Capitolo 14

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"Underneath the echoes,
Buried in the shadows,
There you were."

Colbie Chillaton - When the darkness comes.

E mi ritrovo di nuovo qui, in camera mia, da sola, che gioca ai videogames. In Fifa non me la cavo malissimo ma diciamo che è meglio se non ci scommetto qualcosa. Steph invece è bravissima a Fifa, ma non segue molto il calcio. Quasi tutto quello che ha imparato dal calcio è stato per merito di Fifa e Pes a volte. Ha fatto anche calcio per un po' di tempo, ma adesso fa atletica. Io non mi sono mai dedicata al calcio bensì al basket, che ho praticato per un anno e mezzo.

Decido di andare a finire il panino abbandonato sul tavolo un'oretta fa. Tolgo i cetrioli che mi fanno schifo e continuo a mangiare, controllando i social. A un certo punto il mio cellulare si mette a vibrare nella mia mano e leggo sullo schermo il nome Stupratore di creeper. Perché mi sta chiamando?

"Ehi, Erica." Dice, con un tono di voce strano, un po' da down, un po' da assonnato e un po' da alcolizzato.

"Sì Matteo?" Chiedo stupita della sua chiamata alle 2 di notte.

"Non trovo il conigl- cioè la mia macchina." Coniglio? Perché? What the fuck.

"E mi hai chiamato perché?" Lascio in sospeso la frase, cercando un motivo valido per la sua chiamata.

"Dovevo qualcuno dirlo. No aspetta è più corretto dire dovevo dirlo a q-" E poi si sente come se fosse cascato il cellulare per terra. "Merda." Sì sente in sottofondo. "Sono caduto eheheh." Fa una risata da ebete e a quel punto incominciò a preoccuparmi. È palesemente ubriaco. O fatto dipende.

"Matteo dove sei?" Chiedo preoccupata e prendo le chiavi della macchina di mio cugino. Si arrabbierá.

"Un locale... mmh... quello dell'altra volta ecco... due isolati più avanti ce n'è un'altro mooolto più grande." Barbetta e allunga la o in modo teatrale.

"Okay." Attacco e mi metto in moto. Arrivo dopo cinque minuti e trovo Matteo seduto su una panchina. Dire che è seduto è l'eufeismo dell'anno. È stravaccato al lato, con un braccio a penzoloni e l'altro appoggiato sulla panchina di legno, con le gambe leggermente aperte e gli occhi chiusi. Oh madonna. Vado a sedermici accanto e lui apre gli occhi, come se avesse sentito una presenza. Mi guarda per un momento dai suoi occhi rossi, poi mi sorride sbilenco.

"Oh ciao Eriicaaa. Cosa ci fai qui?" La sua voce è po' sorpresa.

"Mi hai chiamato tu." Rispondo un po' infastidita.

Gli prendo il suo polso, cercando di spostarlo, ma lui non si smuove di un fottuto millimetro. Decido allora di avvicinarmi a lui fino a farmi avvolgere il suo braccio attorno alle mie spalle. Quando la sua mano fa contatto con la mia pelle è come se si risvegliare da un incubo, un qualcosa di brutto. Mi attira a se in un abbraccio sbilenco, da fatti. Inspira dai miei capelli. Ho come l'impressione che lo abbia fatto tutta la serata.

"Mmh, migliore della droga." No sono sicura che sia drogato, ma sono sicura che la droga non è nuova per lui.

"Cristo Matteo. Torniamo a casa." Mi preoccupo, cosa che non faccio spesso, ma credo che siamo amici.

"No." Si Impunta.

"Matteo..." La mia voce sfuma e viene di meno, non sapendo come comportarmi con una rara specie di Matteo selvatico e fatto.

"Stai qui con me." Mi chiede in una sottospecie di domanda, mentre mi guarda ansioso e io sospiro. Poi quando annuisco, lo vedo rilassarsi e chiudere gli occhi. Restiamo seduti si quella panchina per metà rotta, spezzata e in frantumi, come quegli idioti che ci sono seduti sopra. Ovvero noi. Guardo le stelle, coperte dalle nuvole di fumo di Roma e l'unica cosa che vedo sono puntini. Puntini gialli. Piccoli puntini gialli. Alcuni più grandi e altri più piccoli; alcuni con la luce più fioca, altri invece illuminano la notte. Ma in verità sono enormi e possenti, con una luce accecante, se ti avvicini troppo ti abbagli, ma è uno spettacolo unico. Proprio non lo capisco, questo mondo.

E poi, d'un tratto sento fissarmi. Due occhi nocciola mi fissano. Due bellissimi occhi marroni, con le ciglia lunghe e delle sfumature di verde. Lo guardo di rimando e all'improvviso mi prende la nuca, da dietro, spingendomi contro lui, in modo che le nostre bocche si incontrino. E le sue labbra sono morbide, come i suoi capelli, nei quali le mie mani si sono perse. Si infiltra nella mia bocca con la sua lingua, e io rispondo a lui, spingendomi più contro la mia bocca.

"È tutta la sera che volevo farlo." Mormora, ancora sulla mia bocca, in mezzo al nostro bacio, per poi riprenderlo.

Oh buondì.

Okay no. Non sono morta. Ora è finito tutto. Scuola, cheerleader, la poca vita sociale. Per dire pff, uscita con otto. Per una che non studia molto ehh è figo. Poi beh la mia prof mi sta cercando perché vuole leggere le mie storie. Si okay. Certocerto. E tipo io: "Ehhhh... mmmmhh...mfkldnhsksl... no." TIPO NO.

"Eh dovresti parlarci come scrivi, Sabrina." (Ha letto il diario che ci aveva dato da fare e il testo d'esame [Una pagina di diario])

Vuole davvero che io sia una psicopatica? Mmh okay.

Splendido.

Mistake || Matteo Tiberia (Crookids)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora