Capitolo 23: Ladri.

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Cosa potevo fare adesso? Ero in trappola, bloccata nella mia camera.
Senti un'altra porta aprirsi, lo studio.
La paura mi aveva bloccato, ero nel pallone più assoluto. Perché due ladri erano entrati? Perché proprio il nostro appartamento? Eppure non eravamo ricchi.

Silenziai il telefono e lo lasciai sul letto, presi un oggetto più che per difendermi lo presi per darmi fiducia, per infondermi coraggio.
Ero appoggiata alla porta per sentire le voci, ma niente, non si sentiva niente a parte il rumore fine di alcuni passi.
Mi nascosi nell'armadio e scoppiai in un pianto isterico e silenzioso, intanto lo schermo del telefono non la smetteva di illuminarsi.

Pregai che qualcuno mi aiutasse, continuavo a sperare che quei ladri se ne andassero. Strinsi forte al petto l'abat-jour che avevo staccato accuratamente senza far rumore.
Lacrime calde e salate continuavano a rigare il mio viso mentre dei singhiozzi cominciavano a farsi sentire.
Cercai di calmarmi per fare meno rumore ma questo mi fu impossibile, i singhiozzi continuavano ed io mi portai una mano alla bocca premendola.

Senti un'altra porta aprirsi violentemente, cazzo, la prossima è la mia. Sobbalzai.
Incominciai a singhiozzare più rumorosamente.
Senti dei passi pesanti avvicinarsi verso la mia porta, una mano di appoggio sulla maniglia e incominciò ad abbassarla lentamente. Brividi di paura si propagavano per tutta la spina dorsale.

Ad un certo punto senti un altro rumore, un'altra porta che si apre. Non la mia, sembra piuttosto la porta di ingresso. Tutto tace, la mia porta è ancora chiusa e la maniglia non si abbassa più.
D'un tratto sento un colpo accompagnato da un tonfo, emetto un breve e stridulo urlo.
Sento dei passi fuori dalla porta correre ed una voce grossa ringhiare un semplice 'bastardo'.
Dopo un po' di trambusto sento un colpo e poi un'altra tonfo.

Sento dei passi decisi avvicinarsi alla mia porta, ricomincio a singhiozzare e a piangere come una disperata, avevo troppa paura per bloccare la porta.
D'un tratto la porta si apre, sobbalzo e tremo. Ho paura, sono agitata, mi rannicchiò ancora di più nel piccolo spazio presente nell'armadio e mi tappo la bocca con entrambe le mani lasciando l'abat-jour alla mia destra.

Sentii di nuovo dei passi avvicinarsi indecisi all'armadio. "No, ti prego no" sono le uniche frasi/pensieri che riesco a formulare.
Ad un tratto le ante del l'armadio si aprirono violentemente. Emisi un altro straziante ed stridulo urletto e chiusi gli occhi impaurita.

Delle braccia calde mi presero le spalle e....

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SPAZIO ME🦄
Lo so sono cattiva.
*risata malefica*
Ma amo lasciare la suspense alla fine di ogni capitolo.
Lo so che il capitolo è corto, ma vi prometto che mi rifarò nel prossimo.
Detto questo, vi amo tutte, Buon Natale(anche se è passato) e al prossimo capitolo( che pubblicherò presto😉)
Commentate, votate e Ciaooo

P.s. Vi avviso che la storia è quasi giunta al termine, è questione di capitoli.

NadineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora