Capitolo 14 Un silenzio assordante.

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Spettacolare.
Aveva un completo nero con una cravatta neanche allacciata e la camicia in disordine, però era fantastico. Un po' di capelli ricci stavano ricrescendo mentre quegli occhi verdi non si erano mai spenti.
"Vieni qua.." Dissi
Gli feci il nodo alla cravatta e gli sistemai la camicia
"Ecco, così meglio.. Mamma noi usciamo!" Urlai a mia madre che era al piano di sopra. Daniel mi fece entrare nella sua auto e iniziai a pensare come sarebbe il nostro futuro insieme, che aspetto avrebbero avuto i nostri figli e decisi di chiederglielo:" secondo te se avessimo figli, che aspetto avrebbero?" Sorrise all'idea, forse anche lui si era fatto la stessa domanda:" beh me se sarebbero delle bambine con i capelli biondi e gli occhi grigi-azzurri e le mie fossette.." Riflettei e poi ribadissi:" secondo me sarebbero castani con gli occhi azzurri e la tua carnagione.." Sognavo di avere in casa tante piccole Liv o tanti piccoli Daniel.
- quanti figli vorresti avere?- mi chiese
- tre
- perché proprio tre?
- perché ho sempre adorato il numero tre, è come se fosse il mio numero fortunato..
- come la chiameresti? Se fosse femmina
- charlotte credo.. - dissi senza riflettere
- oddio no! Mm... Io la chiamerei Clivia, come il fiore.
- se fosse maschio?
-David, mi sa di un nome forte David..comunque sia siamo arrivati andiamo su.
La festa era un vero spasso ma non riuscivo a levarmi dalla testa l'immagine di me e Daniel sul nostro letto con tre bambinetti che ci chiamano mamma e papà.. Poi mi immaginavo io seduta al bancone ad ordinare un buon milkshake, io che studiavo con lui accanto che mi rompeva, immaginavo le nostri notti insieme,
I nostri litigi che avremmo avuto,
I baci,
Le piccole carezze e le smancerie,
Immaginavo i nostri piccolini che quando ci vedevano si disgustavano per tutte coccole. Non mi stavo godendo la serata, la stavo buttando in un fiume di cose che desideravo.. Stavo come svenendo sopraffatta da tutti quei pensieri quando mi prese per un braccio e mi portò al piano di sopra. Ero tristissima in quel momento, ma Daniel aveva una espressione durissima in volto:" che ti prende!?" "Voglio morire." L'unica cosa che provavo davvero, non sarei riuscita ad andare avanti senza Daniel.. Non ce l'avrei mai fatta. Mi prese per un braccio molto violentemente:" che cazzo di ragionamenti fai!? Sono io quello che deve aver paura non tu! Sono io quello che sta male! Sono IO QUELLO CHE STA PER MORIRE! Tu non hai fatto nulla, tu ti sei solo innamorata della persona sbagliata e scusa! Scusa di averti fatto entrare nel MIO mondo, malaticcio come sono ma sono egoista lo so! Non sopporterei mai che tu morissi a causa mia. Liv nel mondo ci sono altri milioni di esseri umani e ognuno di loro saprà amarti o odiarti senza dubbi. Sarai amata o odiata a nessuno starai indifferente. E non mi chiedere il perché lo scoprirai, ci sono altre milioni di persone non puoi VOLER morire per colpa mia! Dio santo Liv Madison! Sei grande abbastanza! La mia presenza ti fa solo peggio, adesso me ne vado e non fermarmi dobbiamo allontanarci ora prima che sia troppo tardi" avevamo entrambi le lacrime agli occhi quando io controbattei:"È GIÀ TROPPO TARDI!!" Con questo uscì dalla stanza sbattendo la porta talmente forte da far vibrare tutta la stanza. Dopo 10 minuti di pianto qualcuno bussò alla porta per poi scoprire che era Alice:"so cosa è successo.. Vieni.." La abbracciai e ci stringemmo e crollammo sul pavimento quando io le raccontai tutto, con lei non dovevo vergognarmi lei era come me.. Era davvero un'amica per me.. Poi tornai a casa ancora con le lacrime che mi rigavano il viso e mi buttai sul letto per fissare quella lucina sul soffitto. Avevo bisogno di dormire ma non avevo sonno,
Avevo bisogno di mangiare ma non avevo fame,
Avevo bisogno di svagarmi ma non avevo voglia,
Avevo bisogno di vivere ma volevo solo morire per mettere fine a tutta la mia sofferenza.
Ma in quel momento ero in pace con me stessa, non provavo niente, ne gioia ne tristezza, provavo solo un vuoto che sapevo dentro di me che non si sarebbe mai colmato e questo mi fece mugugnare. Dove era Daniel? Era tornato a casa? Era vivo? Feci una mossa molto veloce e chiusi la luce, mi infilai sotto le coperte continuando a fissare quella lucina spenta. C'era un silenzio assordante. Una luce troppo buia dentro di me. Morire era l'unica soluzione.. Ma se Daniel ce l'avrebbe fatta? Avevo appena stretto un patto con me stessa che nessuno poteva sciogliere.. Lui moriva io mi buttavo dal 6 piano di casa mia.
Niente e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea, stavolta anche senza forse.

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