4.

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Mentre era in macchina, Zayn ripensava al giorno in cui sua moglie era morta e i ricordi gli affioravano alla memoria un po' alla volta, com'era successo quella mattina, quando aveva percorso Madame Moore's Lane per andare a pranzo con Louis.
Ma adesso, invece di girare all'infinito intorno alla medesima sequenza - dalla sua giornata di pesca alla discussione con Missy e a tutto quello che ne era seguito - erano interrotti da altri pensieri su Jonah e Liam Payne.
Con la mente occupata, guidava in silenzio.
Mentre aspettava che il padre si decidesse a rivolgergli la parola, Jonah era nervoso: si immaginava tutti i castighi che avrebbe potuto ricevere, e uno era peggio dell'altro.
Continuava ad aprire e chiudere la cerniera dello zaino e Zayn alla fine gli posò la mano sulla sua per farlo smettere. Ma a parte quel gesto, sembrava ancora ignorarlo e, dopo aver raccolto tutto il suo coraggio, Jonah lo guardò con gli occhi pieni di lacrime.

"Sono nei guai, papà?"

"No."

"Ti ha tenuto molto tempo il signor Payne."

"Avevamo un sacco di cose da dirci."

Jonah deglutì.

"Avete parlato della scuola?"

Zayn annuì e il bambino riabbassò lo sguardo sullo zaino, assalito dalla nausea e ansioso di tenere le mani occupate.

"Sono proprio nei guai", borbottò.

Mezz'ora dopo, Jonah era seduto a un tavolo all'aperto del Dairy Queen a mangiare un gelato con il braccio di Zayn sulle spalle. Alla fine avevano parlato per un po' e, dal suo punto di vista, la situazione non era disastrosa nemmeno la metà di quanto aveva temuto.
Il padre non aveva alzato la voce, non lo aveva rimproverato e soprattutto non lo aveva castigato.
Gli aveva chiesto soltanto di spiegargli che cosa gli avevano - o non gli avevano - fatto fare le sue maestre precedenti; Jonah aveva ammesso che, una volta rimasto indietro, si era vergognato troppo per chiedere aiuto. Aveva parlato delle materie che gli risultavano difficili - come aveva detto Liam, praticamente tutte - e aveva promesso di impegnarsi per recuperare.
Zayn gli aveva detto che l'avrebbe aiutato e che, se tutto andava bene, si sarebbe rimesso in pari in fretta. Tutto sommato, non era andata per niente male.
Ma non si rendeva conto che il padre non aveva ancora finito.

"Visto che sei così indietro", proseguì Zayn con calma, "dovrai restare a scuola dopo le lezioni qualche pomeriggio la settimana, in modo che il signor Payne possa aiutarti."

Jonah impiegò qualche secondo a registrare le sue parole, poi lo guardò, perplesso.

"Dopo la scuola?"

Zayn annuì.

"Il signor Payne ha detto che così recupererai più velocemente."

"Io credevo che mi avresti aiutato tu."

"Infatti, ma non posso farlo tutti i giorni. Devo lavorare, e il tuo insegnante si è offerto di sostituirmi quando non ci sono."

"Ma...dopo la scuola?" Ripeté Jonah, con voce lamentosa.

"Tre giorni la settimana."

"Ma...papà..." Gettò nel cestino quello che restava del cono.
"Io non voglio fermarmi dopo la scuola."

"Non ho chiesto il tuo parere. E poi, potevi dirmelo prima che avevi dei problemi, così magari ti saresti risparmiato questa fatica."

Jonah corrugò la fronte.

"Ma papà..."

"Senti, lo so che non è divertente, ma per un po' dovrai farlo. Non hai scelta e poi pensa che poteva andarti peggio."

A Bend in the Road  » ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora