Capitolo 10

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"Who will fix me now?
Dive me when im down
Save me from my self
Don't let me drown."

Bring Me The Horizon - Drown

"Buongiorno." Mi grida nell'orecchio Riccardo strappandomi una cuffietta dall'oreccho tanto forte che quasi mi fa fa male. Come osa togliermi la cuffietta alle 7:56 della mattina. Come osa. "Hey perché mi guardi male?" Fa un sorriso.

"Diciamo che non sono una persona mattiniera." Metto una mano sul suo petto spingendolo all'indietro.

"Che ascolti?" Mi domanda infilandosi la mia cuffietta.

"Bring me the horizon." Dico annoiata.

"Drown eh?" Dice Rick dopo averla ascoltata cinque secondi.

"Mi rispecchia." Credo che sia una delle più belle canzoni mai fatte. La sua energia e il modo in cui il cantante fa sentire il dolore. Non c'è nessuno, nessuno che abbia mai fato una canzone così completa. È quella cosa che nessuno si aspetta ma che ti prende un casino.

Odio comunque condivere le cuffiette, perché la musica deve entrarmi e restarci non uscire, ma posso accettarlo se quella persona non mi sta tanto in culo. Però quando mi tolgono anche l'altra cuffietta io mi innervosisco.

"...close my eyes-" Tolgo le cuffie da Jar che cantava e Rick e vado da un'altra parte. Da sola con la mia musica.

Cosa avete da guardare?
Eh?
Fatevi una vita.
Cosa c'è di strano nel fatto che una persona vuole stare da sola? Cosa c'è? Sono una sfigata? Meglio. Almeno non devo stare con voi. Perché devo condividere l'aria con delle grosse larve?

Vedo Asia arrivarmi davanti e alzo gli occhi al cielo. No no no no no no eh non rompermi il cazzo.

"Ma come fai? Preferisci una panchina e quei cosi che hai nelle orecchie a loro, dei grechi? Quali problemi ti trafiggono al cervello? Sei l'unica ragazza che loro cagano e tu ti allontani da loro? Dovresti morire per loro." Respira e quasi mi viene da picchiarla per il fatto che ha offeso la musica.

"Sai io al contrario di te, non faccio la leccaculo." Mi stai proprio sul cazzo troia. "Quindi, vai a fanculo." Alzo il dito medio.

"Meglio per me." Si gira e se ne va. Si grazie a Dio.

'What doesn't destroy you?
Leave you broken instead?
Got a hole in my soul
Growing deeper and deeper.'

Suona la campanella, che si fotta.

"Erica mi serve un favore." Alla fine della 6° ora sento in lontananza la voce di Enzo mentre mi si avvicina correndo con una mano sulla milza. Quanto cazzo ha corso?

"Sembra importante." Dico con diffidenza. Cosa c'è di così importante?

"Asia, è tutto il fottuto giorno che mi perseguita, anche prima. Dato che dopo vorrà parlarmi, devi tipo fare finta di essere in ritardo per qualcosa così ti porto a casa io okay? Grazie." Mi da un mezzo abbraccio e ritorna nella sua classe a prendere le robe penso.

Suona la campanella, che suono meraviglioso.

Usciamo insieme, lui mi sta appiccicato e appena Asia lo vede e le si illumina lo sguardo mentre, con le sue Vans leopardate, raggiunge Enzo aggrappansi come una sanguisuga al suo braccio. Ma quando nota che ci sono io il suo sguardo diventa di sfida.

"Enzo te l'ho detto, devi portarmi a casa subito che mia zia a casa sta male. Mi dispiace per te troia, ma non ho un'auto." Si incazza per il nome mentre cerco di tirare Enzo via con me.

"E il tuo cuginetto sfigato?" Fa lei con voce acuta.

"Non lo vedo da due giorni." In effetti, è vero.

"E dove avresti dormito? Per strada con i barboni?" Fa una smorfia da puttana. La perdono, perché sa fare solo quello.

Le lascio un sorriso enigmatico e lascivo mentre tiro Ciolini con me.
"Amami." Gli dico.

"Grazie." Mi sorride e poi mi porta a casa. E ora che le dico a mia zia?

Aprendo la porta mi ritrovo le luci spente senza la presenza di anima viva. Accendendo la piccola luce della cucina e vedo attaccato al frigo un bigliettino.

'Ciao Lorenzo o Erica,
sono andata da una mia cara amica per passare del tempo assieme dato che è da tempo che non ci sentavamo. Tornerò dopo cena, ci sono dei soldi per comprarvi da mangiare sopra il tavolo."

Wow, 35 euro. Ne prendo 20 per me e ne lascio 15 a Lorenzo. Chi prima arriva, prima alloggia. Bello, sto a casa da sola.

Ordino una pizza margherita e aspetto cinque minuti il fattorino. Intanto mi guardo attorno. Mi abituerò mai a chiamare questo posto, casa? Quando tornerò davvero a casa?

Mi alzo lentamente dal divano quando suona il campanello. Fa che sia il fattorino.
Quando apro la porta mi trovo un fattorino che non è adatto a fare il fattorino. Ha gli occhi azzurri in contrasto dai suoi capelli neri.

"Ehi tesoro, eccoti la tua pizza. " Guarda un secondo dentro la casa e mi sorride sinistro. Oh, le fossette. "Sei da sola bellezza? Una ragazza come te non può stare da sola a questi orari." Mi si avvicina.

"Grazie per la pizza." Gli consegno i soldi mentre lui mi guarda stranito.

"Cos'è tutta questa fretta? Potremmo divertirci insieme principessa." Mi guarda da puttaniere mentre è ancora fuori da casa mia.

"Mi dispiace, sono lesbica." Gli chiudo la porta in faccia mentre la sua è traumatizzata e mi metto a ridere per terra.

Non ci credo, l'ho detto davvero. La sua faccia poi... c'è restato malissimo. E scoppio di nuovo a ridere. Quando ho finito di pensare a quello che gli ho detto e alla sua faccia, mi butto sul divano e apro il cartone della pizza. Ormai sarà fredda.

E invece oggi, per la prima volta nella mia vita, capisco il senso del cartone conteniente la pizza, oltre al fatto che sarebbe poco igienico portarla in mano senza nulla.

Decido che al posto di stare qui sul divano a farmi filmini mentali chiamo Steph, che risponde dopo quattro squilli.

"Puttana mi hai interrotto la mia ora canzone depressa preferita." Mi saluta in un modo tutto suo. Questa è la mia migliore amica.

"Oh povera ragazza, mi dispiace davvero tanto salvarti dalla depressione." Mi scuso fintamente mentre faccio una voce più acuta del normale. Poi si sente in sottofodo una canzone lenta, suonata con la chitarra partire e cantata da una femmina che io riconosco subito dalla voce. E, coincidenza, amo quella canzone.

"Damn, damn, damn, what I'll do to have you near, near, near?" Cantiamo tutte e due a squarciagola la canzone di Avril, wish you were here.

"La amo anche io Steph, te la ho inviata io ricordi?" Le dico ricordando ancora i vecchi tempi, quando era a casa mia e non cagava sta canzone poi vado via e puff le piace.

"Ah già." Ride leggermente come a un ricordo ormai scomparso. "Machi a tutti qui, pure a-" La interrompo.

"Okay si bhe non mi interessa, mi sta sul cazzo ora." Le rispondo pensando a lui.

"Okay, okay, ma calmati ti volevo solo avvisare." Si scusa subito perché conosce me e tutta la mia storia.

"Che si fotta. A lui non mancherebbe neanche una capra." Stronzo, puttaniere, coglione, una merda vivente.

QUESTA SETTIMANA STO IN FISSA CON LE MELANZANE.
Eppure non mi laikano. Ma la faccina è qualcosa di *-*.

Comunque non ho nulla da raccontare, sempre le solite cagate: professoresse stronze e professori coglioni e sorelle antipatiche.

RACCONTATEMI QUALCOSA VOI, SFOGATEVI.

Mistake || Matteo Tiberia (Crookids)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora