Capitolo 19

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A Yunmi non poté fare a meno di scappare un sospiro. Negli ultimi dieci minuti aveva cambiato completamente situazione almeno tre volte! Si alzò in piedi e ritirò con cautela (era meglio non fidarsi troppo) la spada nel fodero. Anche lí, guardarsi intorno, ma per vedere cosa? Non si distingueva nulla se non una specie di nuvola bianca nella quale era immersa.
Come se le avesse letto nel pensiero, la ragazza sentí una voce.

"Non ti scomodare a cercare. Non vedrai nulla fino a che non lo deciderò io."

Da dove arrivava? Sembrava provenire da tutte le direzioni. E poi chi era? Non si riusciva a capire nemmeno se fosse maschile o femminile. Assomigliava molto a quella che ci permette di leggere nella mente, di cui non conosciamo né il sesso né il suono, ma per un motivo o per l'altro esiste e la sentiamo.

"Smettila di farti tante domande."

Allora era vero, poteva leggerle nel pensiero.

Un attimo dopo, proprio davanti a sé, vide la nuvola in cui si trovava aprire un piccolo squarcio, fino a lasciarle intravedere una lunga scalinata, larga e scura, immersa nel buio e di cui non si riusciva a scorgere dettagliatamente la fine. Yunmi esitava a salire: poteva essere una trappola. Poi però, osservando meglio, proprio sulla cima notò il muro di una specie di stanza, dello stesso colore grigio scuro. Strizzò gli occhi per vedere meglio. La parete era attraversata da delle linee piú scure, che convergevano tutte nello stesso punto.
Yunmi allora salí il primo scalino, perché dal punto in cui si trovava ancora non riusciva a capire. Quelle linee rivelavano disordinatamente dei debolissimi luccichii di forma curva, come gli anelli di una catena. A questo però la ragazza dava poca importanza, perché la sua attenzione si concentrava sul capire che cosa ci fosse al loro punto di incontro. Riusciva appena a distinguere una macchiolina anch'essa grigia per via dell'ombra.
Niente da fare, doveva salire ancora.
Arrivata quasi a metà poteva intuire che si trattasse di una persona, ma istintivamente la sua mano cominciò a stringere l'elsa della spada: se era cosí pesantemente incatenato, c'era una buona probabilità che si trattasse di qualcosa di pericoloso. Continuò ad avanzare, ma piú lentamente. Era un umano, ne era certa: era in ginocchio a testa bassa e con le braccia alzate, immobilizzate dalle catene.
Solo quando ormai mancavano poco piú di tre gradini riuscí con orrore a capire di chi si trattasse.

"KYORU!"

Gridò, iniziando a correre verso di lui. Davanti a lei, però caddero rapide delle spesse sbarre d'acciaio che la fecero sussultare.

"KYORU!!!"

La ragazza urlò ancora, senza ricevere alcuna risposta.

"È inutile." le diceva quella strana voce "Non può sentirti."

Ma Yunmi non la ascoltava. Scuoteva nervosamente le sbarre, troppo rigide per essere smosse, gridando con quanto fiato aveva in gola. Non poteva essere vero. Kyoru era lí, com'era possibile che non sentisse?
La povera ragazza si dimenava nel tentativo di raggiungerlo, osservando con gli occhi ormai colmi di lacrime quella figura che, a contrasto, rimaneva immobile e insensibile.
I vestiti strappati, l'armatura oramai distrutta e graffi su tutte le braccia e (per quanto si riuscisse a vedere, perché rivolto verso il basso e coperto dai capelli) il viso.

Batté i pugni contro le sbarre e si lasciò cadere in ginocchio.
Cosa poteva fare? Kyoru era lí, davanti a lei, eppure non poteva salvarlo.

"Cosa devo fare?" chiese tra i singhiozzi "Dimmi, chiunque tu sia, come posso liberarlo?"

"Non puoi." quella voce, di nuovo.

"Cosa!? Ma, ci deve pur essere un-"

"Ho detto che non puoi." la interruppe. "Ora, però, lo raggiungerai."
Ecco. Ora la voce dapprima effimera prendeva corpo. O almeno, posizione. Dal fondo della scalinata, quello da cui era salita, cominciava ad udire dei soffusi passi. E mano a mano che procedeva, la voce si faceva sempre piú simile a una che le era molto familiare.

"Anche tu incatenata..."

Sí, la conosceva.

"Anche tu sola..."

Una sagoma si cominciava a distringuere nella nuvola bianca. Quella voce...

"E anche tu..."

...era proprio...

"MORTA!"

...LA SUA!

Il suo cuore cadde in frantumi.
In fondo alla scala, una persona identica in tutto e per tutto a lei rideva soddisfatta. La stoffa del suo abbigliamento anziché viola era rossa, cosí come gli occhi, sottili e perfidi.
Yunmi (la vera Yunmi) guardò ancora con sguardo disperato il ragazzo che giaceva dietro di lei.
No, non era vero, non era morto, sicuramente no. Ne era convinta, non era possibile altrimenti!

Col cuore gonfio di rabbia, si gettò in una corsa folle giú dalle scale, con la spada sollevata pronta per abbattere una volta per tutte la causa di tutto quel male.
Quando la lama fu a pochi centimetri dal suo volto, Yunmi d'ombra si scansò abilmente, facendo piombare a terra l'avversaria. Questa però, ancora dominata dalla collera, tornò all'attacco, rivelando tecniche che nemmeno sapeva di conoscere. Nessuna di esse andò a segno. Era troppo veloce, inoltre sembrava conoscere in anticipo ogni sua mossa.

Yunmi d'ombra era arrogante nel suo modo di fare, prepotente e superiore. Lo stesso atteggiamento di un'altra persona che la ragazza aveva imparato ad odiare.
Anche i colori del suo abbigliamento le ricordavano quelli di qualcun'altro molto simile.

Yunmi già ansimava. Troppe emozioni in una volta le avevano fatto perdere le energie. Questo però non le impedí di fissare l'avversaria con sguardo fulminante e sibilare sdegnata:

"Kyoru d'ombra. Sei la stessa cosa di quell'essere insopportabile, vero?"

Il ghigno sul suo volto si fece sempre meno deciso.

"Tu non sei né lui né me. Hai solo bisogno di un corpo a cui aggrapparti disperatamente. Ed è per questo che so che Kyoru non è morto: perché altrimenti lo saresti anche tu!"

Queste ultime parole quasi arrivò a gridarle.
Quel sorriso beffardo sul viso di Yunmi d'ombra era ormai sparito, ma fu presto rimpiazzato da una risata fredda che risuonò per tutto l'ambiente.

"Sei intelligente ragazzina. Davvero, non me lo aspettavo. Ma c'è un particolare della tua teoria che purtroppo per te sono costretta a correggere: le ombre come me scompaiono solo se la persona di cui hanno preso le sembianze viene uccisa per mano di un essere della stessa specie. Pensavi che con quel 'Purtroppo non posso ucciderti' mi riferissi al fatto che se lo avessi fatto sarei morta?" di nuovo quella risata tremenda "Davvero divertente! Il problema è che io non posso farlo. Il riflesso funziona solo in un senso."

A Yunmi vennero in mente le immagini del giorno in cui Kyoru era stato intrappolato nello specchio: Kyoru d'ombra non riportava le stesse ferite.
La ragazza strinse i denti: non c'era via d'uscita!

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