-Capitolo 1-

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Dopo interminabili minuti di macchina, in cui mia madre mi elencava gli splendidi parchi e mio padre si lamentava del traffico, arrivammo alla nostra nuova dimora.

Scesi dalla macchina sbattendo violentemente la portiera, per poi guardarmi intorno curiosa; misi una mano davanti agli occhi per coprirmi dal sole californiano e osservai attentamente la casa che mi si presentava davanti, era una villetta bianca a due piani anche se si poteva notare una piccola soffitta da una piccola finestra in cima alla costruzione, lateralmente c'era un grande garage e sul retro si poteva notare un giardino; la casa da fuori sembrava molto accogliente e si poteva notare un enorme bow window che lasciava intravedere un salotto moderno. Ci avvicinammo alla porta rosso fuoco per poi aprirla ed entrare in un piccolo corridoio per poi arrivare in enorme salotto, le pareti erano color nocciola e il pavimento era in legno scuro, nel mezzo della stanza troneggiavano due divani ed una poltrona color panna, davanti hai divani c'era una televisione con sotto un piccolo mobile, al centro c'era un tavolino in vetro e sotto un grande tappeto bianco, la stanza era già arricchita da vari soprammobili e la luce che proveniva dalla bow window illuminava scaldando l'ambiente; dietro il divano c'era una porta che portava ad una piccola sala da pranzo con un tavolo in legno scuro ed un piccolo lampadario sul soffitto, da un altra porta comunicava con una grande e moderna cucina con i mobili col panna, un isola in marmo bianco ed una grande porta intera che dava sul giardino nel retro, sbirciando dalla finestra vidi un grande albero di ciliegio con appesa un altalena su un ramo. Tornai in salotto e salii le scale per trovare la mia stanza, percorsi il corridoio ed aprii un po' di porte fino a trovare una camera con le pareti bianche e il pavimento in parquette marrone scuro, in fondo alla stanza attaccato al muro c'era un letto bianco da una piazza e mezza, a lato del letto un'enorme finestra con un grande balconcino interno in cui giacevano alcuni cuscini, la userò come postazione per leggere, essa lasciava intravedere la stanza del vicino; girandomi un po' intorno notai una scrivania con di fianco una libreria già riempita, un mobiletto per i dischi, un grande armadio ad ante scorrevoli ed un puff che stava sopra un tappeto bianco; sopra la finestra c'erano delle luci natalizie che rendevano l'atmosfera più calda e molto "filmesca" (termine inesistente).
Decisi che era ora di mettere a posto la mia roba così presi gli scatoloni che trovai un piccolo angolo buio e misi a posto tutto, attaccai i miei poster degli album delle mie band preferite sopra il letto e tutti i miei cd nello scaffale, presi la mia valigia e la aprii per mettere i vestiti via, aprii l'armadio e presi il mio paio di boxer... Aspetta, boxer?!? Da quando io porto boxer?!?, abbassai lo sguardo e notai che quelli non erano i miei vestiti, se è per questo non era nemmeno la mia valigia; chissà quale maniaco avrà la mia valigia... Aspetta.... All'aeroporto mi sono scontrata con quel tipo, potrei aver inavvertitamente scambiato le valigie, e ora? Ho tutta la mia roba la dentro!, mi girai verso la valigia e cercai qualcosa con cui potessi rintracciare il tipo, ma niente.
<<Amore scendi che andiamo a mangiare fuori per cena, domani mattina vado a fare la spesa>>
<< Si mamma ora scendo>>
Sbuffai, presi il mio telefono e andai al piano di sotto.
<< Perché non ti sei cambiata amore?>>
<<Ehm... Per sbaglio, ma proprio per sbaglio, penso di aver scambiato la mia valigia con quella di un tizio a caso>>
<<Cosa?!?, E ora cosa farai?!?, c'è anche il tuo computer la dentro! È i tuoi vestiti!>>
Disse mia madre urlando come una pazza.
<< Mamy troverò un modo per riprenderla te lo prometto, sai pesa anche a me il fatto che uno sconosciuto abbia la mia roba!>>
Lei annuì sbuffando e si incamminó verso il soggiorno per poi indossare il giubbotto e prendere le chiavi.
<<Allora?, andiamo?>>
<<E papà?>>
<<È dovuto andare al suo nuovo posto di lavoro per accertarsi di alcune cose, quindi sta sera cena fra donne>>
<<Okay>>
Ci incamminammo ed entrammo in macchina per raggiungere il mc'donald più vicino.
Facemmo la coda alla cassa ed io come al solito ordinai un sacco di cose di cui poi mi sarei abbuffata fino al soffocamento; preso tutto ci sedemmo ad un tavolo.
<<Allora... Come ti sembra la casa?>>
Mi guardo attentamente mangiucchiando qualche patatina.
<<Bella, cioè wow, ehm.... Bellissima, sembra quella di un film e ancora non ci posso credere, come abbiamo fatto a permettercela>>
<<Diciamo che la compagnia con cui lavorerà tuo padre è abbastanza ricca da permettersi di sistemare in ville i propri impiegati>>
<<Praticamente li escono i soldi dal culo>>
dissi sorseggiando la mia bibita facendo un rumore irritante
<<Le parole... Comunque si>>
Disse lasciandosi scappare una risata. Dopo quel breve intervento la serata passo tranquillamente e finita la cena tornammo a casa. Mi misi un pigiama che mi prestò mia madre e andai a letto di corsa, la giornata mi aveva stancato e sentivo di poter crollare da un momento all'altro, quando mi misi sotto le coperte incomincia a gridare il soffitto e a pensare alla mia nuova vita e a tutte le cose che avevo lasciato indietro con questi pensieri per la testa mi addormentai un po' nostalgica.

