistemo gli ultimi boxer sul mobile e vado a prendere il secondo scatolone. Quando torno però, noto un cliente. Con cautela mi avvicino e continuo il mio lavoro.

Lui mi guarda e per un secondo il mio cuore si ferma "Y/n"

"Jungkook" le mie mani tremavano. Non ero pronta a rivederlo così "Cosa ci fai qui?" mi mette davanti un paio di boxer che avevo appena sistemato "Sono venuto a fare rifornimento... E tu?"

"Io ci lavoro qui"

"Lavori qui?!" si guardò attorno dopo l'urlo e si sistemò meglio la mascherina sulla faccia "Ad ogni modo, sono contento di rivederti"

"Già... Anche io" ero un po' distaccata? Forse? Ma il fatto è che mi sentivo quasi tradita e non né capivo il motivo. Era tutto confuso al momento, ero raffreddata e iniziavo a percepire le prime linee di febbre.

Come diavolo avevo fatto ad ammalarmi?

"Prendo questi" mi diede in mano tre paia di boxer. Due bianchi e uno nero. Ci avviciniamo alla cassa e io gli faccio il conto finale "Vuoi una busta?" tossisco di nuovo e mi soffio il naso.

Sono devastata.

"Ehm si" infilai i boxer in una piccola bustina in carta e gliela consegnai "Y/n" mi girai verso la mia collega e la vidi preoccupata "Vai a casa"

"Devo finire il mio turno" la testa mi girava e ad un certo punto le mie gambe non ce la facevano più. Caddi a terra e iniziai a sentire le voci confuse della mia collega e di Jungkook.

Alla fine mi arresi e mi lasciai andare. Da lì, tutto buio.

Quando mi svegliai, era ormai tardissimo. Poitei notarlo soltanto dall'orologio sul mio comodino.

Aspetta, il mio comodino? Ma io ero a lavoro. Mi metto a sedere in fretta ma me ne pento subito perché la testa mi scoppia. Emetto un gemito di dolore e cerco di alzarmi.

"Ehi, ehi, ehi" Jungkook corre verso di me e mi riporta con la testa sui miei cuscini. Sono un po' bagnaticci. Forse perché ho sudato a causa della febbre. Non sono sicura di averla ma me la sento.

"Che ci facciamo qui e come hai fatto ad entrare in casa mia?"

"Ho preso le tue chiavi per aprire e ricordavo la strada" lui si siede al mio fianco e mi passa il telefono "Ha squillato qualche volta" lo afferro e lo guardo con curiosità.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 5 hours ago ⏰

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