IX

199 12 0
                                    

Dovrei avere più o meno un'ora.
Mi reco immediatamente a casa. Spero di non trovare Caspar e quella ragazza a fare cose loro. O la mia camera in disordine.
Entro nell'appartamento. Aprendo la porta noto subito un paio di tacchi a terra. Sul divano c'è la giacca di Caspar. Scendo le scale. Silenzio. In corridoio è stato perso qualche altro pezzo: una cintura e una canottiera.
La porta della camera di Caspar è semichiusa. Evito di guardarci dentro e vado in camera mia: è tutto come l'avevo lasciato. Quindi il bracciale che avevo comprato dovrebbe essere ancora.. non c'è. Cerco nelle tasche degli altri pantaloni, ma sono sicuro di averli messi in quelli neri. Controllo ovunque, ma non trovo il bracciale d'argento che avevo preso per Julie.
Devo trovare qualcos'altro da regalarle, non posso fare un brutta figura davanti alla videocamera!
Uscendo vedo una ragazza mora, con occhi chiari, che socchiude la porta della stanza di Caspar. Al polso ha il bracciale di Julie.
- Ehi, che fai?
Lei sussulta. L'ho spaventata.
- Ehi! Joe, giusto? Caspar mi ha parlato tanto di te..
- Certo, durante la vostra nottata, vero?
La prendo per il braccio.
- Dove hai preso questo? - indico il bracciale.
- Questo? Me lo ha dato Caspar. Ora, se mi puoi scusare, avrei un appuntamento...
- Tu rimani qui. Caspar! - urlo.
- Caspar! - ripeto.
Finalmente esce dalla sua camera mezzo addormentato, coprendosi con la coperta.
- Joe?
- Le hai dato tu questo? - gli mostro il braccio della ragazza.
- Ahia!
Forse ho usato un po' troppa forza.
- Ah, sì, un piccolo regalino..
- Un regalino da duecento sterline, Caspar! Che avevi ieri per entrare in camera mia e rubarmi un oggetto così costoso? Solo tu potevi sapere dove lo avevo messo!
- Rubare? Addirittura? Joe, calmati! Domani vado in gioielleria e te ne compro uno nuovo!
- No, Caspar! Non li vendono in gioielleria! L'ho preso su internet; ho aspettato una settimana per averlo, e tu lo dai alla prima sgualdrina che ti fai!
- Scusami? Come mi hai chiamata? - ritrae il braccio con forza.
- Sta' zitta. Hai fatto abbastanza senza dire una parola.
- Perché è così importante, Joe?
- È, anzi, era il regalo per Julie, per il primo mese..
- Julie?! Ti piace Julie? È per questo che stai dando di matto, Joe? Per una ragazzina?
- Non è una ragazzina, e no, Caspar! Mi hai preso un oggetto senza chiedermi il permesso! Viviamo insieme, non dovrebbero succedere queste cose!
- Scusa, Joe! Tieni, restituisco la refurtiva! - strappa il bracciale dal polso della ragazza, rompendolo e facendo sanguinare il braccio.
- Te lo puoi tenere! Non voglio niente che sia sporco di sangue altrui. Me ne vado. Buona giornata, ragazzi.
Uscendo sbatto la porta.
Ancora non ci credo. Dopo tre anni che viviamo insieme mi dimostra che non mi posso fidare.
Non so cosa prendere come regalo, sono senza idee. Faccio un giro veloce da Harrods, ma non c'è nulla che mi ispira.
Devo tornare all'hotel. Ho ancora la copia della chiave, quindi entro facilmente. Julie sta ancora dormendo. Mi siedo sulla poltrona e faccio finta di messaggiare.
- Joe?
- Buongiorno, dormigliona. - le sorrido. Il malumore mi è passato.
- Primo: non mi chiamare più dormigliona. Secondo: da quanto tempo sei sveglio? - si mette a sedere.
- Una decina di minuti. - mento.
- E non hai pensato di andartene?
- No. Sarebbe stato un po' maleducato, e poi volevo fare colazione con te.
- *sospira* ... ok. Dammi il tempo di prepararmi e andiamo di sopra.

Joe sembra diverso dal solito.
Mi lavo, mi vesto e indosso le mie adorate Timberland.
- Non hai caldo con quelli? - mi chiede Joe quando nota gli scarponcini.
- Non mi importa se è estate. I miei piedi non soffrono il caldo.
- Stai bene.
- Ehm... grazie?
- Dai, andiamo.
Saliamo al piano del ristorante e vedo che ci sono molte più persone. Guardo l'ora: sono le nove e mezza, è ovvio che ci sia più gente.
Prendo una tazza di latte, dei cereali e una spremuta d'arancia, mentre Joe prende un uovo strapazzato, del bacon e due salsicce.
- Come fai a mangiare tutta quella roba?
- Metto in bocca e ingoio.
Ridiamo.
Andiamo nella sala lunga, la solita, e ci sediamo uno di fronte all'altra. I due signori anziani non ci sono. Anche loro, come me, fanno colazione presto.
- Hai dormito bene? - gli chiedo.
- A meraviglia!
- Non pensavo che il pavimento potesse essere così comodo!
- Dovresti provarlo.
- Allora, che programmi hai per oggi?
- Mah, non saprei. Oltre a caricare il video su YouTube e a starmene il più lontano possibile da casa, niente. Tu?
- Stare lontano da casa? Cos'è successo?
- Niente, solo una litigata con Caspar.
- E come mai avete litigato?
- Per una stupidaggine. Preferirei non parlarne.
- Hai cominciato tu. - gli sorrido.
- Ti va se dopo andiamo a fare un giro? - gli propongo.
- Vuoi passare del tempo con me?
- Se ieri è andata bene, più o meno, perché oggi non dovrebbe?
- Ok.
Joe crede che sia stupida. Ha provato a fare il bambino triste per poter farsi consolare. Lo assecondo. Vediamo cosa ha in mente.
Una volta finito di mangiare, scendiamo al piano terra, usciamo e cominciamo a camminare.
- Oggi niente taxi?
- Camminare fa bene, no?
*risate*
È ufficiale: Joe oggi è diverso.

Jolie || a Joe Sugg fanfiction (Italian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora