Mi rigirai nel letto, agitata e colpevole. Avevo declinato la richiesta di Ian ed ignorato i suoi occhi dolci ed innocenti, con un deciso e secco no. Lui lo aveva accettato, non senza prima chiedermi il perché. Fu... difficile spiegarglielo. Mi fidavo di lui, ovviamente. Sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male, ma sentivo sempre quella paura. Avevo passato anni a sentire mani pesanti, vogliose e violente sul mio corpo... trovarmi davanti una persona come Ian, con una richiesta fatta in modo così sentito, mi lasciò disorientata per qualche minuto. Ma non cambiò le cose. Non sapevo se si sarebbe rivelato come gli altri e, per il momento, non mi sentivo in grado di affrontarlo. Gli avevo da poco rivelato il mio segreto, dopo aver scoperto che Jasper mi stava ancora cercando. Jasper... Il suo nome venne pronunciato dalla mia mente quasi come uno sputo. Era sempre stato un uomo geloso, possessivo e vendicativo. Fiero delle sue capacità. Fiero di ciò che faceva. Si sentiva potente, forse il più potente del mondo e non l'uomo più lurido e marcio esistente sulla terra. Ma ancora più di lui, lo era mio padre. Del resto, era lui che mi aveva venduta a Jasper. Poteva benissimo portarmi da mia nonna ed affidarmi a lei, ma voleva il denaro. Il denaro per acquistare la meta, quei maledetti cristalli di cui era dipendente. Provai un forte senso di repulsione per entrambi. Infine, mi passarono davanti agli occhi le immagini di Lisa che mi medicava la zigomo sinistro con dei medicinali che ero riuscita a rubare dalla stanza di Jasper. L'odio che provai, in quel momento, nei miei confronti, per aver approfittato della sua morte, fu smisurato.
Mi schiacciai il cuscino sul viso, cercando di trattenere le lacrime. Ero nella stessa stanza in cui avevo passato le notti durante le vacanze natalizie, ma non riuscivo più a stare da sola. Sarei esplosa. I ricordi, prima o poi, mi avrebbero lentamente uccisa. La radiosveglia segnava appena l'una di notte. Mi alzai e percorsi i pochi metri che mi separavano dalla camera di Ian. La porta era socchiusa e la leggera luce dell'abatjour arrivava, ormai fioca, vicino ad essa. La scostai di poco. Ian non era a letto. Era ricurvo sulla sua pianola, con le cuffie alle orecchie per non disturbare me e Bonnie. Sorrisi, vedendo quanto era concentrato. Alternava la mano destra tra i tasti e la matita posata sul suo quaderno. Lo osservai per qualche minuto dalla porta, per poi spostarmi silenziosamente alle sue spalle, senza che lui se ne accorgesse. Allungai il collo verso il quaderno, poche parole erano sparse qua e là, ma, accanto, una melodia era praticamente completa.
Tornai con gli occhi sulle parole.
A drop in the ocean,
A change in the weather,
I was praying that you and me might end up together.
It's like wishing for rain as I stand in the desert,
But I'm holding you closer than most,
'Cause you are my heaven.
Ian si girò di scatto e fu in quel momento che si accorse di me, probabilmente a causa dell'ombra che l'abatjour alle mie spalle proiettava sul foglio. Si girò di scatto e, con altrettanta repentinità, chiuse il quaderno. Mi guardò stranito, per qualche secondo, poi il suo sguardo si addolcì.
"Non si spia", disse, voltandosi completamente verso di me e prendendo le mie cosce tra le mani.
"Non stavo spiando", mentii.
Lui mi guardò con un sopraciglio alzato, prima di scoppiare a ridere:"Sì, come no...".
"Che succede?", chiese poi, notando probabilmente il viso un po' arrossato per lo sforzo di non piangere che mi ero imposta. Voltai un po' la testa di lato, sperando che le lacrime non mi tradissero proprio in quel momento. Fortunatamente, non lo fecero. Quando tornai con gli occhi su Ian, il mio volto sorrideva. Forzatamente, ma almeno sorrideva. Mi ero dimenticata di un piccolo particolare: Ian è un bravo osservatore.
"Ti sei morsa le labbra", mormorò, alzandosi e posando una mano su di esse. Subito il suo pollice si macchiò di sangue. "Hai fatto un brutto sogno?", chiese ansioso. "L'hai sognato?".
Sapevo che si riferiva a Jasper. Non l'avevo sognato, ma la mia mente si era talmente estraniata dal mondo reale che poteva sembrare di sì. Annuii debolmente, ricacciando velocemente indietro le lacrime. Alzai il viso verso il soffitto, per riuscire meglio in quell'ardua impresa. Ian prese il mio volto tra le mani e mi invitò a guardarlo negli occhi.
"Non devi aver paura", disse piano. L'atmosfera si era fatta talmente pesante, che quel che disse dopo l'alleggerì un po':"L'hai fregato una volta, ce la puoi fare altre mille!".
Gli sorrisi, grata del suo sostegno. Ma lui non conosceva la furia vendicativa di Jasper. Io l'avevo vista e avevo testato sul mio corpo come amava divertirsi una volta chiuso il problema. Sentii i brividi percorrermi la schiena, al solo pensiero. Ricordavo ancora lo sguardo glaciale di Jasper, privo di ogni emozione, nonostante lui stesso cercasse di darsi una parvenza di umanità.
"Per te, sono Jazz", mi aveva detto una sera, quando avevo iniziato a rivestirmi e lo stavo salutando. Si era avvicinato a me e aveva fatto ricadere nuovamente la vestaglia ai miei piedi. Sentivo ancora il forte odore di rum del suo fiato caldo sul mio collo. Sotto lo sguardo preoccupato di Ian, passai una mano sui punti in cui ricordavo di aver sentito le sue. Ero sempre stata la sua preferita, mi aveva quasi sempre trattata con i guanti quando ero con lui, ma ciò non riguardava anche i suoi luridi clienti. Sicuramente, l'idea che fossi scappata non gli era andata molto a genio. Doveva essere furioso e in pochi sapevano di cosa fosse capace in quelle situazioni. Io ero una di quei pochi. Sentii il sangue gelarmi nelle vene. Volevo vivere, volevo avere una vita normale. Volevo solo riprendermi tutto quello che mi era stato portato via.
Alzai lo sguardo ed incrociai gli occhi ansiosi di Ian. Dopo qualche secondo di assenza, mi sorrise. Chissà cosa stava pensando. Allungò una mano per prendere la mia:"Vuoi dormire con me?", chiese cauto.
Abbassai gli occhi sul suo petto e scossi la testa. Non volevo fare davvero degli incubi.
"Non voglio dormire".
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Una rondine nella tempesta| IN REVISIONE
FanfictionUna delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci la persona che ami e lui ti ricambia stringendoti più forte.