XXII

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Passiamo prima al supermercato a fare la spesa, perché, come è stato dimostrato, Joe non ha niente in casa.
- Ci serve un carrello? - mi chiede lui.
- Boh, vedi te.
Lo prende. Entriamo nel supermercato, dove, fortunatamente, non c'è molta gente. Detesto quando i supermercati sono affollati.
Ecco che Joe mostra per l'ennesima volta il suo lato infantile: prende la rincorsa con il carrello, e ci sale sopra.
- Cosa fai? - lo riprendo.
- Non andare addosso agli scaffali! Attenzione alla gente!
- Non preoccuparti! So come si fa!
Non ne dubito. Con tutte quelle volte che lo avrà fatto...
- Vieni! - mi incita ad imitarlo.
- No, grazie.
- È divertente! - dice una volta sceso dal carrello.
- Lo so. Anch'io lo facevo.
Torna verso di me.
- E ogni tanto lo faccio. - aggiungo.
- E perché non ora?
- È meglio nei parcheggi: c'è più spazio e non dai fastidio a nessuno.
- Però il pavimento non è liscio come qui. Non c'è nessuno, tieni. - mi passa il carrello.
- Ok, - sospiro - solo una volta.
Così dicendo, mi lascio andare; prendo anch'io la rincorsa e percorro tutto il corridoio delle spezie. Inutile negare che non mi sono divertita, lo si può leggere sulla mia faccia. Joe è soddisfatto.
- Allora? - mi chiede.
- Allora sbrigati a prendere quello che ti serve e andiamo.
- Guarda che ho visto che ti sei divertita. - mi fa notare.

Siamo nel settore riservato alle merendine, ai biscotti e ai cereali; nella sezione a fianco ci sono le patatine e schifezze varie. Ora. Io mangerei più che volentieri tutte queste cose. Ma. La mia faccia ha già abbastanza brufoletti, e non ci tengo a far fare altre amicizie a quelli che ho già. Poi. Le Pringles. Con tutti quei prodotti chimici, mi alzano la temperatura corporea e mi prendo la febbre. Perché???
Il salame. Buono, sì, ma tutto ciò che mangio mi finisce in faccia.
La domanda, quindi, è: perché Sara può mangiarsi tutto quel che vuole, si preoccupa di ingrassare, ma in realtà non prende nemmeno un grammo? Anzi, per essere più precisa: le finisce tutto sulle mani. Sulle mani. Non sui fianchi, sulle gambe, come pancia, no. Sulle dita delle mani.
Ma chissene frega. Non sono una modella professionale. Mi va già bene essere quasi uno e settanta.
- Cosa vuoi? - domanda Joe.
- Niente, fai tu.
- Tutto?
- I soldi sono tuoi. Io vado a prendere un barattolino di Nutella, del pane, e un po' di frutta. E li pago da sola. - sottolineo.
- E se prendessi una pizza surgelata?
Mi allontano alla ricerca del mio cibo, lasciandolo nei suoi dubbi. Sto pesando le banane, quando sento un urlo di quella gran testa di... Joe. Perché urlare in un luogo pubblico è la migliore soluzione a qualsiasi problema.
- Che vuoi? - dico, quando lo raggiungo.
- Ho bisogno di te.
Adoro quando la gente mi dice questa frase: mi sento utile, anche se la maggior parte delle volte non aiuto nessuno.
- Dica.
- Paprika o lime? - mi mostra due pacchetti di patatine.
- Paprika. Odio quelle al lime.
- Odi?
- Non amo. - preciso.
- Ok. E da bere?
- Io bevo acqua, ma anche H20, e anche ciò che compone il 75% del corpo umano.
- Ti piace l'acqua?
- Certo.
- Allora ti piace il 75% di me.
Vecchia.
- Certo. Tranne tutto il resto, voglio dire, solo l'acqua. Tu come te, no.
- Ma se eri una mia fangirl? Ti facevi delle storie mentali su di noi, e ora?
Mi prende in giro. Mi prende in giro.
- Ora ho aperto gli occhi. - gli sorrido.
Dopo aver infilato i pop corn alla mia lista, ci dirigiamo verso una cassa. Pago prima io, in seguito Joe svuota il suo carrello: patatine, bevande, salatini, alcolici. Contento lui. Poi scrocco, ovvio.

