-Capitolo 10-

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Arrivammo al luna park dopo qualche minuto. Il sole aveva lasciato il posto alla luna che illuminava pallidamente il cielo scuro.
L'ingresso era illuminati da luci colorate mentre l'aria era riempita da grida di gioia e urli di bambini. Shawn mi guardò sorridendo
<<Entriamo o stiamo qui a guardare?>>
<<Mmmh guardare sembra interessante ma preferisci entrare>>
Dissi ironica
<<Ottima scelta>>
Mi prese la mano e mi accompagnò all'ingresso dove un anziano signore dai baffi lunghi e imbarazzanti ci disse
<<Buonasera ragazzi, quanti biglietti?>>
<<Due grazie>>
Rispose Shawn
<<Tenete>>
<<Grazie mille>>
Sorridendo ci allontanammo verso la prima giostra.
<<Saliamo su quella montagna russa?!?>>
Dissi emozionata, avevo gli occhi che brillavano, come se avessi appena visto della Nutella
<<E-e-ehm.... O-o-okay...>>
Disse lui esitante
<<Non dirmi che hai paura>>
Dissi per provocarlo
<<Chi? Io? Mai!>>
Disse imbarazzandosi
<<Awww, non c'è niente di male, fifone...>>
Dissi sussurrando
<<Fifone a chi?!? Ora ti faccio vedere io?>>
Disse trascinandomi per un braccio alla giostra.
Salimmo sul vagone, Shawn tremava e aveva il viso di un colore strano
<<Shawn stai bene?>>
<<Certo, che domande>>
Disse lui fingendosi tranquillo
<<In partenza!>>
Urlò il macchinista.
Sentii Shawn stringere con forza la mia mano che era attaccata all'imbragatura, sorrisi leggermente e con un colpo la giostra partii.
Quando il giro finì scendemmo e ci avvicinammo al chiosco dei churros
<<Hai visto? Ci sono salito e l'ho affrontato con coraggio>>
<<Coraggio sarebbe urlare come una femminuccia?>>
<<Dipende dai punto di vista>>
<<No, dipende dalle emozioni>>
<<Certamente... Vuoi un churros?>>
<<Ehm, non l'ho mai assaggiato ma okay>>
<<Dobbiamo subito rimediare a questo errore fatale>>

Ci sedemmo su una panchina li vicino a mangiare il dolce
<<Mmmh è davvero buonissimo>>
<<Lo so>>
Mi guardai intorno e i miei occhi si posarono su una catapecchia che si trovava a pochi passi da noi: la casa infestata.
Picchiettai il dito sulla spalla si Shawn e lui voltandosi fece una faccia incuriosita
<<Hey che ne pensi di entrare li?>>
Dissi indicando con il pollice la struttura, lui fece una faccia timorosa ma poi scuotendo la testa mi sorrise
<<Ehm... Certo>>
Mi alzai elettrizzata e lo trascinai all'interno della casa.

Era come chiudere gli occhi, non si vedeva niente. Il buio era talmente fisso che era quasi fastidioso. Cercavo i sforzare la vista per vedere almeno in parte il percorso, ma niente, l'unica cosa che mi aiutava era la mia stretta al braccio del ragazzi. Ad un certo punto sbattei con la faccia sul muro e sentii Shawn fare lo stesso; non feci nemmeno in tempo a lamentarmi che una sirena rossa si accese ed incomincio a brillare accendendosi e spegnendosi. Finalmente vidi la sala, le pareti erano in lamiera color ruggine e il pavimento era una grata con sotto del buio. Sui muri c'erano delle frecce e delle frasi inquietanti scritte con il sangue. Il corridoio terminò con una porta di emergenza con la scritta "exit" nella parte superiore
<<Ma come? È già finito?>>
Esclamai io stranita
<<Che fregatura>>
<<E io pensavo che fosse peggio>>
Aprimmo la porta e la varcammo, la porta si chiuse con un tonfo dietro di così cademmo, di nuovo, in un buio profondo.
