11. Un nuovo inizio

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Louis si svegliò verso mezzogiorno. La luce che filtrava attraverso le palpebre chiuse gli fece temere per un attimo di essere ancora nel bosco.
Poi, sentì sotto alle dita la stoffa grossolana di cotone delle lenzuola, ed un cuscino sotto alla testa che non potevano essere le gambe di Harry.
Sbircio' l'ambiente in cui si trovava: era in ospedale.
Sospirò di sollievo, quindi era vero, erano riusciti a raggiungerli.
-Ehi, sei sveglio- fece una voce familiare. Si voltò, e si accorse della presenza di Liam accanto al letto.
-Ciao- gracchio' con la voce ancora roca di sonno.
-Sono felice che stiate bene. Come va il piede?-
Louis ci pensò su, rispondendo poi :-Mi pare bene.-
-Louis, chiedo scusa anche a te per tutto questo. È tutta colpa mia. Non avrei mai dovuto far provare al gruppo ad attraversare la frana.-
-Non preoccuparti. È finita bene, no? -
-Ho rischiato di avere due persone sulla coscienza, uno dei quali è il mio migliore amico. Non me lo sarei mai perdonato- continuò Liam, come se Louis non avesse detto niente.
-Dov'è Harry?-

-E' uscito un attimo fa, sono arrivati i tuoi genitori e deve essere andato ad accoglierli, visto che dormivi. Qui c'è il mondo, la vostra avventura è finita sui telegiornali e dovremo partecipare ad una conferenza stampa- lo avvertì Liam.

-Oh. Ok. Senti, dovrei.. andare in bagno..-

-Cosa? Oh, sì..aspetta che chiamo qualcuno- fece sollecito il ragazzo, uscendo.

Un momento dopo rientrò con Harry ed i suoi genitori.

Come si aspettava, sua madre lo abbracciò scoppiando a piangere. Si godette il suo abbraccio, con gli occhi puntati sul ragazzo.

Dopo averli rassicurati mille volte di star bene, loro si rivolsero di nuovo a ringraziare Harry. Louis arrossì, non vedeva l'ora di poter parlare da solo con lui, aveva bisogno di lui, ma pareva impossibile.

Alla fine, visto che tutti pendevano dalle labbra di Harry ignorandolo bellamente, Louis sbuffò e mise i piedi giù dal letto. Il sinistro era avvolto da un tutore. Si alzò con cautela, reggendosi al palo della flebo, e solo allora si accorsero di lui.

-Ehi, che fai?- Chiese Harry.

-Devo andare in bagno, ma qui nessuno mi aiuta- brontolò il ragazzo di malumore, facendo sorridere Harry, che gli si avvicinò per seguirlo con la flebo.

-Mi arrangio adesso, grazie- disse seccato, facendo aggrottare le sopracciglia ad Harry, il quale non capiva il malumore dell'amico.

Quando uscì dal bagno sua madre commentò: -Come sei dimagrito, amore mio..Poveri cari, che avventura avete vissuto-

Louis guardò giù, osservandosi per la prima volta, rendendosi conto di quanto largo gli stesse il pigiama. Poi guardò Harry. Anche lui aveva il suo stesso viso sofferto, ma era comunque bello, bello da morire. E lo stava squadrando da testa a piedi.

In quel mentre entrarono l'infermiera ed il medico, che chiesero ai presenti di uscire.

-Lui può restare? Per favore?- Chiese Louis indicando Harry, suscitando la perplessità di Liam, che però non commentò.

-Come lei desidera- Concesse gentilmente il medico. Louis intercettò l'occhiata tra sua madre e suo padre, intuendo già cosa pensassero, e desiderando che fosse vero.

Harry si sedette accanto al letto mentre Louis tornava a sdraiarsi, e lo guardò mentre il medico lo auscultava e scopriva la medicazione sull'addome.

-Non c'è che dire, siete stati graziati entrambi. Lei, signor Tomlinson, ha avuto la peggio, ma se l'è cavata con una microfrattura composta al piede e con uno stato di disidratazione che si è risolto efficacemente. Queste abrasioni stanno guarendo. Non ci sono costole incrinate, né contusioni importanti, né altro. Potrà essere dimesso anche domattina, una volta finita la terapia endovenosa-

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