Quando arriviamo all'appartamento di Joe, sento che ci sono Oli e Caspar che stanno facendo un video, di sotto.
- Mollo la mia roba qui, poi me le porto via. - dico, appoggiando la mia spesa in un angolo del tavolo.
- Ma che fai? - dico, vedendo che Joe sta aprendo tutti i sacchetti e versando il contenuto in grossi ciotoloni.
- Hai intenzione di mangiare tutto oggi?
- Perché no?
- E in caso dovessi avanzare qualcosa?
- Oli e Caspar sono delle fogne, quindi non ci sono problemi di questo tipo. - mi risponde, tirando fuori dei bicchieri per le bibite.
Un urlo di Oli interrompe la conversazione.
- Vuoi? - mi chiede Joe, con in mano una bottiglia di un non-so-esattamente-cosa-e-non-mi-interessa-saperlo.
- No, grazie.
- Ragazzi! - chiama Joe - Venite di sopra! Abbiamo del cibo e da bere!!
I due corrono per le scale e mi ritrovo con i Jaspoli che si abbuffano in cucina. Bella scena. Joe accende le casse e mette della musica.
- Avete lasciato la videocamera accesa?
- Sì, ma tanto abbiamo finito. - mi risponde Caspar.
- È uno spreco di memoria e di batteria. Vado a spegnerla. - avviso.
- Ok!
Scendo al piano di sotto, entro nella camera di Caspar e vedo quel dispositivo per dare la scossa che usano spesso. Più furbi di così... Mi metto davanti alla videocamera, e, prima di spegnerla, faccio gli occhi storti e muovo le narici. Saluto, e infine spengo. Voglio vedere se Caspar se ne accorgerà e se lo includerà nel suo video, quando lo monterà. Potrebbe portargli un paio di visualizzazioni in più...
Già che ci sono, vado a farmi un giretto sulla sedia di Joe.

Julie è scesa da una decina di minuti, ed è ancora di sotto. Sarà meglio andare a controllare, potrebbe riprogrammarmi il computer.
Scendendo per le scale, sento la voce di quella ragazza provenire da camera mia. La vedo seduta sulla mia sedia, che gira, con il cellulare in mano, e che parla a questo.
- Che fai? - le chiedo.
- Eccolo... - dice lei a bassa voce, inquadrandomi con il cellulare.
- Ehi..? Allora? - insisto.
- Osservate questo raro esemplare di Joe...
- Ce n'è solo uno in tutto il mondo, per fortuna, e oggi lo potete vedere sulla mia storia!
Sta facendo uno snap.
- Ehi... - le dico con voce più o meno dolce- per Snapchat, ovvio-, avvicinandomi a lei - sei sulla mia sedia...
- Lo so. Guarda. - mi mostra il video. Ha zoomato un po' troppo sulla mia faccia. Lo posta e ne fa un altro.
- Perché non vieni di sopra?
- Certo che hai proprio delle orecchie orrende.
Avrà sicuramente zoomato sulle mie orecchie.
- E tu non hai le palpebre. - ribatto.
- Io sono cinese.
- Molla il cellulare e vieni di sopra, dai!
- No.
- Vieni!
La prendo in braccio, e la butto sul letto. No, in realtà mi cade. Lei ride, e intanto continua a riprendere tutto.
- Sei senza forza! - mi canzona con un tono che non usa mai con me, se non davanti ad una telecamera.
- Ah sì? Ti faccio vedere io!
Sto per gettarmi sul letto, quando vengo interrotto:
- Joe! Vieni di sopra! C'è Oli che sta mischiando tutto! - urla Caspar.
- Un attimo! - gli rispondo.
In seguito, mi sdraio accanto a Julie, per vedere i suoi snap.
- Migliaia di visualizzazioni in meno di un minuto! - esclama.
- Sembri sorpresa... non è normale?
- Sì, ora. Qualche anno fa ero contenta se una ventina di persone guardava la mia storia entro le ventiquattro ore.
- È cambiato tanto da quando eri una normale adolescente?
- Oltre alla gente che mi riconosce per strada, nonostante io non l'abbia mai vista, ai messaggi che ricevo ogni giorno su quanto io abbia aiutato certe persone con la loro vita sebbene attraverso uno schermo, alle migliaia di urla che sento quando salgo su un palco, e che sono tutte per me, - dice guardando il soffitto - oltre a tutti quei regali che ricevo e all'affetto che mi viene dimostrato... e al supporto nei momenti più difficili, e all'importanza che mi danno... - continua - beh, sì - si volta verso di me - è cambiato tutto.

Jolie || a Joe Sugg fanfiction (Italian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora