4: Shock

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Harry era stupito di essere ancora vivo. Respirava a fatica, ricoperto di polvere e di detriti, ma era vivo.
Con fatica si tirò su'a sedere, sotto shock. Girò attorno lo sguardo, senza sentire ancora il dolore ed il bruciore delle innumerevoli escoriazioni e contusioni, soltanto sputando saliva impastata di polvere e con un forte bruciore agli occhi che lo faceva lacrimare. Non vedeva Louis, ed aveva un piede incastrato. Tirò, e con gran sollievo estrasse la gamba, miracolosamente intera. Era praticamente illeso. Era un miracolo.
-Louis..?- Provò a chiamare, ma la voce gli uscì roca e si spezzò in un accesso di tosse che lo piegò in due, facendolo vomitare.
Appena riuscì a riprendere fiato, si ricordo' che era collegato ad una corda a Louis, ma non era del tutto sicuro di voler vedere in che stato fosse il ragazzo, pensando con orrore di trovarlo morto.
Afferrò la corda, e la tirò. Faticosamente si mise in piedi,e la seguì con passi incerti, la mente ancora annebbiata dallo shock, raggiungendo un masso di discrete dimensioni. Probabilmente Louis era la' sotto.
Ci girò attorno, e vide effettivamente un lembo di giacca a vento. La vista della stoffa blu lo fece urlare per l'orrore. Improvvisamente iniziò a gridare:- Aiuto! Aiuto!Liam! Qualcuno ci aiuti!-
Si sgolo' per qualche minuto, poi si impose di ascoltare se effettivamente ottenesse risposta, cercando di ascoltare sopra al suo stesso respiro ansimante. Ma non udì anima viva.
Urlò ancora, questa volta afferrando il lembo di stoffa e tirandolo a sé per estrarlo. Era sicuro che fosse morto. Con una forza sovraumana, procurandosi uno strappo ai muscoli lombari, fece scivolare un pochino il sasso, scoprendo cosi'il busto e la testa di Louis.
Harry lo guardò, dapprima non credendo ai suoi occhi, poi iniziando a piangere. Respirava.
-Louis! Louis! Mi senti?- lo chiamò, scrollandolo gentilmente. Non si arrischiò a muoverlo, temeva che avesse qualche lesione alla colonna vertebrale. Si tasto' le spalle, trovando miracolosamente lo zaino ancora li', cosa incredibile ma vera, ed estrasse una bottiglia d'acqua. Ne rovesciò un po' in viso a Louis, che parve riscuotersi.
-Louis! Mi senti?-
Vide le palpebre del ragazzo sollevarsi. -Dio ti ringrazio!Louis, mi senti? Rispondimi!-
Louis annuì, e con fatica si mosse.
-Fermo, fermo. Muovi i piedi prima-
Louis lo fece, ed una smorfia di dolore gli passò in viso.
-Dove hai male? Sei incastrato?-
-..Non lo so..male al piede-
-Ok, ora ti aiuto ad uscire.-
Harry lo afferrò sotto alle braccia. Cercò di issarlo, ma la schiena gli fece un male terribile, per cui cadde sulle ginocchia ansimando.
-Louis, aiutami- gli disse, mentre l'altro era visibilmente sotto shock, con gli occhi vitrei.
-Louis! Aiutami a tirarti fuori!- Gli gridò. Parve fare effetto, perché finalmente il ragazzo fece leva sulle braccia, ed un po' tirato da Harry ed un po' con le sue stesse forze, uscì dalle macerie.
In piedi. Erano in piedi. Era assurdo, era un miracolo.
Louis iniziò a piangere, e si abbracciarono, mescolando lacrime e sangue e polvere. Erano sopravvissuti.
Qualche attimo più tardi, con una smorfia di dolore Louis cadde a sedere, prendendosi tra le mani la caviglia sinistra.
-Cazzo che male...-
Harry si inginocchiò accanto a lui, scoprendo la zona che si faceva bluastra e gonfia quasi a vista d'occhio.
-O è rotta, o è slogata- mormorò Harry.
-Cerchiamo gli altri, non possono essere lontani- esclamò Louis, scrutando attorno con gli occhi in cerca del suo zaino.
-Prima spostiamoci di qui. Non è una bella idea stare sotto ad una valanga di rocce instabili- replicò Harry, osservando per la prima volta la scena che li sovrastava.
Erano nel bel mezzo della frana ed orientandosi con la pendenza, iniziarono a scrutare la direzione verso cui avrebbero dovuto esserci gli altri, ma non videro null'altro che rocce, massi, ghiaia, ed in lontananza macchie di arbusti.
Louis stava per mettersi a gridare, ma l'improvvisa consapevolezza fece mettere ad Harry una mano sulla sua bocca, mormorando inorridito:- Non urlare! Rischiamo di far venire giù un'altra slavina!-
-Tu prima l'hai fatto..-
-Non tentiamo la sorte. Spostiamoci da qui-
-Non vedo il mio zaino!-
-Louis, chissà dov'è. Mettiamoci in sicurezza prima-
-Harry!..-Ansimo' Louis, improvvisamente sopraffatto. Harry lo vide sbiancare e accasciarsi all'indietro. Gli afferrò la testa al volo, evitando che la picchiasse sulle rocce.
-Cazzo!- Imprecò il giovane, che bagnò con il resto dell'acqua la fronte del fotografo.
Questi si riprese dopo mezzo minuto, con gran sollievo di Harry, che finalmente pensò di dargli qualcosa da bere di zuccherato. Sciolse una bustina nella seconda bottiglia, e la passò a Louis, che bevve qualche sorso. Poi bevve a sua volta, sentendosi improvvisamente assetato.
-Louis, dobbiamo toglierci da qui- ripeté, e Louis stavolta annuì.
Con grande sforzo si tirò su in piedi, sostenuto da Harry, e gli si appoggiò per non caricare il piede sinistro, strappando involontariamente fitte di dolore alla schiena di Harry. Piano piano, passetto dopo passetto, presero la direzione da cui erano arrivati. Scelsero istintivamente quella strada perché la frana li aveva spostati verso il margine esterno di quel lato, ed erano troppo sotto shock per provare a riattraversarla di nuovo.
Avevano avuto tanta fortuna nell'essere ancora vivi e vegeti, molta di più di tanti altri escursionisti che si erano trovati in situazioni meno gravi e non erano sopravvissuti; scegliere di tornare indietro, però, fece girare la fortuna a loro sfavore, perché non riuscirono più a sentire il resto della compagnia che li chiamava dall'altro lato della vasta frana.

