Capitolo 20

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"Just me and my shadow, and all of my regrets.
Who am I? I don't know my self.
Who am I? Invisible."

5 Seconds of Summer - Invisible

"Si, fai quello che vuoi. Uh, questo posto è troppo caldo per me devo andare fuori." Blatero mentre cerco con gli occhi una via d'uscita che non sia quella principale dato che sono in salotto e quindi nella stanza con quella cristo di porta d'ingresso. Erica calmati. Decido infine di uscire dalla finestra.
L'aria fresca mi colpisce il viso affannato e poi crollo a terra.

"Erica- cazzo stavo per cadere." E senza dire altro viene a disterdersi vicino a me, sull'erba umida. Non mi chiede nulla sul perché io sia distesa su un prato a guardare il cielo nuvoloso.

"Mi porti via da qualche parte, per favore?" Chiedo improvvisamente girando la testa verso la sua.

"Andiamo a mangiare? È tipo mezzogiorno." Annuisco e subito sento il mio stomaco brontolare. Effettivamente non ho mangiato nulla oggi. Accenno un okay sovrappensiero e in meno di dieci minuti ci ritroviamo al KFC, mentre ordiniamo del pollo.

"Non sei così stronzo, Tiberia." Dico prendendo un sorso dalla coca cola.

"Ah si?" Mi guarda cercando di capito i disagi che ho.

"Beh mi stai pagando il pranzo, quindi." Mi sorride e si sitema i capelli, animando il suo ciuffo che tanto mi piace.

"Vabbe, dove vuoi andare?" Mi chiede mentre metto la salsa piccante sopra il pollo.

"Non so. Bho, lontano da qui, lontano da loro." Forse me la son presa troppo, ora che ci penso non è stato così traumatico come il mio cervello percepiva in quel momento. Ma ora voglio stare sola.

"Non sono la persona che conosce i posti più belli e fighi che ti verrebbe da morire là, ma se vuoi possiamo andare al parco (?)" Dice incerto. So che non è da lui andare in posti dove non c'è un computer o delle persone da disturbare, ma sorrido, perché ci ha pensato, perché sta cercando di aiutarmi.

"Non scappo dalle persone per andare dalle persone, però se me lo richiedi stasera magari ti dirò di si." Viaggiamo un po' per la città, più o meno a caso e senza meta. Troviamo comunque un modo per disturbare i comuni mortali, tipo inciampandogli addosso o cadendogli davanti.

"Scusi signore." Inciampa 'casualmente' Matteo davanti a un anziano di 70 anni. Rialzandosi poi fa finta di reinciampare.

"Ma hai bevuto ragazzino?" Urla il nonnetto.

"No, no scusi." Matteo mette la mano in avanti come scusa mentre il vecchio se ne va arrabbiato e confuso. Matt mi raggiunge mentre io rido; anche se lo fa da un ora io continuo a ridere. Dio che bello. Lui. Cioè passare un pomeriggio con lui. Tutti e due. Ero triste prima, lui mi ha sconvolto la giornata. Amo il modo in cui mi guarda, i suoi capelli. Sono ossessionata. Mi fissa coi suoi occhi verdi scuro, che ho imparato ad adorare, mentre io sono incantata con lo sguardo su di lui.

"Ehm.. non credo tu abbia fame dopo che mi hai rubato gli m&m, vero?" Mi rinfaccia. Guardo l'ora; 7:04. Merda è da tantissimo che siamo fuori. Guardo il telefono con la sua batteria al 23%, ritovandomi 11 chiamate perse da Steph, 2 da Lorenzo e 3 da Ostuni. Merda. Poi ho un messaggio.

Da: Steph♥
Scusa.
Scusa scusa scusa.
Ti voglio bene.
Torna qua da me a casa.
Non volevo crearti problemi.
Scusa.
Se vuoi io e Lorenzo siamo a casa.
Steph xx

"Andiamo a casa Matteo?" Chiedo.

"Mi avevi promesso che andavamo al parco." Fa un po' l'offeso con quel broncio. D'istinto gli morsico il labbro e gli lascio un bacio leggero, soprendendo tutti e due.

"Okay." Sussurro staccandomi. Ci dirigiamo verso la macchina ancora un po' straniti. Non so che mi sia preso ma mi sembrava quasi... necessario. Non so.

Arriviamo al parco, ormai scuro e abbandonato dalle anime. Che posto strano, un po'inquietante. Mi piace.

Mi siedo sulla panchina ormai arrugginita. Tutto d'un tratto mi viene da piangere. La sera mi fa quest' effetto. Una lacrima mi riga la guancia; subito mi nascondo da Matteo, spero non mi veda.
Calmati.
Calma.
Pensa ai bei momenti.
Ai bei momenti passati ormai.
Mi mancano quei bei momenti.
Torino.
E tutti i miei amici.
Lui.
No lui mi fa schifo.
Ma la ragione per cui sono qua ora.
Tranquilla Erica.
No. Non piangere.
Domani sarà un altro giorno.
Smettila.
Dai.
Non piangere.

"Erica?" Chiede Matteo, ormai incuriosito dalle mie guance bagnate e pallide. "Perché piangi?" Cazzo.

Ma poi ci sono quelle sere che te lo concedi, te lo concedi ti crollare, almeno per una sera, di lasciarti andare al freddo che hai dentro e sprofondare nell'oblio. Non sono debole, solo stanca. Domani riprenderò a lottare, sarò la ragazza che tutti conoscono. Ma per quella sera te lo concedi, crolli e stai a terra, inerme.

"Perché piangi?" Ripete prendendomi le guance e girando il viso verso di lui. Sapevo che sarebbe accaduto prima o poi.

"Non lo so. Non so perché piango. Non volevo essere così. Merda non lo volevo davvero." Faccio schifo.

STAVO A RIVEDÉ IL VIDEO DELLO STEP VS FOOD E QUINDI KFC. (Cappaeffeci perché siamo italiani lel)

Ciao ei. Ehm si ciao.
Se volete delle spiegazioni le trovate nella mia bacheca.

Vi consiglio vivamente di ascoltare la canzone citata all'inizio, oltre al fatto che mi rappresenta, ha un bellissimo significato.

Mistake || Matteo Tiberia (Crookids)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora