capitolo 14

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P.v. Leyla

La prima cosa che vidi fu luce. Tanta luce. Una luce che mi accecava.
Per un attimo mi sfiorò il pensiero di essere in paradiso o in qualche luogo simile ma subito la mia vista iniziò a schiarirsi e mi resi conto di essere nella mia casetta sull'albero draiata sul mio letto... Ma..Com'era possibile? Non ero mezza morta nella grotta? Con una gamba incastrata, sanguinante e ... La mia gamba! Subito il mio sguardo si posò su di essa e un sospiro di sollievo lasciò le mie labbra. Era fasciata ma non sambrava messa troppo male, non sentivo neanche troppo dolore come prima... Ma prima quando? Da quanto ero qui? Chi mi ci aveva portata? Chi mi aveva salvata?
Tantissime domande mi affollano la testa quasi a farla scoppiare finché non mossi la mano e toccai qualcosa, o meglio, qualcuno.
Mi girai di scatto e vidi un Carl addormentato con la testa sul mio letto ed... evidenti occhiaie a circondargli gli occhi? Da quant'è che non dormiva??

- C-carl...- la mia voce era quasi un sussurro ma comunque bastò per farlo svegliare di soprassalto.

- Leyla? Leyla!! Sei sveglia! Non immagini neanche quanto mi.. ci hai fatto preoccupare! Pensavamo non ti saresti più svegliata! Non provare a farlo mai più!... Pensavo di averti persa per sempre...- e mi abbracciò.

L'ultima parte la disse così piano che intuì non volesse farmela sentire.

- s-scusa... Io, ecco, non immaginavo che vi avrei fatto preoccupare così tanto, mi dispiace non avrei mai voluto. Mi era sembrata la cosa più semplice e logica da fare... Non ho pensato, mi dispiace... Pensavo che le lettere sarebbero bastate, in fondo io sono solo una ragazza senza identità, non sono così importante..

- non dirlo neanche per scherzo capito? Non provarci nemmeno a dire che non sei importante. Come hai scritto nella lettera, tu sei la mia ragazza della giungla e col cavolo che non sei importante per me! Splendida  e stupida che non sei altro! Non provare mai più a lasciarmi con una misera lettera okay? E per la cronaca, ti perdono per tutto, anche se la colpa in quasi tutti i casi non è tua.- mi disse col cuore in mano, e rimasi senza parole.

Non sapevo cosa dire o fare.
Ero rimasta semplicemente dì stucco. Lui era diventato una presenza importantissima e rassicurante per me, proprio come gli avevo scritto, ma non pensavo che fosse reciproco.
Era arrivato sull'isola come un ragazzo che detestava la natura incontaminata e col quale non andavo affatto d'accordo mentre adesso... Che dire, era un altra persona.
Una persona che riusciva a farmi sentire strana in un modo che non riuscivo a spiegarmi, una persona con la quale mi sentivo al sicuro e protetta e che si era affezionata a me.

Non sapendo come rispondere, mi limitai a ricambiare l'abbraccio.

D'un tratto però, tutte le domande iniziali mi ricircolarono per la testa.

- carl, posso chiederti alcune cose?

- certamente, dimmi tutto

- ecco... Perché hai quelle occhiaie? Da quanto non dormi? Da quanto dormo io invece? La situazione sull'isola com'è? E Fannie e il resto della mia famiglia? Stanno bene? E Cora! Lei come sta? Ci sono sue notizie? Cosa le è successo? Perche non era con me quando mi sono svegliata nella grotta? E...

- hei hei calma, prendi un bel respiro e tranquillizzati,m. Ecco, perfetto, così. Le occhiaie le ho perché non ti svegliavi da due giorni e non sono riuscito a chiudere occhio, come nessun altro d'altronde. La situazione sull'isola è, ecco, diciamo che per il momento è stabile ma ancora per poco perché per dopodomani è progettato l'inizio del lavori ma stai tranquilla perché si sono dati tutti da fare al massimo ed è quasi tutto pronto.
Per quanto riguarda Fannie, è super preoccupata per te e anche super attiva nei preparativi con gli altri ma fra poco andrò a tranquillizzarli dicendogli che ti sei svegliata e quindi staranno bene. Soddisfatta delle risposte?- aveva un sorriso molto tirato, come se quello che mi avesse detto non fosse tutto, come se avesse paura di dire qualcosa.

- In realtà ti sei scordato di una domanda. Cora? Come sta lei?

- Leyla io... Ecco, Cora...

Il gelo ed il terrore misero radici in me quando la sua espressione tramutò da 'finto sorriso' ad una molto simile al lutto.

- sputa il rospo Carl! Cos'è successo alla mia Cora! Che cosa le è successo???!!!

- Leyla calmati ti prego, non fare così, per favore- i suoi occhi divennero lucidi e fu così che capì.

- N-no, n-non n-non può essere. Nonononono! Cora non può essersene andata! La mia Cora non l'avrebbe mai fatto! N-non...

Mi ritrovai singhiozzante di nuovo stretta in un abbraccio di Carl, il quale mi sussurrava dolci parole per cercare di confortarmi, ma nulla poteva consolarmi in quel momento.

Cora, uno dei membri più importanti della mia famiglia,
la delfina che mi consolava ogni volta che ero triste facendomi provare l'ebrezza dell'oceano dalla sua pinna,
colei con cui avevo trascorso alcuni dei momenti migliori della mia vita, se ne era andata per sempre. Ed era tutta colpa di quei maledetti agenti egoisti.
Li avrei terrorizzati a tal punto da non farli riprendere mai più e portarli alla follia.

Me l'avrebbero pagata cara.

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Questo quasi siciramente è il penultimo capitolo.
Tranquille, il sequel ci sarà.
Ancora sono troppe le incognite su Leyla e le sue origini per lascoarla così.
Spero che la storia vi sia piaciuta e che continuiate a leggere alche la seguente.
-athena

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