Capitolo 8

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Si stringeva sempre di piú in sé stessa, teneva la testa bassa e gli occhi serrati. Era pronta a ricevere il colpo.
Sentí un rumore, ma non le era successo niente. Tremante socchiuse un occhio alla volta, lentamente, per poi spalancarli di colpo incredula.

C'era qualcuno, davanti a lei, che la stava proteggendo!
Era una figura maschile, alta sicuramente piú di lei.
Doveva aver preso una bella botta, perché (anche se Yunmi non lo vedeva visto che era di spalle) aveva un grosso livido a pochissimi centimetri di distanza dall'occhio sinistro e tutta la guancia era arrossata.

"Vergognatevi!!"

La ragazza si stupí di questa sua rabbia.

"Vergognatevi, tutti e tre!!! Come osate picchiare una ragazza, cosí, senza pietà, piú piccola di voi!"

"Tu, come osi parlare a quel modo!?"

E il capo dei tre gli sferrò un altro pugno nello stomaco che lo fece incurvare in avanti, ma quel ragazzo non sembrava voler demordere.

"Non ti sono bastati i pugni che ti abbiamo dato??"

"Andate a dare i pugni a qualcuno che sappia difendersi da voi!"

I bulli si misero a ridere, una risata cosí perfida da far raggelare il sangue nelle vene della ragazza.
Stavano per suonarle di santa ragione a tutti e due, quando la campanella suonò e i tre scapparono.

Il misterioso ragazzo apparso dal nulla si voltò verso Yunmi e lei non perse occasione per osservarlo bene: era vestito tutto di blu, i capelli neri e tutti scompigliati gli coprivano quasi interamente un occhio che la guardava in modo freddo e distaccato. La carnagione era piuttosto chiara e sembrava forte, nonostante la corporatura magra.

La aiutò a rialzarsi: stava ancora tremando. La scrutò per un secondo con quegli occhi color zaffiro, freddi come il ghiaccio.

"Stai alla larga da qui." disse andandosene. Non c'era emozione né espressione nella sua voce.

Yunmi era piena di lividi, e dovette inginocchiarsi nuovamente per via di una fitta alla gamba. Mentre cercava di tirarsi su, notò qualcosa a pochi metri di distanza da lei. Sembrava un ciondolo. Lo raccolse e lo mise in tasca, poi si diresse in infermeria e fu rispedita a casa.
Le sue amiche erano preoccupatissime e andarono immediatamente a trovarla dopo la scuola.

"Yunmi!"
"Yunmi!"
"...ciao ragazze!"
"Ma Yunmi, come sei ridotta! Che è successo???"
"Chi è stato???"
"Avete presente quei bulli di quarta?"
"Quelli pluri-bocciati?"
"Quelli."
"Accidenti..."
"Eh, non dirlo a me!"
"Guarda, sei stata persino fortunata! Un primino il mese scorso ne é uscito col naso rotto!"
"Davvero!?"
"Giuro!"
"Mmhh... Allora mi sa che ho avuto fortuna davvero..." mentre parlava si guardava le mani graffiate e le braccia doloranti.
"Possiamo farti compagnia?" di nuovo Alisia sfoderava la sua arma segreta: gli occhioni da cucciolo irresistibili!
"Ma certo! Ho bisogno di un po' di vera vita... E poi la mamma ha fatto i biscotti!"
"Waaaa! Davvero!?"
"Ahah! Certo venite!" le invitò con un sorriso.

Attorno ad un tavolo e sgranocchiando biscotti caldi appena sfornati l'atmosfera si fece piú calorosa e casalinga. Sí, beh, oramai anche Giorgia e Alisia erano di casa.
Verso le sei Yunmi restò sola e si sdraiò sul letto a guardare il soffitto.
<<Ecco!>> pensava <<Come rovinare un weekend che si prospettava perfetto!>>
Tra l'altro, non poteva fare a meno di pensare al comportamento di John. Non ha neanche provato a difenderla, non ha neanche ricevuto un solo pugno, ha pensato solo a sè stesso. Ed è scappato. Quasi piú velocemente di quando correva per gli allenamenti.
Quella scena atteaversava in continuazione la mente e il cuore di Yunmi trafiggendolo ogni volta sempre piú nel profondo. Una lacrima le rigò silenziosa la guancia, e poi un'altra e un'altra ancora, finché non cominciò a piangere come una fontana inzuppando il cuscino.
Magari un po' di riposo le avrebbe fatto bene. Si girò nel letto in una posizione comoda, ma sentiva qualcosa pungerle insistentemente il fianco. Infastidita cercò di capire di cosa si trattasse.
Ah già! Il ciondolo! L'aveva messo in tasca dopo averlo trovato per terra a scuola. Lo osservò attentamente. Era un ciondolo piuttosto bizzarro: sembrava una sorta di ingranaggio, costituito da una base rotonda e una rotella fissata sopra. C'erano delle iscrizioni sopra, ma erano indecifrabili. Potevano essere antiche rune o qualcosa del genere. La rotella aveva un foro non troppo piccolo vicino al bordo e, girandola, si potevano leggere (se cosí si può dire) altre iscrizioni.
Davvero strano.
Ma in qualche modo affascinante.

Dopo cena andò subito a dormire. Voleva far finire quell'orribile giornata al piú presto.

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