Capitolo 13: Sciocchezze

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Le lacrime vennero giù da sole, cercai di fermarle in tutti i modi ma con scarsi risultati.

Avevo bisogno della mia lametta della mia rovina.

Thomas voltò lo sguardo ed incrociò i miei occhi colmi di lacrime.

Un unico pensiero rimbombava nella mia mente: Corri! Corri Nadine.

Così, presa dalla disperazione corsi più che potei. Dove, vi chiederete, beh non lo so, in un posto isolato.
Sola con la mia unica e vera amica: la lametta.

Mi rifugiai nella nostra camera e mi rinchiusi nel bagno, ben sapendo che sarebbe stato il primo posto in cui Thomas mi avrebbe cercato.

Cercai con avidità la mia lametta, ma senza risultati.
Poco dopo sentii Thomas entrare in camera, trattenni il fiato.
Spinse la maniglia e vedendo che la porta non si apriva incominciò a bussare.

-Nadine, apri la porta!-Disse Thomas con una nota di preoccupazione.

-Nadine, apri sta cazzo di porta! Ti prego non commettere scemenze.- Per la seconda volta non risposi. I singhiozzi incominciarono a farsi più rumorosi.

Portai le mani insanguinate al volto e le guardai schifata. Mi appoggiai con la schiena alla porta e scesi fino a sedermi.

Mi portai le mani alle orecchie per non sentire Thomas mentre le lacrime scendevano copiose.

Dopo quella che poteva essere stata un'ora Thomas si arrese. Si sedette sul letto implorandomi con dolcezza di uscire.

Aprì lentamente la porta. Thomas mi venne incontro e mi abbracciò.

-Scusa, ho fatto una sciocchezza.- Mi sussurrò dolcemente.

NadineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora