Capitolo 44

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Il giorno dopo lo passarono a cercare quelle pagine, invano. Così come fecero nei giorni successivi.

Drew e Will continuavano ad informarsi tramite le loro conoscenze e ormai capirono presto che George Palmer sarebbe potuto arrivare da un momento all'altro. Era lì, a Provincetown e non se ne sarebbe andato se prima non avesse preso quelle pagine incriminanti.

La parte più brutta della giornata, infatti, era la notte.

Tutti e cinque erano pieni di tensione, non potevano sapere se George avesse deciso di irrompere in quella casa armato fino al collo o aiutato da qualcuno.
Quello che davano per certo era che George sapeva che in quella casa c'era qualcuno. Era ovvio, d'altronde e non sapevano cosa aspettarsi.

Passarono due giorni seguendo questa routine.

Drew, Will e Sean erano armati, avevano severamente vietato alle ragazze di poter utilizzare una pistola anche loro, provocando naturalmente una reazione non molto piacevole. Sean e Will impugnavano saldamente una M1911, mentre Drew una Revolver Smith & Wesson modello 10, l'arma per eccellenza per le forze militari e di polizia che operavano a livello urbano. Se George fosse entrato, si sarebbe ritrovato alle strette.

Badarono bene di chiudere la porta d'ingresso a chiave e rimane con le luci totalmente spente, dovevano simulare la completa inabitazione di quella casa.

Le ore passavano nel silenzio oscuro e avvolgente.

La luce dei lampioni e della luna rifletteva nella casa.

Arrivò la terza notte passata in quel modo.

Jane e Hannah erano al piano di sopra, sedute a terra poco sotto la finestra, ogni tanto controllavano nella strada deserta se c'erano movimenti ambigui e sospetti.

«Jane, posso chiederti una cosa?»

La ragazza bionda si limitò ad annuire, la bruna proseguì sussurrando con voce dolce come miele.

«Sei innamorata di William?» Hannah era sinceramente curiosa mentre osservava i lineamenti laterali del volto di Jane, mentre quest'ultima rimase in silenzio.

«Ei? Ti hanno mangiato la lingua?»

«Non so cosa significa essere innamorati... Tu lo sei mai stata?»

«Certo, a tutti capita. Provi questa sensazione di felicità verso una persona, un magico trasporto. Il cuore ti batte forte quando sei in sua presenza, ti senti il sangue affluire sul tuo viso, pensi a quella persona giorno e notte come una tortura. La sogni e ami l'attesa dolce amara di quei minuti infiniti prima che la rivedi e poi ti senti il cuore in una morsa quando se ne va via e devi aspettare per il prossimo sprazzo di paradiso.» Spiegò Hannah con voce convintissima, quasi da ricerca scientifica.

«Io... sono molto confusa, provo queste cose per William. Ma sento sempre una distanza abissale tra noi, come se fosse inarrivabile. Lui ha anche una figlia... e non c'è mai per lei, come potrebbe esserci per me? E poi vedo Drew e per quanto io non provi le stesse cose, lo sento quasi più vicino rispetto a suo fratello... Sto sbagliando? Sono una pessima ragazza?»

«Rilassati, suor Jane. Ho già capito tutto fin dal principio. Il tuo cuore è un po' rigido, non ti innamori facilmente... Hai bisogno di tempo e di conoscere bene quella persona per capire se effettivamente è abbastanza nobile d'animo per te. Fai bene, hai l'anima pura di una fanciulla. William forse è per te il tuo primo amore, però è un uomo tremendamente chiuso in sé. È difficile da capire, è troppo ingarbugliato; mentre con Drew tu sei te stessa, lui si prende gioco di te scherzando e tu adori ridere con lui, ciò che non riesci a fare molto con William.»

La pittrice di segretiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora