capitolo 3

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Adesso i miei piani erano cambiati. Se Carl fosse stato dalla mia parte sarebbe diventato tutto più semplice. Quindi ecco il mio nuovo obbiettivo:
dimostrare a Carl che l'isola era davvero un posto magico e meraviglioso e che non ne valeva la pane distruggerlo.

Camminavamo già da un pò dato che procedevamo a passo lento. Aiutavo Carl dicedogli dove mettere i piedi dopo che in meno di due minuti era riuscito ad inciampare in una radice ed era quasi finito nella sabbie mobili.

- dove stiamo andando di preciso?

- dove tutto è iniziato.

Il posto più bello dell'isola era il laghetto con il mio rifugio sottacqua ma ancora non mi fidavo abbastamza per portarlo là.
Arrivammo nella spiaggia dove c'era la barca ma proseguimmo verso ovest dove c'era una baia.

La baia era piccola ma stupenda l'acqua lì aveva delle sfumature di verde identiche ai miei occhi e a quell'ora ogni sera la lune rifretteva proprio sull'acqua a poca distanza dalla riva illuminando leggermente il paesaggio attorno.
Gli feci segno di sedersi sulla sabbia accanto a me e lui non se lo fece ripetere due volte.

- prima hai detto che qui è iniziato tutto, cosa intendevi?

Feci un lungo respiro. Non avevo mai parlato a nessuno di certe cose, neanche a Fannie. Ma sentivo che di lui potevo fidarmi.

- otto anni fa, quando avevo dieci anni, mi sono svegliata esattamente dove siamo seduti adesso. Non ricordavo nulla a parte il mio nome e continuo a non ricordare nulla della mia vita precedente al naufragio. Mi sono sforzata a ricordare ma niente non ricordo nulla. Qui è cominciata la mia nuova vita ed è per questo che chiamo questa spiaggia Origine.

- ma non ricordi assolutamente nulla? Neanche i tuoi genitori?

Feci il segno di negazione con la testa.

- wow e quindi è da quando avevi dieci anni che vivi qui da sola?

- si ma non sono sola ho un sacco di amici fra gli animali. Solo mi hanno sempre sostenuta e aiutata in tutto.

- aspetta un attimo. Quello che dici non ha senso. Gli animalo non parlano mica!

Lo guardai confusa. Possibile che lui non riuscisse a parlare con gli animali?

- tu non li senti quando parlano?

- ok adesso incominci a farmi veramente paura. Gli animali non parlano fanno solo versi. Nessuno al modo riesce a parlare con gli animali. È assurdo!

- beh allora io sono assurda- sussurrai, ma in quel silenzio mi sentii lo stesso.

- non farmi ridere è impossibile che tu riesca a parlare con gli animali!

- ti dico che è così!

- dimostramelo.

- ok. Domani a mezzogiorno fatti trovare nella mia casa sull'albero. Adesso stanno dormendo non voglio disturbarli.

- ci sto! Tanto è impossibile!

Certo che era proprio ottuso quel ragazzo! Cercai di non pensare a quella discusione e ritornai a guardare il mare.

- ti va di fare un gioco?- mi chiese d'un tratto.

- ehm... ok, di che si tratta?

- è il gioco delle dieci domande. Ci facciamo delle domande a vicenda e dobbiamo rispondere con la verità. Non possiamo mentire.

- ok ci sto. Ma inizio io.

- okay...

- com'è la vita là fuori? Cioè... hai capito cosa intendo.

- è tutto un casino. Ti assicuro che non ti perdi quasi nulla. Fra la scuola, gli allenamenti, gli amici è tutto un casino.

- scuola? Cos'è la scuola?

- la scuola è un posto dove ti insegnano tante cose noiosissime che dovrebbero servirti per il futuro eccetera eccetera...

- ah... e-

- adesso tocca a me a fare la domanda. Quando piove e ci sono tempeste dove stai? Cioè non penso che stai su quell'albero vero? Perchè è pericolossissimo!

- io... ehm.. ecco... io lì tengo il mio mondo. Tutto quello che ho. Come faccio a sapere che non userai quest'informazione contro di me?

- hai perfettamente ragione ma ti giuro che non ti farei mai del male.

In quel momento lo guardai e mi resi conto che non l'avevo ancora osservato come si deve.
Indossava una canotta bianca e dei bermuda che risartavano il suo fisico semplicemente perfetto. I capelli erano un pò in disordine ma gli donavano tantissimo. Le sue labbra sembravano disegnate da quanto erano belle e perfette e i suoi occhi... erano blu come l'oceano con delle sfumature piu chiare.
Ero rimasta ad osservarlo più del dovuto e lui se ne accorse.

- mi offervi da un pò. Ho qualcosa che non va per caso?

- no, no! È che n-non avevo mai visto un ragazzo ecco- dissi decisamente in imbarazzo.

- ah già, mi è difficile pensare che vivi in un isola deserta.

- ancora non mi hai detto niente su questo posto. Certo non è niente in confronto alla grotta ma...- mi bloccai subito. Avevo parlato troppo.

- grotta? Quale grotta?

- no niente niente.

- no ormai sono curioso, è quel tuo posto segreto vero?

Annuì

- facciamo così. Se ti dimostri fedele e mantieni la promessa che mi hai fatto fra due giorni te la faccio vedere.- dissi io e quando incrociai il suo sguardo ebbi la conferma che mi potevo fidare.
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