20. Sogni ad occhi aperti

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«Ma William dov'é?», chiesi al ragazzo riccioluto in t-shirt bianca e giacca nera, seduto all'interno dell'abitacolo di una Volkswagen rosso fiammeg­giante

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«Ma William dov'é?», chiesi al ragazzo riccioluto in t-shirt bianca e giacca nera, seduto all'interno dell'abitacolo di una Volkswagen rosso fiammeg­giante.

Ebbene sì, Riccardo, ormai stanco di dipendere da William, aveva deciso di noleggiare un'auto. Il colore l'aveva scelto Stacy, cosa abbastanza evidente dato che Riccardo avrebbe preferito un colore più sobrio: almeno questo fu quello che lamento il nostro amico durante l'ultimo mese.

«Ma cosa non si fa per la propria donna?»

Così aveva detto all'inizio. Tuttavia non aveva smesso un solo secondo di contestare il colore di quell'auto; naturalmente tutto all'insaputa di Stacy.

«Ha fatto tardi. Ci siamo appisolati e quando ci siamo svegliati abbiamo fatto le corse. Io ho fatto prima di lui come al solito. Tra un po' arriva non preoccu­parti», rispose Riccardo con un sorriso.

«E Lara?», chiese Maddy.

«Viene con i genitori. Tu vieni con noi, vero Maddy?»

«Sì, preferisco fare la candela con voi due piuttosto che con Romeo e Giulietta due punto zero», disse riferendosi a me e William.

«Ma davvero? Beh, mia cara sorellina, scoprirai presto che anche loro sono da diabete», risposi di rimando.

Maddy sbuffò e imitò goffamente i miei gesti prima di salire nell'abitacolo fiammeggiante.

«Ci vediamo lì!», disse Stacy con un sorriso che ricambiai.

«A dopo» risposi.

L'auto partì e presto la vidi sparire dalla mia visuale, mentre la brezza fresca di quella sera si fece sempre più impetuosa, tanto che fui costretta a stringere le braccia intorno al corpo per tentare di scaldarmi. Il vestito che avevo scelto era in seta e fortunatamente mi aiutava in quell'impresa. Restai lì ad aspettare per qualche minuto e, quando vidi Volvo argentata svoltare l'angolo, non potei fare a meno di sorridere. Con una sterzata precisissima l'auto parcheg­giò sotto l'entrata a tunnel dell'albergo, esattamente a due passi da me. Prima che potessi appoggiare la mano sulla maniglia, la porta fu subito sganciata. Sorrisi a quel gesto dopodiché aprii lo sportello prendendo posto sul sedile del passeggero. Richiusi la porta alle mie spalle e subito i miei occhi si focalizzarono sulla figura snella del ragazzo seduto al mio fianco. William indossava un paio di pantaloni in cotone blu scuro e una camicia azzurra sbottonata all'altezza del collo. Le mani decorate con un braccia­letto in cuoio scuro sul polso destro. Glielo avevo regalato io di­verse settimane fa. Sul dorso era incisa una frase: Tua per sempre. Mentre sull'altro lato erano incise le nostre iniziali: W e K.

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