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«... Sei riuscita in quello in cui tutte le altre hanno fallito: tu... mi hai insegnato ad amare»
Katie Smith é una giovane ragazza di origini inglesi trasfer...
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Una delle cose che ho sempre apprezzato da quando mi sono trasferita in Italia insieme alla mia famiglia, è il sole. Nella città di Londra, infatti, luogo dove sono cresciuta sino all'età di otto anni, il sole ogni tanto va in pensione, per lasciare il posto alla signora pioggia. Non che non ami la pioggia si intende, ma ogni tanto un po' di vitamina D non guasta.
Quella mattina, chiusa tra le pareti della mia stanza, con tanto di condizionatore a palla, il sole era decisamente più asfissiante del solito. Accecante, intenso, strangolava l'aria rendendola quasi irrespirabile. L'unica cosa che riuscivo a pensare era che avevo una voglia matta di andare al mare.
Invece dov'ero? Sdraiata sul mio letto a leggere!
Se solo avessi avuto la patente: sarei corsa a prendere un auto per fiondarmi su una bella spiaggia assolata, ma sfortunatamente in Italia danno la patente solo se hai 18 anni compiuti, mentre io ne avevo solo 16. La mia sola speranza? Mio padre, ma lui "mister sono un architetto di grande fama mondiale", lavorava tutto il giorno in un ufficio, sommerso da quintali di progetti edilizi.
Alzai gli occhi dal mio libro dopo aver finito un altro capitolo e respirai a fondo. Lo sfogliai arrivando all'ultima pagina, gioendo del fatto che mi mancavano appena altri tre capitoli per finirlo. Io adoro leggere, ma ho un brutto difetto: non sono molto paziente. Quando inizio un libro vorrei già averlo finito, quindi sto sempre a controllare quanto mi manca per terminarlo e una volta voltata l'ultima pagina mi sento realizzata, come se fossi arrivata alla fine di una maratona.
Ad un tratto mia sorella, Maddy, si precipitò in stanza sbattendo fortemente la porta. Mia sorella è più grande di me ma non si nota per niente, sembriamo più gemelle che sorelle. I capelli biondi e spettinati le ricadevano sul viso senza una direzione precisa, mentre, avvolta nel suo pigiama di pizzo e raso, teneva le braccia incrociate e il muso imbronciato.
«Uffa! Riesce sempre a farmi innervosire», disse con l'aria di chi ha avuto una giornata storta.
«Che succede?», chiesi confusa.
«Niente, Katie».
«Non può essere "niente" se entri sbattendo la porta», dissi.
«Tesoro, dai!», la porta si aprì, rivelando la figura snella di mia madre.
«Ecco fattelo spiegare da lei cosa è successo».
Alzai gli occhi al cielo e subito dopo guardai mia madre per incitarla a darmi una spiegazione.
«Prima di reagire così devi farmi finire di parlare», disse mia madre, ma mia sorella Maddy restò impassibile con le braccia incrociate al petto e un broncio enorme disegnato sulla faccia.
«Mi dite che succede per favore?», chiesi per l'ennesima volta.
«Ho detto a tua sorella che quest'anno non andremo a Barcellona per le vacanze perché...»