Liam scrutava incredulo ed inorridito la sterminata distesa di detriti che ancora rotolava, non capacitandosi di quello che stava accadendo proprio sotto ai suoi occhi. Urlò con quanto fiato aveva in gola il nome dei due ragazzi, ma il vento si alzò, giocando a suo sfavore. All'improvviso qualcuno dietro di lui urlò il suo nome, e si voltò di scatto, giusto in tempo per vedere Richard cadere sulle ginocchia, con le mani strette sopra al cuore.
Lo fecero mettere semisdraiato, con la testa leggermente più alta del torace, giusto in tempo perché perdesse i sensi. Liam imprecò, cercando di reagire. Gli cercò il polso carotideo con due dita sotto alla mascella, mentre si avvicinava alla sua bocca per sentire se respirava. Attorno a lui gli altri gridavano i nomi di Harry e Louis, Bob piangeva e due di loro stavano semplicemente imbambolati a guardare Richard.
Liam sentì il nulla sotto alle sue dita, e con una lucidità sorprendente iniziò a rianimarlo.
Finalmente uno degli escursionisti più vecchi si riscosse e gli venne in aiuto; si alternarono per quattro serie complete, quando Richard miracolosamente riaprì gli occhi.
-Bene, ora stai calmo. Respira. Tranquillo. Hai avuto un attacco di cuore; ora è passato- gli disse l'altro, mentre Liam cadeva a sedere all'indietro, sotto shock.-Cosa facciamo? Saranno morti?- Singhiozzo' Bob, guardando Liam con espressione terrorizzata.
-I fischietti! Tirate fuori i fischietti- Si ricordo' all'improvviso Liam, cercando nel suo zaino.
Fecero il segnale di SOS varie volte. Se non ci fosse stato un forte vento, che aveva giocato a loro sfavore sin dall'inizio dell' escursione, Harry e Louis li avrebbero sentiti. Ma un po' il vento, un po' lo shock, i due ragazzi raggiunsero l'altro lato della frana senza sentire alcun suono.
-È inutile. Dobbiamo allertare i soccorsi e farci venire a prendere- disse Liam, cercando di mantenere quel minimo di lucidità mentale che continuava a sfuggirgli.
-Chiamiamo i soccorsi. Li localizzeranno col GPS del cellulare di Harry- disse saggiamente l'escursionista che lo aveva aiutato. Liam si ricordò, a sproposito, che si chiamava Billy Brown, come la canzone di Mika. La sua mente tentava di andare alla deriva, ma si fece forza ed annui'.
Tirò fuori il cellulare, guardando il display e camminando verso l'alto fino a che non comparve la dicitura" solo emergenza", e finalmente contattò i servizi di salvataggio.
Diede le coordinate con una lucidità che lo sorprese, comunicando chiaramente e concisamente il numero di persone coinvolte, il fatto che uno di loro avesse avuto un attacco di cuore, la scomparsa di Harry e Louis. Quando riattaccò, scrutò la vasta frana, cercando ancora tracce dei due ragazzi. Ma i due ormai erano fuori vista ed udito.
Dovettero spostarsi di un centinaio di metri per trovare uno luogo adatto al calarsi dell'elicottero, perché le raffiche di vento non permettevano di abbassarsi di quota in maniera sicura, per cui passarono quasi due ore, ma di Harry e Louis non videro traccia. Liam piangeva, convinto che fossero morti.

