Capitolo 2

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Yunmi non aveva un carattere molto forte e determinato. Sin da piccola se qualcosa non le riusciva al primo tentativo mollava il colpo e provava qualcos'altro. Senza pensarci troppo. Alcuni sostenevano che era dovuto alla sua timidezza, altri che fosse un aspetto distintivo del suo carattere, ma la verità era che Yunmi non era forte e determinata perché non aveva mai avuto forti e determinati desideri. Era sempre stata molto svogliata. Non viziata, questo no, ma non aveva mai desiderato qualcosa cosí tanto che valesse la pena di lottare per ottenerlo. Quindi tutto ciò che aveva era stato ottenuto facilmente. E non essendo abituata a lottare, proprio quando il traguardo era tanto ambito quanto difficile da raggiungere, la sua debolezza la sovrastò.
John. Ci pensava tutto il tempo. Il suo primo, vero desiderio era già cosí impossibile.

Ecco, l'ora che aspettava da tutto il giorno era arrivata: informatica. Naturalmente l'ammiratissimo John Evans era circondato da ragazze adoranti e sospiri sognatori e, come al solito, non aveva nemmeno un compito.
Nonostante fissasse John tutto il tempo rispondeva comunque giusto alle domande dell'insegnante, che ogni volta si complimentava con lei e scoccava occhiatacce a lui.
"Evans! La smetta per cortesia di chiaccherare e si concentri sulla lezione! I suoi voti sono appena sufficienti, lo sa?"
Con un risolino di sfida John porse delle scuse teatrali che fecero ridere l'intera classe. Per fortuna la campanella suonò proprio in quel momento, evitandoci una severa punizione.
Yunmi raccolse tutto il suo coraggio e tentò un secondo timidissimo approccio:
"Ehi ciao... ehm... Senti se... se hai bisogno di un aiuto con informatica... chiamami pure."
Era di nuovo rossa come un pomodoro maturo.
"Oh, certo. Lo terrò presente, va bene?" Disse lui facendole l'occhiolino.
Lei si sentí scogliere.

Nonostante tutto, John non era chiaramente interessato a lei. Lui preferiva lo sport.
C'era solo un modo per convincerlo: sconfiggere la timidezza. Ma come una vecchia abitudine è difficile levarsela di dosso. E poi, come avrebbe mai fatto a parlargli se ogni volta diventava paonazza in volto e balbettava?
Ma la soluzione era piú vicina di quanto non immaginasse.

"Yunmi! Che fai lí tutta sola? Vieni a pranzare con noi!"
Una voce familiare la riscosse dai suoi pensieri. Si voltò di scatto e vide Giorgia accanto ad Alisia agitare un braccio nell'aria per attirare la sua attenzione.
"Arrivo subito!"
Fra una patatina fritta e l'altra Yunmi chiese alle amiche:
"Ragazze ho bisogno di un aiuto. Come faccio a fare in modo che John mi noti?"
Si vedeva l'imbarazzo nei suoi occhi.
"Secondo me lo devi lasciar perdere."
Rispose molto secca Giorgia mentre ancora stava masticando una foglia di insalata. Yunmi abbassò lo sguardo. Non voleva lasciar perdere, non questa volta!
"Perché non gli parli?"
Disse piú comprensiva Alisia, ma anche questa domanda la mise in imbarazzo.
"Ecco, vedi? Questo è il problema!" Interruppe Giorgia indicandola con la forchetta "Sei troppo timida!"

Aveva fatto centro.

"E come faccio a sconfiggere la timidezza?"
Chiese lei con tono supplicante.
Giorgia sembrò pensare intensamente per qualche secondo.
"Devi stare molto di piú in mezzo alla gente, dialogare, fare nuove amicizie."
I suoi occhi sembravano brillare mentre diceva queste parole.
Per Yunmi sarebbe stato molto difficile.

Fin da quando era una bimba era sempre rimasta da sola a casa. I suoi genitori lavoravano parecchio tutto il giorno, per questo era stata spesso costretta a restare interi pomeriggi a giocare da sola con le bambole, senza parlare con nessuno. Crescendo in quei pomeriggi aveva imparato a impiegare diversamente il suo tempo, immaginando mondi strepitosi, avventure mozzafiato e, perché no, anche il principe azzurro. Aveva sempre visto la realtà come un mondo alternativo, come qualcosa che la distraeva dal suo sogno perfetto. In un sogno, si sa, qualsiasi cosa succeda ha poca importanza, tanto ci si sveglia e tutto scompare. Lei la pensava esattamente nello stesso modo... per quanto riguardava il mondo reale.
Per questo John era stato come una sveglia improvvisa in un sonno profondo: perché è stato la prima cosa per cui valesse la pena di lottare.

Rimaneva il problema. La timidezza. Giorgia sembrava molto speranzosa: guardandola negli occhi si potevano leggere un sacco di pensieri, come se avesse già milioni di idee pronte in mente.
"Come farei senza di te?" sorrise Yunmi.

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