XXVII

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Pronti per la partenza.
Non sto più nella pelle, non vedo l'ora di atterrare, e non siamo nemmeno partiti. Dentro di me sento come una scarica elettrica, che agita il mio corpo dai piedi alla testa. Non sto ferma un attimo, è da quando siamo saliti in auto che Joe deve sopportarmi: gli stringo il braccio, gli scuoto la mano, mi sfogo con lui e gli dico di tutto e di più, qualsiasi cosa mi venga in testa. Ogni tanto mi calmo, e rimango tranquilla per qualche decina di minuti, ma subito ricomincio ad agitarmi.
Dopo una bella ora, che mi sembra durare un'eternità, arriviamo all'aereoporto di Heathrow. Lì incontriamo Zoe, Alfie, Marcus, Niomi, Louise, Tanya, Jim e Josh che ci stanno aspettando. Io, Joe, Caspar e Oli ci uniamo al gruppo e insieme ci dirigiamo verso il banco per fare il check in. OVVIAMENTE un gruppo di youtubers con milioni di iscritti in giro per un aeroporto di Londra non passa inosservato, aggiungendo anche i vari managers, poi, siamo un branco di bisonti chiacchieroni, quindi attiriamo qualche ragazzo o ragazza che ci riconosce, ma fortunatamente nessuno ci impedisce di arrivare in orario.
Stranamente io sto in silenzio: è uno di quei momenti di calma. Zoe si stupisce del fatto che io non dia quasi nessun segno di vita, oltre a qualche sorriso e a qualche respiro. Joe l'assicura dicendo che in macchina non stavo ferma un attimo, e Caspar aggiunge che parlavo, parlavo e parlavo, come se avessi dovuto pronunciare tutte le parole che non avevo detto in altre occasioni.
Arriva il momento dell'imbarco. Biglietto, documenti, ok. Saliamo sull'aereo. Finalmente.
Siamo tutti in prima classe, dove non mi sarei mai aspettata di stare fino a qualche anno fa. Invece ora sono seduta vicino al finestrino, con a fianco un sedile vuoto, che spero rimanga tale fino all'atterraggio. I Jaspoli e Josh sono seduti vicini; Zoe fra Alfie e Louise, Niomi accanto a Marcus, Tanya a Jim. È la seconda volta che prendo l'aereo con questi ragazzi, li ho incontrati poco tempo fa, uno o due mesi, più o meno, eppure mi sembra di non conoscerli per niente, di non sapere nemmeno chi siano, e contemporaneamente di essere loro amica da chissà quanto...
Sola. Calma, nessuno che mi disturbi, nessuno a cui dover parlare per evitare momenti imbarazzanti. Le altre persone hanno posti distanziati dal mio, ed io sono in fondo, staccata dal gruppo degli youtubers. Stanno tutti vloggando, me compresa. Ormai oggi puoi condividere ogni cosa con chi vuoi. Le persone sanno cosa fai, tu puoi far sapere agli altri cosa stai facendo, le informazioni viaggiano ad una velocità incredibile, e in meno di un secondo la notizia fa il giro del mondo.
Sembra brutto stare dietro ad uno schermo, con il cellulare sempre in mano a filmare ogni cosa invece di vivere al massimo ogni momento, assaporare ogni singolo istante e rendere tutto unico e irripetibile. Ma filmando puoi rivivere il passato, documentarlo, raccogliere memorie e rivederle con chi vuoi e quando vuoi. Ti aiuta a ricordare, e non è sempre detto che non ti diverta comunque! Per questo vloggo. Non faccio video ogni giorno, perché la mia vita non è molto interessante, inoltre non sono di quelle persone che riesce a filmare sempre e pubblicare contenuti costantemente. Mi sono già presa l'impegno di postare due video alla settimana, ed è una buona cosa se riesco a mantenerlo.

