3. Mai sottomettersi al nemico

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«Oh! Tesoro finalmente siete arrivati

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«Oh! Tesoro finalmente siete arrivati. Come mai avete fatto così tardi», chiese Kristal appena li raggiungemmo in spiaggia.

«William si è perso mamma», disse Lara ridendo.

«Come si è perso? Gli ho inviato la posizione, in modo che avesse più chiara la strada»

«Beh! A quanto pare non è servito»

A quelle parole risi e Lara ammiccò.

«Non mi sono perso okay? Io e Katie...», indugiò, «ci siamo in­trattenuti a parlare, non è così Katie?»

«No, William smettila di dire bugie solo per evitare di fare una figura di tu sai cosa», a quelle parole tutti risero, mentre William mi lanciò un'occhiata omicida.

«Va bene, fa come ti pare, se ti va di raccontare fesserie sei libera di farlo». Mi sorpassò dandomi una spallata. Lanciai uno sguardo di intesa a Maddy che, recependo il messaggio, inizio a parlare con Lara e i suoi genitori, mentre io rapidamente lo raggiunsi sbarrandogli la strada.

«Non mi va di raccontare fesserie, ma se vuoi che dica la verità, nuda e cruda, basta dirmelo», sussurrai.

Ghignò. Dopodiché avvicino le labbra al mio orecchio e sussurrò qualcosa che mi tolse il fiato, bloccandomi il respiro per qualche secondo.

«Vorrei vedere te nuda». Il suo fiato caldo mi sfiorò la pelle, mentre le sue dita affusolate percorsero lentamente la mia spina dorsale. Strabuzzai gli occhi davanti alla sua affermazione e la salivazione sulla lingua venne a mancare. Nel tentativo di ricompormi sbattei gli occhi più volte e deglutii rumorosamente.

«N-no ero q-quella che... ti faceva incazzare?», dissi con il fiato corto.

«Tu mi fai sempre incazzare...». Sussurrò, appena sopra la mia guancia destra, ad un passo dall'incavo sotto l'orecchio. «È da quando eravamo piccoli che non smetti di provocarmi. Tuttavia sarebbe terribilmente appagante avere il tuo corpicino, così piccolo e inerme, sotto ai miei occhi», continuò facendo scivolare due dita sottili sul mio fianco, con estrema delicatezza. Una delicatezza pungente che portò il mio corpo ad uno strano tepore, un calore incontrollato e incoerente, che percorse la mia spina dorsale come un brivido felino.

«Se...se stai cercando di mettermi in difficoltà non ci riuscirai chiaro?» balbettai. «Q-quindi vedi di finirla, altrimenti...»

«Altrimenti cosa? Mi stai sfidando?», provocò ancora. Voltai la testa verso di lui e solo allora mi resi conto di quanto fosse vicino. Le sue iridi azzurre apparivano come due fari celestiali in una notte buia e nebbiosa, ed erano così chiare da bloccarmi il respiro in gola. Tentai di respirare a fondo, il più silenziosamente possibile, nascondendomi dal suo sguardo indagatore, e mi sforzai di irrobustire le corde vocali sperando che la mia voce non appa­risse fragile e insicura.

«No caro, sei tu che mi sfidi. Io mi limito ad affrontarti»

Rise di nuovo, «certo, e sai farlo anche molto bene, piccola»

La mia esistenza (IN REVISIONE✍🏻🗒️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora