L'attesa è lunga. Il mio sogno di te non è finito.
Eugenio Montale, Il sogno del prigioniero
Marah
È passata una decina di giorni dall'ultimo attentato e finalmente le acque sembrano essersi calmate, ma ho sempre la sensazione che qualcosa di tremendo stia per accadere.
Io e Kam non ci siamo più parlati dall'ultima volta, malgrado ciò, quando ci incrociamo durante la preghiera o mentre esco in cortile per badare agli animali o stendere i panni, cerco di fargli capire con lo sguardo che sono in attesa di sapere se ha un piano per farmi fuggire, o qualsiasi cosa che possa salvare me e Leyla da questa prigionia.
Dal suo ultimo abbraccio, ora nei suoi occhi riesco a scorgere una sorta di attenzione nei miei confronti, come se provasse tenerezza, o almeno voglio illudermi che non sia solo pietà.
Anche se ci siamo baciati, cerco di convincermi che tra noi non può e soprattutto non deve esserci nulla, per quanto sia difficile scacciare dalla testa quello che ci siamo detti fuori dalla doccia e la passione che c'era nei nostri sguardi.
E lui? Ha capito cosa provo ogni volta che mi è vicino?
È inconcepibile che dopo ciò che mi ha fatto Ibrahim non provi repulsione per ogni individuo di sesso maschile, eppure sembra che quanto successo abbia innescato in qualche modo l'accettazione definitiva della fine del mio rapporto con Galen, sebbene la sua presenza invisibile fra noi sia stata una delle cause.
Anche la ferita di Ibrahim si sta risanando in fretta: è stato molto fortunato, perché il proiettile non ha lesionato né ossa né muscoli, quindi se la caverà solo con una brutta cicatrice.
Subito dopo la preghiera del venerdì, il grande capo, che tutti chiamano "El Raʾīs", ci raduna tutti: è la prima volta che assisto a una delle loro adunanze ed è incredibile vedere la devozione che suscita nei suoi uomini.
A dire il vero, non mi aspettavo che potessero partecipare anche le donne.
«Allah akbar!» inizia e, dopo aver sentito rispondere tutti in coro, prosegue con il suo discorso.
«Oggi vi ho riuniti tutti qui per comunicarvi che è successa una cosa gravissima: l'amīr Osāma bin Lāden è stato ucciso da un commando delle forze speciali americane.»
Un mormorio di voci si propaga tra l'assemblea. Qualcuno addirittura urla di rabbia.
«Silenzio!» ordina El Raʾīs e tutti obbediscono.
«Noi non rimarremo inermi; non staremo qui a guardare che gli infedeli ci impediscano di diffondere la verità!» continua per esortarci.
«Anche se la scorsa settimana il nostro piano è fallito e non ci sono stati martiri, non ci daremo per vinti. Allah non ci abbondonerà e avrà misericordia di noi se la prossima volta non lo deluderemo. Siamo riusciti a procurarci altri esplosivi grazie ai nostri traffici di reperti e ora abbiamo già deciso il nostro prossimo obiettivo.»
La notizia che al posto di blocco non ci siano state vittime mi fa sospirare di sollievo, ma non appena il capo riprende il suo discorso, trattengo il fiato temendo che la prossima potrebbe essere una carneficina.
Voglio andarmene da qui il più presto possibile. Do un'occhiata speranzosa a Kam e anche lui ricambia il mio sguardo, ma nonostante tutto, non riesco a decifrare nulla dalla sua espressione.
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Heart Blast - Un'esplosione nel cuore
Mistério / SuspenseIn una mattina come tante, Kamal si sta allenando con la tv accesa, quando un'edizione straordinaria del notiziario manda in onda delle scene agghiaccianti. È l'11 settembre 2001. Le immagini in diretta del tragico attentato alle Tor...