Sono curiosa di sapere chi ci sarà a Parigi, oltre a noi! Non ho ancora controllato... Cerco su Internet prima che l'aereo parta. Vediamo... No. No. No no no no no no no. Non ci credo. Condividerò il palco con Lilly, la mia superwoman!! Mi scappa un gridolino di gioia, e, non appena me ne accorgo, mi guardo in giro per vedere se qualcuno mi ha sentita. Nessuno mi fissa. Bene, andiamo avanti... Lilly... i Collins! Com'è possibile che siano tutti di bell'aspetto lì? Kirsten, Christian, Crawford e Karisma. Devo ammettere che però con il tempo la bellezza si è consumata. Dello 0,0001%. Ryan Higa sarà presente all'evento?! Adoro. E poi tanta bella gente. Tanta. E saremo youtubers, viners, gente che viene da musical.ly, web stars in breve. È la prima volta che fanno questo evento, mi sento onorata per essere stata invitata. Tutte quelle persone... se hanno offerto a loro un soggiorno di una settimana, quanto avranno speso?
Troppe emozioni in così poco tempo, troppi pensieri. Calmati, Julie, tranquilla. Libera la mente, respira.
-Ehi! - mi saluta Joe, venendosi a sedere accanto a me.
- Ciao. - gli rispondo.
- Ti disturbo?
- Mi stavo rilassando. Ho troppi pensieri per la testa.
- Ti aiuto io.
- Nessuno te l'ha chiesto, ma... ok...
- Chiudi gli occhi. Sei sola, in una spiaggia, non c'è nessun altro con te.
- Non mi piace la sabbia. È granulosa, ruvida, irrita la pelle e si infila dappertutto. - dico, citando una battuta di Star Wars. - Inoltre l'acqua è salata, e non mi piacciono le onde. Potrebbero catturarmi improvvisamente, e non saprei come liberarmi. Poi mi inghiottirebbero. Ed essendo da sola, non verrei soccorsa.
- Cambiamo. Allora... sei in montagna, con tanta gente intorno a te.
- Non ci sono motivi per cui dovrei essere in compagnia di così tante persone.
- Sei ad una festa notturna.
- Troppo caos. La compagnia non mi piace, la musica è troppo forte e non è di mio gusto. Se ci dovesse essere uno scoppio, nessuno lo sentirebbe. Sono circondata dallo sporco e dal disordine.
- Ti trovi in una biblioteca. - ritenta - C'è qualcuno seduto ai tavoli che studia o che legge.
- Non posso muovermi, non posso fare rumore, non voglio disturbare.
- Sei da sola, nella tua camera. Hai dei fogli bianchi davanti e una penna a disposizione.
- Non so che scrivere. Quelle pagine mi guardano, mi fissano, aspettano che io faccia qualcosa, ma non ho nulla in mente. Tra poco mi divorano anche quelle.
- È più difficile del previsto. - ammette.
- Ti arrendi? - gli chiedo aprendo un occhio.
- Certo che no. Richiudi quell'occhio.
La voce dell'hostess interrompe questa "sessione di meditazione":
- Il comandante vi chiede cortesemente di accomodarvi ai vostri posti, di allacciare le cinture e di spegnere ogni apparecchio elettronico che potrebbe interferire con le altre strumentazioni di bordo. Stiamo per decollare. Le assistenti di volo vi spiegheranno...
- Che fai?
- Non si vede? Mi sto allacciando le cinture.
- Non è il tuo posto questo. - gli faccio notare.
- Non credo sia occupato. Devo continuare con te.
L'aereo comincia a muoversi.
- Non ora, stiamo partendo.
- Meglio, no?
- Zitto, sto cercando di seguire le istruzioni in caso di emergenza.
- Non succederà nulla, tranquilla. Quelle cose non ti servono.
- Quelle cose ti salvano la vita. Hai spento il cellulare?
- Gli snaps quando li posto?
- Stai scherzando? Li pubblicherai quando arriveremo, i tuoi stupidi snaps. Spegnilo o ci farai schiantare.
- Ti stavo prendendo in giro, Julie. Certo che l'ho spento.
- Non sono scherzi divertenti, Joe.
- Hai paura di volare?
- No! Non ho paura di volare! Sono solo un po' nervosa al decollo e all'atterraggio. Mi piace volare. Anche se si rischia sempre di morire.
- Sei troppo pessimista.
Ecco che l'aereo comincia a staccarsi da terra... mi irrigidisco, mi tengo forte al sedile.
- Va tutto bene. - mi rassicura Joe. Mi porge la mano e mi guarda, come per chiedermi di fidarsi di lui. Lo guardo per qualche secondo negli occhi, sembra sincero. Gli prendo la mano e la stringo forte. Osservo le nostre mani, con le dita intrecciate.
- Fai un respiro profondo. - mi consiglia.
Inspiro ad occhi chiusi e li riapro lentamente espirando.
- Meglio?
Annuisco.

Jolie || a Joe Sugg fanfiction (Italian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora