7. Testa o croce

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-Louis, esci, vieni a vedere- sentì chiamare dall'esterno. Zampetto' fuori, per trovarsi di fronte un Harry preoccupato.
-Che succede?-
Il ragazzo gli indicò i nuvoloni in lontananza.
Osservarono il cielo per qualche minuto, indecisi sul da farsi.
-Che dici? Arriveranno?-
Harry alzò le spalle, proprio non lo sapeva, ma era necessario stabilirlo in fretta.
-Se piovesse, avremmo un solo poncho. Ma a parte quello, è il percorso che mi spaventa. Saremmo completamente esposti ed in balia delle intemperie- commentò Louis, incline a tirarsi indietro.
Harry annuì, osservandolo.
-Beh? Mi è spuntato un terzo occhio?-
-No, è che già il vento ti sbilanciava, l'altro giorno. Ora sei pure zoppicante. Se piove davvero, ci uccidiamo-
Louis fece una smorfia, ma Harry aveva ragione. Lui era davvero l'anello debole.
-Ti rallento.-
-Oh no, Louis, non volevo dire questo... siamo finiti insieme in questa situazione, e insieme ne usciremo, ok? Separarci sarebbe la decisione più sbagliata che potremmo prendere- esclamò Harry, agitato.
-E quindi? Che vuoi fare?-
-Non lo so..-
Tutto ad un tratto il rifugio spartano sembrava loro confortevole.
-Quante provviste abbiamo, Harry?-
-Non lo vuoi sapere veramente- tentò di scherzare Harry.
-Dai, sii serio. Quanto andiamo avanti?-
-Poco, Louis. Arriviamo a domani sera, probabilmente.-
Lo immaginava, ma saperlo fece a Louis un brutto effetto.
Rimuginarono qualche momento, poi Louis propose:
-Senti, proviamoci. Arriviamo al crinale. Ci vorrà comunque un'ora abbondante, perché io ti rallento. Decidiamo quando ci arriviamo. Al massimo torniamo indietro. Che dici?-
-Va bene. Però fasciamo quella caviglia, ok? Cercherò di immobilizzarla in qualche modo, così ti farà meno male-
Louis lo guardò armeggiare attorno al suo piede, col cuore pieno di gratitudine e con un senso di struggimento. Si stava prendendo cura di lui, era dolce.
Lo fascio' stretto ed usò delle stecche improvvisate per sostenere il più possibile la caviglia.
Fatto ciò, andarono a riempire le bottiglie d'acqua, raccogliendo tra i ginepri i rami caduti, per ripristinare la legna usata.
Mangiarono con parsimonia, e partirono.
Louis si girò indietro, guardando con nostalgia la struttura di tronchi e lamiera che li aveva riparati per due notti. Era un bel posto, nonostante la grave situazione in cui si trovavano. Sperava di tornarci in altre condizioni, un giorno.
Si incamminarono, Louis usando due bastoni per caricare meno peso possibile sulla caviglia, che comunque gli faceva meno male del giorno addietro, ed Harry trasportando lo zaino con tutti i loro averi dentro.
Il percorso in discesa era duro, sollecitando soprattutto le ginocchia, e impiegarono due ore solo per arrivare in prossimità dello sperone di roccia sotto cui si erano rifugiati due giorni prima.
-Ma..! Cazzo, no...oh no..-
Louis aveva le mani tra i capelli, gli occhi sbarrati, ed un groppo in gola che minacciava di sopraffarlo, mentre davanti a loro si spianava una larga frana.
Harry era senza parole: erano bloccati. Sentì il mondo cadergli addosso, si accasciò sulle ginocchia e rimase impotente ad osservare il motivo dei mancati soccorsi via terra. Che sperava non si sarebbe tramutato nel motivo della loro morte.
Girò lo sguardo su Louis, e lo vide in lacrime, col viso nascosto dalle mani, sconfitto. L'immagine gli fece male al cuore, e si rialzò per consolarlo. Lo circondò con le braccia e lasciò che le lacrime scorressero anche sul suo viso, mentre cercava di dare e ricevere conforto.
Dopo un tempo infinito, Louis alzò su di lui uno sguardo perso:
- Ed ora?-
Harry non sapeva cosa rispondere, ma si sforzò :
- Troviamo un modo di aggirarla-
Con scarse speranze ed il morale sotto ai tacchi i due tentarono di scovare un passaggio fattibile, sapendo già che non l'avrebbero trovato. Scesero e salirono, ma era inutile. Erano completamente isolati dal resto del mondo; dovevano scendere di quota, cercare di tornare attraverso la vallata, senza bussola. Un viaggio lunghissimo e disperato, che li avrebbe ridotti alla fame, ma che rappresentava in quel momento l'unica soluzione.
Per combattere l'angoscia crescente, Harry tirò fuori la cartina geografica, dando il via all'errore peggiore che potessero mai fare.
Avevano preso molte decisioni giuste finora, come il medicarsi, il tornare al rifugio, il fare rifornimento d'acqua. Erano stati incredibilmente fortunati, ma ora il destino aveva in serbo per loro uno scherzo crudele.
Senza bussola, senza il sole che era ormai coperto di nubi, Harry indicò un laghetto nella cartina che sembrava quello che avevano ammirato dal piazzale dove erano arrivati coi pick-up.
-Dobbiamo scendere, camminare sul fondo valle, e risalire. È l'unica scelta che abbiamo- disse.
Louis annuì, mentre le prime gocce di pioggia gli solleticavano il volto. Si stava alzando l'aria; di lì a poco il cielo avrebbe spalancato le sue cataratte.
-E se aspettassimo i soccorsi al rifugio?- Propose.
Harry lo guardò a lungo, erano di nuovo ad un punto morto.
-Tiriamo a sorte?-
Harry rise; poi si rese conto che era serio.
-Louis, a te la caduta ha fatto male al cervello-
- E perché no? Ci sono pro e contro per ogni scelta. Se andiamo, rischiamo di perderci, ma avremmo la possibilità di tentare di arrivare al lago. Se restiamo, affidiamo la nostra vita ai soccorsi. In tutta ieri e in tutta stamattina non ho mai sentito l'elicottero; di contro, saremmo al riparo, a riposo.-
Louis aveva ragione. Anche se Harry si fidava di Liam, capiva che stare fermi ad aspettare li avrebbe logorati, sapendo che avrebbero potuto tornare indietro a piedi.
-Ok. Tiriamo a sorte. Testa, si rimane. Croce, si va- decise Harry estraendo la monetina che teneva sempre in tasca, sperando che il non averla persa fosse di buon auspicio.
-Croce. Si va-
E decisero così.
Guardarono la cartina, e scesero nel versante sbagliato.

La pioggia si intensificò, ed Harry obbligò Louis ad indossare il poncho, tra le proteste del fotografo.
-Louis, non offenderti, ma a me pare che tu sia il meno resistente tra i due. Sei quello con la probabilità maggiore di ammalarsi. Indossa questo cavolo di poncho-
Louis lo fulminò con lo sguardo.
-Muoviti.-
Harry era irremovibile; Louis indossò l'impermeabile.
Con cautela, e scivolando spesso, discesero il ripido pendio. Per fortuna la pioggia cessò, rapida come era arrivata, ma brontolavano i tuoni facendo vibrare le rocce sotto ai loro piedi. Camminarono in silenzio per un tempo lunghissimo, fino ad arrivare ai cespugli che delimitavano il ghiaione provocato dalla frana. Ci si addentrarono, abbassandosi ulteriormente di quota; il giorno volgeva verso il pomeriggio quando arrivarono ai boschi.

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