Se niente ci salva dalla morte, che almeno l'amore ci salvi dalla vita.
Pablo Neruda
Marah
A passi vacillanti mi dirigo verso la casa dove poco prima si è diretta Leyla, con l'anima rotta e sulla pelle i graffi che mi ricordano ogni ferita che ha scalfito il mio cuore.
Ogni solco e ogni lacrima che mi hanno spezzata mi hanno sempre riportato a lui, a Malak, che mi è rimasto dentro, come una scheggia conficcata sotto la pelle e che per tutto questo tempo non mi ha mai fatto mollare. Senza di lui, sarei rimasta ancorata al dolore, portandomelo addosso come se fossi sola.
Non lo sono, non lo sono mai stata, ma è stato Kam a salvarmi, non lui.
Dov'è? Dov'è stato finora?
Mi sono aggrappata a Malak nonostante la sua assenza, come se fosse una realtà tangibile, ma solo ora mi rendo conto che forse era solo nella mia testa.
Kam invece è reale ed ero tra le sue braccia fino a pochi istanti fa.
Non posso provare dei sentimenti per lui: sarò dannata o forse è troppo tardi e lo sono già.
Con un groviglio nel cuore, raggiungo la casa giusto in tempo per scorgere la presenza di Ibrahim, bianco come un cencio, ma ancora del tutto vigile.
Non appena mi vede entrare, i suoi occhi si scansano dai miei.
È furioso, forse perché ancora una volta sembra che il destino abbia intralciato i piani terroristici di questi uomini spietati, anche se una delle auto è riuscita a forzare il posto di blocco.
Prego Dio che non ci siano stati morti.
Ignoro Ibrahim e passando davanti a lui e a sua sorella che non sembra voler lasciare il suo capezzale, decido di salire nella mia stanza per prendere dei vestiti puliti e degli asciugamani.
Le piccole vasche per le abluzioni non sono sufficienti per togliermi di dosso tutto il suo sangue. Non sono pentita di averlo soccorso, ma evito di guardarmi le mani che lo hanno toccato perché ora mi sento troppo scossa e soprattutto sporca.
Finché lui è nella casa non mi potrà raggiungere né spiare ancora.
Quando sento l'adhãn, il canto di richiamo alla preghiera, decido di approfittare della situazione per dirigermi verso il cortile sul retro dove ci sono le docce comuni.
Credo che alle donne sia vietato usarle perché si trovano più vicine agli alloggi degli uomini, ma ho giusto il tempo per lavarmi prima che la preghiera finisca e che qualcuno possa scoprirmi.
Cammino a passi lenti, guardandomi intorno sperando di non incrociare nessuno.
È ormai buio e questa notte non c'è nemmeno il chiarore della luna a illuminare i miei passi.
Nonostante l'atmosfera lugubre, sospiro di sollievo perché è talmente buio che non mi noteranno nemmeno le guardie al cancello.
Sto per aprire la porta quando un rumore alle mie spalle mi fa rabbrividire.
Mi appiattisco contro il muro sperando che l'oscurità della notte sia sufficiente a proteggermi, ma poi una figura mi si avvicina.
«Cosa stai facendo?»
Rimango in silenzio per qualche secondo anche se ormai riconoscerei a primo istante la voce di Kam.
Dovrei essere spaventata, ma non lo sono. Al contrario percepisco il battito del mio cuore accelerare, ma non è paura quella che sento, ma un'agitazione ormai diventata familiare ogni volta che quell'uomo mi è vicino.
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Heart Blast - Un'esplosione nel cuore
Mystery / ThrillerIn una mattina come tante, Kamal si sta allenando con la tv accesa, quando un'edizione straordinaria del notiziario manda in onda delle scene agghiaccianti. È l'11 settembre 2001. Le immagini in diretta del tragico attentato alle Tor...