-Cos'è questo rumore? Sembra un elicottero..?- Mormorò speranzoso Louis. Harry si alzò, scrutando il cielo in ogni direzione, sentendo effettivamente un rumore in lontananza.
-Il cellulare! Cazzo!- Esclamò, ricordandosi soltanto ora di avere con sé il telefono.
Ma quando aprì la tasca esterna dello zaino, ovviamente lo trovò sbriciolato. Probabilmente lo zaino gli aveva salvato la schiena, ma il ruzzolone aveva frantumato molte cose.
Quando Harry fece vedere il telefono a Louis, questi si mise a piangere.
-Il fischietto!- Harry si ricordo', cercandolo forsennatamente.
Il fischio si confuse nel vento, impercettibile; i ragazzi rimasero soli nel parco naturale, mentre in lontananza un elicottero trasportava il resto della compagnia in salvo.

I due ragazzi avevano tardato a mettere in atto manovre che avrebbero potuto farli individuare; ora, non sapevano che una seconda, imponente frana aveva bloccato l'accesso al crinale da cui erano giunti.
Se ipoteticamente avessero riattraversato la prima frana e risalito la montagna seguendo il percorso stabilito, sarebbero arrivati al ghiacciaio e sarebbero scesi dall'altra parte, arrivando alla strada ed alla civiltà.
Invece, una volta tornati al rifugio, avrebbero deciso di provare a tornare indietro, e trovandosi di fronte alla seconda frana, avrebbero tagliato verso il cuore del parco naturale sbagliando clamorosamente direzione per uno terribile equivoco. Un centinaio di chilometri di parco li distanziava dal confine; tra loro ed il confine non c'era anima viva.
Ma questo loro ancora non lo sapevano. Rimasero a riposarsi, smaltendo l'adrenalina, disinfettandosi le ferite e facendo l'inventario di ciò di cui disponevano, tutto contenuto nello zaino di Harry.

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