• • • • • • • • • • • • • •

L'indomani mi svegliai più stanca della sera prima,erano circa le undici di mattina e la mia testa connetteva come se fossero le sei; con passo leggiadro, che di leggiadro non ha niente, mi alzai e strofinai gli occhi con le maniche del pigiama è accompagnata dalla mia solita goffaggine entrai in bagno inciampando sui miei passi. Dopo un veloce doccia al corpo e una lavata di denti entrai in camera aprendo il mio bagaglio a mano, trovai dei vestiti e li indossai. Mi vestii velocemente con degli shorts di jeans chiari, una canotta da basket dei Lakers e un paio di scarpe da tennis bianche, quel giorno sarei andata a fare un giro per scoprire qualcosa in più sulla mia nuova città.
Andai in cucina e mi preparai un panino e Nutella, mi gustai la crema cioccolato e nocciola leccandomi i baffi, era una delizia, mi ricordo che fin da piccola amavo questa crema e ne mangiavo a cucchiaiate fino alla nausea e mia madre si arrabbiava sempre minacciandomi di non comprarne più; con calma mi sedetti sull'isola e mentre il thè saliva nella teiera accesi la tv su MTV music e incominciai a ballare come una scimmia ubriaca.
Mia madre entró improvvisamente.
<<Qual'è il programma di oggi Martolina?>>
Disse prendendosi una tazzina con del caffè e sedendosi su uno sgabello.
<<Credo che andrò a fare un giro, ho visto una gelateria niente male...>>
<<Okay, ma torna entro le diciannove che dobbiamo cenare>>
<<Ehm... Seh, io vado, ti rubo cinque dollari, ciao mamy>>
Dissi uscendo dalla cucina, rubai cinque dollari dalla borsa di mia madre e presi un paio di occhiali da sole. Uscì in cortile e raccolsi il mio penny da terra per poi incamminarmi verso la gelateria che avevo intravisto durante il viaggio. Arrivai nel negozio e presi un cono grande con cioccolato fondente e biscotto, dopo aver pagato e salutato cortesemente il gelataio, molto carino per la cronaca, decisi di riprendere lo skateboard per farmi un giretto mentre mangiavo; percorrevo velocemente la via guardandomi attorno curiosa, le palme ombreggiavano leggermente la strada che fino a poco prima era scaldata dal sole pomeridiano, di fianco a me c'era la vista del mare e della spiaggia da cui si potevano vedere famiglie felici e amici che si divertivamo, macchine di tutti i tipi sfrecciavano veloci e pedoni di tutte le età e generi chiaccheravano animatamente uscendo da qualche negozio o semplicemente passeggiando; si respirava aria d'estate e respirando a pieni polmoni ti poteva entrare un po' di quella sensazione dentro. Le ruote del mio penny continuavano a sfrecciare sempre più veloci mentre mi godevo la leggera brezza estiva ma io continuavo a guardarmi attorno quasi stregata dal passaggio, fino a che l'impatto con un qualcosa o forse qualcuno, mi fece cadere e sbattere la testa sull'asfalto.
<<Guarda dove vai deficiente! Dove hai la testa?!? nel deretano?!?>>
Disse una voce mentre io cercavo di mettermi in piedi, la testa mi girava e la vista era sfuocata, vedevo solo ombre che si muovevano velocemente attorno a me, l'aria divenne più densa e i miei polmoni faticavano a prendere aria; espira, inspira, espira, inspira...
<<Scusami... Oddio ma tu perdi sangue dalla testa! Meglio che chiami un ambulanza>>
No guarda lasciami morire dissanguata,
Cercai nuovamente di rimettermi in piedi ma caddi miseramente sull'asfalto, le mie gambe erano molli come gomma fusa e il mio cervello sbatteva da una parte all'altra della scatola cranica, il dolore non era molto ma il senso di nausea prese il sopravvento.
<<Credo di dover vomitare>>
Sbiascicai quelle parole debolmente; ad un certo punto sentii una mano prendere la mia e una voce che disse qualcosa che non riuscii a capire; dopo qualche secondo, che mi guardavo in giro come un cerbiatto impaurito, non vidi più nulla e il buio mi avvolse.
<<Pronto... Ho bisogno di un ambulanza!... Fate presto!!!>>

//AUTHOR NOTE//
Buonsalve gentaglia!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, finalmente succede qualcosa e che cosa...
Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento o con una votazione e... AL PROSSIMO CAPITOLO, YEAHHHH!

Way Back Into Love|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora