C'è anche dello smut, vi avverto ;-)
Alla fine, la più difficile da convincere fu la mamma di Louis.
Era preoccupata per la caviglia del figlio, e non aveva tutti i torti, in quanto il ragazzo portava ancora il tutore come sostegno per non sentire dolore.
La direzione della rivista gli concesse la proroga, riaffidandogli il reportage che era rimasto insoluto, e fu la questione del ritorno economico a convincere a malincuore la donna, capendo che il figlio volesse non solo affermarsi, ma avere una certa indipendenza economica.
-Vado per lavoro, mamma, oltre che per soddisfazione personale. Capisci?- Le ripeteva, mentre organizzava il nuovo zaino seguendo alla lettera la lista che Liam aveva mandato a tutti e quattro. La sua meticolosità era stata davvero utile, la volta precedente, e si fidava ciecamente.
-Va bene. Cercherò di non pensare che sei nel luogo dove ho rischiato di perderti già una volta- capitolò la donna, e finalmente Louis le prestò attenzione.
-Non mi capiterà niente, mamma. Sono con Harry. Già una volta mi ha salvato. Io mi fido di lui-
E con quello, chiusero l'argomento.Harry ebbe poco tempo per rimuginare, dovendo dare un esame particolarmente ostico che dava già in secondo appello, e concentrandosi totalmente su quello.
Studiava nella stanza del pianoforte, alienandosi completamente, se non quando Louis lo interrompeva per portargli uno spuntino o per interrogarlo.
O per fare altre cose, a dirla tutta.
Harry aveva imparato a memoria i contorni di Louis, baciandolo sulle ecchimosi via via sempre meno evidenti sul torace, apprezzando le labbra meno ruvide e screpolate, sentendo poco a poco emergere lievemente la muscolatura del ragazzo, che stava riacquistando il suo peso corporeo normale.I giorni scivolarono via veloci, l'uno dietro l'altro, e finalmente Harry diede l'esame.
Tornò da Louis soltanto alla sera, per l'ora di chiusura del negozio. Erano d'accordo di rimanere insieme, quella notte, perché i genitori di Harry erano fuori città.
-Allora? Com'è andata?- Chiese il fotografo. Sapeva bene quanto fosse stato preoccupato Harry di dare un orale; lui rendeva meglio negli scritti.
Il viso del ragazzo si aprì in un sorriso tutto fossette:
-Ventinove!-
-Alla faccia! Bravo! Ma sei un secchione!- Si congratulò Louis, felice per lui.
-Non me l'aspettavo. Era partito male, tanto che stavo per andarmene; poi l'assistente del professore mi ha fatto un'altra domanda, e da lì mi sono sbloccato, e mi è venuta in mente anche la risposta alla domanda precedente...-
Louis ascolto' volentieri le chiacchiere del ragazzo, distogliendosi con piacere dal mal di testa che lo tormentava sin dal primo pomeriggio.
Fu una smorfia di fastidio, toccandosi la tempia con la punta delle dita, ad insospettire Harry.
-Lou, ma stai male?-
-Non preoccuparti, ho solo mal di testa-
-Oh no, povero. Mi dispiace. I medici lo avevano detto, che avresti potuto risentire in qualche modo dell'accumulo di farmaci-
-Ma loro intendevano che avrei potuto avere mal di stomaco, Harry-
-Non importa; vieni lo stesso a casa mia. A casa tua c'è sempre un sacco di confusione; stasera i miei non ci sono.-
-Harry, tesoro, a dirti il vero non vedo l'ora di andare a casa e prendere un analgesico- confessò Louis.
-Dai, voglio aiutarti. Non ti preoccupare, non è per fare sesso, ti lascerò in pace, promesso-
Suo malgrado Louis ridacchio':
-Che scemo che sei-
-Dai, raccogli le tue cose, mentre spengo i faretti. Ora mi occupo io di te- lo assicurò il ragazzo, e Louis lo lasciò fare.
Durante il viaggio in auto l'emicrania di Louis aumentò in maniera esponenziale; fu con sollievo che entrò in casa del ragazzo, e si sedette sul divano, sofferente.
Harry gli portò solerte un analgesico ed un bicchiere d'acqua.
-Ho controllato nel bugiardino, lo puoi prendere, non interagisce con i farmaci che hai preso per la caviglia- lo rassicurò.
-Harry, ti ho già detto che non centra..- protestò il fotografo per quell'eccesso di zelo, ma Harry non gli badò. Lo sollevò di peso, agganciandolo dietro alle spalle e sotto alle ginocchia, e lo trasportò in camera sua, dove aveva accostato le tende per evitare che la luce diretta desse fastidio a Louis.
-Ora resta qui tranquillo. Vado a fare la doccia, ma torno subito. Lascio la porta aperta; se hai bisogno, chiama, ok?- Si raccomandò Harry.
Louis, nonostante la cefalea intensa, sorrise a quelle premure. Harry lo stava coccolando, e lui lo adorava.
Aveva quasi preso sonno, quando un Harry ancora fresco di doccia lo fece sobbalzare. Il ragazzo si mise seduto con la schiena appoggiata alla testiera, coi fianchi avvolti in un asciugamano, e lo costrinse a sdraiarsi sopra alle sue gambe.
-Ma cosa..- protestò Louis, e fu prontamente interrotto da un bacio a fior di labbra di Harry, che si era abbassato su di lui, con i lunghi ricci umidi a solleticargli il viso:
- Ssst. Lasciami fare-
Le grandi mani di Harry si infilarono tra i suoi capelli, iniziando un massaggio lento ma deciso. Con un sospiro, Louis iniziò a provare un po' di sollievo.
Il ragazzo lo massaggio' a lungo, rilassando completamente Louis, che finalmente, tra l'analgesico e le abili dita di Harry, iniziò a sentirsi meglio.
-Harry, sei bravissimo. Grazie- sospirò. Di solito, quando aveva un attacco di emicrania, l'unica soluzione era prendere un antidolorifico e stendersi al buio, tentando di dormire; Harry era riuscito ad alleviargli il dolore.
-Ma sei sicuro di star frequentando Scienze Motorie? E non un qualche corso di massaggi?- Scherzò Louis, ormai finalmente di nuovo in forma.
Harry sorrise, non cogliendo la provocazione.
-Stai meglio, amore?-
Aspetta...come l'aveva chiamato?!
Le dita di Harry ebbero un attimo di esitazione, e Louis trattenne il fiato. Rimasero in sospeso così, per qualche secondo, poi Louis gli fermò le mani con le proprie, e guardandolo al contrario, da sotto in su, rispose:
-Si, sto meglio. Grazie Harry.-
Si guardarono per qualche momento, mentre Louis osservava le reazioni del ragazzo.
Harry degluti', mentre i pollici di Louis disegnavano dei cerchi immaginari sulle sue braccia, come per rassicurarlo.
Harry si abbassò di nuovo su di lui, sfiorandogli le labbra, al contrario, mentre Louis si inebriava col profumo della sua pelle e del docciaschiuma.
Harry schiuse le labbra, col cuore che iniziava ad accelerare, e Louis lo baciò.
Si tirò su, e gli appoggiò le mani al petto:- Harry, tesoro..posso farmi una doccia?-
Il ragazzo annuì, con gli occhi scuri.
-Sì, ma fai presto-
Louis nascose un sorrisetto e si affrettò ad andare a lavar via sotto l'acqua la stanchezza della giornata.
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Alta quota
FanfictionUna semplice escursione in alta quota rischia di trasformarsi in tragedia quando due escursionisti, Harry e Louis, vengono travolti da una frana. Dispersi ed isolati, ma miracolosamente illesi, i due si imbarcano in un folle e disperato tentativo di...