Ero confusa, mi guardavo in torno cercando di far abituare gli occhi, ma il buio era troppo profondo.
Sentii un fruscio nel lato in cui Shawn stringeva la mia mano e dopo quella che secondo non sentii nemmeno quella. Un rumore di colpi si propagò nell'aria, capii che Shawn stava tentando invano di aprire la porta
<<Non si apre! Maledizione!>>
Esclamò lui
<<Quale ragazzo dice ancora maledizione?>>
Dissi divertita
<<Marta non c'è nulla da ridere, siamo bloccati qui>>
<<Dai Shawn proviamo ad andare avanti, sarà sicuramente una parte dell'attrazione>>
Lui non del tutto convinto rispose
<<Okay>>
A tastoni mi prese la mano e andammo verso quello che ci sembrava un corridoio/stanza.
Con le mani toccavamo le pareti, la stanza sembrava infinita.
Con la mano tastai il muro e per spaglio premetto un qualcosa. Si accese una luce che illuminò tutto, socchiusi gli occhi per l'intensità e guardai Shawn che come me era leggermente stordito. Davanti a noi, a differenza della prima, c'erano due porte, tutti e due erano illuminate da una luce al led rossa. Sopra la prima porta c'era una scritta, fatta con del sangue finto, che riportava "gentle", mentre nella seconda c'era scritto "lady".
<<Penso che dobbiamo separarci>>
Suggerì
<<Shawn hai mai visto cosa succede nei film horror quando uno dice di "separarsi"?>>
Domandai ovvia
<<Dai Marta è solo un attrazione>>
Disse sottolineando l'ultima parola
<<Okay ma se finisco sbudellata da una motosega il mio fantasma ti perseguiterà>>
<<Ehm, raccapricciante, ma va bene>>
Alzai gli occhi al cielo e imboccai la seconda strada.
Il corridoio era ben illuminato e sembrava tutto tranquillo, fino a quando un gemito spettrale si propagò nell'aria. Un rumore assordante mi fece coprire le orecchie era come le dita sula lavagna. Cercai di respirare. "Calma Marta è solo una stupida casa degli orrori", "è tutto finto".
Camminai lentamente tenendo d'occhio ogni centimetro del corridoio. Davanti a me si presentarono tre strade: una dritta, una che andava verso sinistra e una che andava verso destra.
Rimasi li a pensare quelle fosse meglio, quando uno strano rumore di colpi mi fece congelare. Nella stanza si sentiva solamente quel suono. Un colpo, uno strisciare, un colpo, uno strisciare... E così continuava. Si fece sempre più forte. "Lo sapevo che non bisognava dividersi". Ero come immobilizzata, non avevo mai provato una sensazione simile. Un conto era vedere un horror alla tv, un conto è viverlo.
Mi girai lentamente, mentre stringevo i pugni fino a non sentire più le nocche. Tenni gli occhi socchiusi e i denti digrignati in una smorfia.
Lanciai un occhiata girandomi solo con il busto e quello mi basto per pentirmene.
La figura di una donna si presentava dietro di me. Aveva lunghi capelli neri, sporchi di fango. Il corpo era magro, talmente tanto da lasciar notare le ossa; il fisico era macchiato di lividi e sporco di sangue, come la veste bianca che indossava.
Era talmente malridotta da camminare appena, di fatti solo una gamba riusciva a reggere il peso mentre l'altra veniva trascinata a fatica. Il viso era magro e scavato; mancavano dei pezzi di pelle dalla guancia e dalla fronte che lasciavano intravedere i muscoli. Gli occhi erano incavati e contornati di nero; lo sguardo era vacuo e gli occhi erano neri come la pece. La cosa che più mi terrorizzò furono i lamenti e i gemiti che uscivano dalla bocca senza mascella della donna.
Rimasi immobilizzata al mio posto, mi sentivo come quelle deficienti che non scappano nei film, ora riuscivo, in parte, a capirle. I miei muscoli non rispondevano più dalla paura così cercai di trovare un po' di ragione e con uno scatto iniziai a correre prendendo la strada di sinistra. Sentivo i suoi lamenti in lontananza, così aumentai il passo ed imboccai delle strade a caso. Ero in un maledetto labirinto.
Mi fermai stanca morta, appoggiai le mani alle ginocchia e respirai profondamente. Quando ebbi riacquistato un po' di fiato mi guardai in torno e notai che non c'era nessuno dietro di me
<<Fiuu...>>
Lasciai un sospiro di sollievo, che però durò poco. Una mano mi afferrò la caviglia e terrorizzata guardai giù. La stessa donna di prima mi stava tenendo la caviglia. Mi guardava dritto negli occhi facendo uno stano rumore con la bocca. Io, schifata, la strattonai e corsi via aprendo e chiudendo, subito dopo, la prima porta che trovai.
Davanti a me c'era una stanza piena di specchi. "Oh no, anche questa no" pensai esausta. Incominciai ad addentrarmi toccando le pareti con le mani per non sbatterci addosso.
Da lontano sentivo dei rumori. "Oh no non ancora quella tizia!". Aumentai il passo continuando a tastare le pareti. Il rumore si fece sempre più vicino e l'ansia continuava a salire. Mi guardai indietro ma vidi soltanto il mio riflesso. Quando mi rigirai andai a sbattere contro un corpo. Cominciai ad urlare e a dare pugni all'aria
<<Hey ferma!>>
Due mani afferrarono saldamente le mie mani. Aprii gli occhi e notai Shawn preoccupato.
D'istinto lo abbracciai e lui, dopo un momento di sorpresa, mi abbracciò a sua volta. Affondai la faccia nella sua maglia respirando il suo profumo. Quando mi fui calmata ci guardammo negli occhi. Il suo sguardo era tra il preoccupato e l'intenerito, le sue mani presero le mie guance, i nostri viso si avvicinarono e i nostri sguardi si intensificarono
<<Ero preoccupato>>
Disse lui mentre mi accarezzava la guancia con il pollice; io misi la mia mano sopra la sua
<<Ma ora sono qui>>
Risposi io, lui fece un mezzo sorriso e si avvicinò ancora di più, sfiorando il mio naso con il suo.
Il suo respiro caldo mi fece arrossare le guance. Continuavamo a guardarci nonostante la vicinanza, io sorrisi e lui in cambio unì le sue labbra con le mie. Levai le mie braccia alla sua vita mentre lui approfondì il bacio. Chiese accesso alla mia bocca e io non lo negai. Il bacio divenne intenso e caldo. Aveva un sapore dolce, menta.
Le nostre lingue si muovevano e il suono dello schiocco risuonava tra le pareti. Dopo qualche secondo il bacio terminò e Shawn si allontanò da me lasciandomi un bacio casto sulle labbra e successivamente sul naso, ridacchiai e presi la sua mano. E insieme uscimmo, finalmente, dal l'attrazione, raccontandoci, ridendo e scherzando le nostre disavventure all'interno della casa.
La serata giunse al termine dopo qualche altra giostra. E insieme tornammo a casa.
Arrivammo al vialetto di casa mia così Shawn fermò la macchina e si voltò verso di me tenendo una mano sul volante.
<<Grazie per la serata Shawn, è da tanto che non andavo ad un luna park>>
Dissi slacciando la cintura
<<No grazie a te>>
Rispose lui
<<Bhé buonanotte>>
<<Notte>>
Sorrisi e mi girai aprendo la portiera quando
<<Aspetta>>
Mi afferrò per un braccio e facendomi girare mi diede un dolce bacio, che però durò poco
<<Mi ero dimenticato il bacio della buonanotte>>
Divise lui accarezzandomi
<<Sogni d'oro Shawn>>
Sorrisi e mi chiusi la portiera alle spalle. Arrivai alla porta e la aprii.
Mi preparai per andare a letto e dopo essermi lavata andai a letto, ripensando alla serata.

Way Back Into Love|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora