47-THE DISPUTE AND THE COMPARISON

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AVVISO GIÀ CHE QUESTO È IL CAPITOLO BONUS DI NATALE🎄🎅

ALYSSA

Il salotto di Melany era avvolto da luci calde e soffuse, quelle classiche ghirlande natalizie che rendevano tutto più magico. Il profumo di cannella e pino riempiva l'aria, mentre il cenone di Natale era in pieno svolgimento. Melany e Robert avevano superato sé stessi: la tavola era apparecchiata con eleganza impeccabile, e i piatti continuavano a susseguirsi come se non ci fosse mai una fine.

Dylan era alla mia destra, come sempre il centro dell'attenzione. Con il suo spirito ironico e il fascino naturale, riusciva a far ridere tutti, persino Robert, che di solito era più riservato. Io mi limitavo a sorridere, godendomi l'atmosfera. Era una serata perfetta, o almeno così sembrava.

Ryan era seduto dall'altro lato del tavolo, accanto a Claire. Anche loro ridevano, ma c'era qualcosa di teso nei suoi movimenti, una rigidità che non riuscivo a ignorare. Ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano, e ogni volta mi sentivo come se il tempo si fermasse per un istante.

Non avrei mai voluto ammetterlo, ma la sua presenza mi agitava ancora. Era come una costante tensione sotto la superficie, un filo che non si era mai spezzato completamente. E, a quanto pareva, nemmeno per lui.

La serata continuò senza intoppi fino al dolce. Dylan, allegro e con un bicchiere di vino in mano, si alzò per fare un brindisi.

<A tutti noi!>

disse, sollevando il calice.

<E alle persone che amiamo, che rendono ogni momento speciale."

Il brindisi fu accolto da un coro di "alla salute!" e bicchieri che tintinnavano. Poi Dylan, con quel suo modo così naturale, si girò verso di me, appoggiandomi una mano sul fianco in un gesto che sembrava innocuo. Era qualcosa che faceva spesso, una sorta di tocco affettuoso e protettivo. Ma in quel momento, fu come se avesse premuto un interruttore.

Ryan smise di parlare. Non si mosse per qualche secondo, ma potevo sentire il cambiamento nell'aria. Quando finalmente alzai lo sguardo verso di lui, il suo viso era duro, gli occhi fissi su di noi. Era una versione di Ryan che non avevo mai visto prima, quella di qualcuno che stava lottando per trattenere qualcosa di potente e incontrollabile.

Claire, ignara di tutto, gli chiese qualcosa, ma lui non rispose. Si alzò dalla sedia in modo improvviso, facendo scricchiolare il legno sotto di sé.

<Dylan>

disse con una voce tesa, che riuscì a far calare il silenzio nella stanza.

<Puoi togliere quella mano?>

Tutti si girarono a guardarlo. Melany sembrava incredula, Robert si irrigidì, e persino Claire alzò lo sguardo sorpresa. Ma Dylan, che aveva sempre una risposta pronta, si limitò a sollevare un sopracciglio e a ridere piano.

<Che problema hai, Ryan?>

rispose con un tono volutamente calmo.

<È solo un gesto affettuoso, niente di più.>

Ryan fece un passo verso di noi, e io mi alzai in piedi istintivamente, cercando di interrompere quella che sembrava una bomba sul punto di esplodere.

<Ryan, basta>

dissi, la mia voce ferma ma nervosa.

<Non c'è bisogno di fare una scenata.>

<Non c'è bisogno di fare una scenata?> ripeté lui, con un sorriso amaro.

One Meeting Two StoriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora