capitolo 13

2.1K 143 1
                                        

Ero morta?
Questa fu la prima cosa che pensai appena ne fui capace.
Poi arrivò un fortissimo dolore alla testa ed uno altrettanto forte se non peggiore alla gamba.
Fu così che realizzai di non essere morta e di appartenere ancora al mondo dei vivi.
Quanto era passato da qaundo avevo perso i sensi?
Cosa era successo?
Cercai di ricordare ma l'ultima immagine ancora impressa nella mia mente era quella di Ica che andava più veloce sotto mia incitazione...
ICA!
Dov'era Ica??
Il panico mi attanagliò lo stomaco e fu in quel momento che aprì gli occhi.
Non l'avessi mai fatto... La scena che mi si presentò davanti non fu delle migliori, decisamente.
La prima cosa che vidi fu la mia gamba, quella da cui proveniva quel dolore insopportabile, incastrata sotto una roccia. Perdeva sangue ma la pressione esercitata dalla roccia doveva aver bloccato l emorragia ma di certo non contribuiva alla pulizia della ferita.
Provai a muoverla, a spossare il masso... Ma niente, fu tutto inutile, così mi giardai in torno alla ricerca di qualcosa o meglio di qualcuno, di Ica.
Dovevo trovarmi dentro una grotta sotterranea, come quella dove mi rifugiavo d inverno ma decisamente piu piccola. La luce scarseggiava ma riuscivo comunque a distinguere le forme. Non che mi servisse particolarmente... Avrei saputo orientarmi anche al buio grazie all'ecolocalizzazione che avevo appreso in quegli anni e forse sarebbe stato anche meglio non vedere le condizioni della mia gamba.
Poco distante da me c'era dell'acqua, profonda come a scavare un tunnel, dovevo essere arrivata da lì pensai. Ma restava sembra una domanda... Se non ricordavo niente e quindi ero svenuta prima di arrivare qui, Ica doveva avermici portata, ma allora dov'era?? Il terrore iniziava a farsi spazio dentro di me. E se fosse successo qualcos a Ica? Ed io? Come avrei fatto ad uscire di lì se ero bloccata? Come avrei fatto a non morire?

Passarono le ore, o forse minuti? Non c'era nulla là sotto che potesse farmi capire  lo scorrere del tempo o che momento della giornata fosse. Iniziai a sentirmi sempre più debole. Il sangue aveva finito di scorrere ma il dolore stava iniziando ad essere insostenibile. Avevo fame, molta fame. Era come se il mio stomaco stesse divorando se stesso pur di nutrirsi. Avevo freddo, tremavo tutta come una foglia, i denti sbattevano, la pelle ghiacciava.
Fu proprio quando ormai stavo per perdere ogni speranza che successe l'inevitabile: mi addormentai, sperando di risvegliarmi.

P.v. Carl
Ore 10.00
Da quando avevo letto quel messaggio d'addio erano passati due giorni e non riuscivo a darmi pace.
Nonostante non sembrasse più possibile che fosse ancora viva, nonostante tutti si fossero arresi alla sua morte io non l'avevo fatto, non ce l'avevo fatta. Era come se dentro di me sentissi che fosse ancora viva. Forse mi stavo solo illudendo, o forse no.
La temperatura dell'acqua aveva ricominciato ad avvicinarsi alla normalità perciò decisi di provare il tutto per tutto.
In fondo, cosa avevo da perdere?
Nella peggiore delle ipotesi avrei trovato il suo cadavere o quel che ne restava... Nella migliore... Beh non sapevo neanche quale potesse essere la migliore, sicuramente trovarla viva sarebbe stato vicino al miracolo ma dopo tutto questo tempo sicuramente non sarebbe stata illesa.
Così presi una decisione.
E mi attrezzai.

Ore 12.00

I miei genitori si erano allontanati dalla nave con un canotto per poter comunicare con le varie ditte di costruzioni e cose varie.
Così mi misi a lavoro.
Indossai la muta da sub.
Attaccai la bombola d'ossigeno, la collegai alla maschera, e sistemai tutto il resto del kit per immersioni che avevo ricevuto per la mia promozione a scuola.
Feci attensione a non farmi vedere dall'equipaggio, per lo più occupato coi preparativi per il pranzo, e mi tuffai.
Cercai per circa un'ora senza trovare nulla.
Flora marina rasa al suolo dalle eruzioni, lava solodificata, ma niente che potesse ricollegare a lei.
Fin quando non intravidi un bagliore.
Lo stesso che emanava l'entrata subacquea della grotta di Leyla.
Guardai il timer.
Mi restavano dieci minuti scarsi di ossigeno.
Dovevo fare in fretta.
Nuotai più in fretta che potei cercando di risparmiare piu ossigeno possibile.
Mi ritrovai davanti al bagliore e capì che la mia intuizione era corretta.
Così entrai in quel tunnel e lo seguì fino alla fine, fino a quando non sbucai in una grotta.

Era abbastanza buio, non so distingueva un granché. Così cercai la torcia nella cintura e la presi in mano. La accesi.

In un primo moemento non vidi niente apparte pareti di roccia.
Poi però mi girai.
E un misto di felicità, terrore e sollievo mi esplose nel petto.
Lei era lì, priva di sensi, con una gamba incastrata, una pozza di sangue a terra e una profonda ferita sulla fronte. Ma era lì, e per quanto debolmente, respirava ancora.

~~~~~~~~~~~
So di esere in super ritardo per quanto riguarda il capitolo di classmate ma non ho avuto tempo per scriverlo mentre questo era già pronto da tempo.
Spero di postarlo entro domani.
Scusate ancora
-athena

the jungle girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora