Abey

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N.d.a. Buon Ferragosto! Scusatemi se ci ho messo tanto, ma purtroppo la ragazza che collaborava con me ha dovuto rinunciare per vari motivi, perciò scrivere questo capitolo è stato molto difficile: Abey e Dustan sono personaggi nuovi, per me, perciò è difficile scrivere dal loro punto di vista. Farò del mio meglio, perciò scusatemi in anticipo se non sarò in grado di renderli perfettamente!



-Juno!- chiamai sorridente, insolitamente di buon umore. Era da una settimana che non ci vedevamo e mi era mancata da morire. La mia amica, eppure, non partecipò al mio entusiasmo, cosa che mi irritò parecchio. Tanta felicità per nulla. La guardai irritata –Juno!- la scossi da una spalla e sembrò accorgersi della mia presenza soltanto in quel momento.
-Abey!- squittì, sistemando gli occhiali sul naso –Che bello vederti! Buongiorno!-
-Buongiorno un corno! Sicura di stare bene?- lanciai lo zaino sul tavolo della mensa e mi catapultai sulla panca insieme al vassoio. Ero reduce da una brutta febbre, perciò mia madre aveva insistito perché riposassi un po' di più e tornassi a scuola per l'ora di pranzo. Ah, tipico dei medici! Fosse stato per me e mio padre avrei potuto continuare a frequentare anche con la temperatura a quaranta. Noi si che eravamo veri uomini. Juno non rispose alla mia domanda, così, per la centesima volta, urlai: -Juno!-
Che la mia migliore amica vivesse nel mondo dei sogni era perfettamente normale, ma se non altro le parole base le diceva sempre: buongiorno, ciao, bene, grazie, scusa. Scosse la testa e fece per parlarmi quando, di colpo, il nostro tavolo venne invaso. Quattro fustacchioni ci circondarono, tutti muniti di vassoi pieni di cibo, urla da scimpanzé, modi bruschi e culi perfetti.
-Dustan, Noah, Gaston e Blaine?- gracchiò Juno a occhi spalancati, rischiando di affogarsi con la mela.-Perché siete qua?- domandò, probabilmente sperando che Quin non fosse nei paraggi.
-Noah?- sbottai, lanciandogli uno sguardo che pretendeva urgenti spiegazioni. Lui, seduto davanti a Juno, alzò le spalle e le grattò amichevolmente la testa per salutarla.
-Io non ne so niente.- borbottò masticando un toast. Il solito lavativo. Juno, che ormai era ovvio avesse una cotta per Noah, si riprese dal trauma che potevano provocare i Fantastici Quattro tutti insieme e intavolò con lui una conversazione sull'astrofisica. Allora decisi di indagare da un'altra parte.
-Scusa.- picchiettai la spalla di Dustan, che stava messaggiando –E' opera tua?- Quel ragazzo mi irritava un sacco, un po' perché mi piaceva da morire, un po' perché si era seduto fra me e Juno facendosi spazio a colpi di sedere.
-Non guardarmi così, anche per me è imbarazzante il fatto che mezza scuola ci stia fissando.- si mise sulle difensive, lanciando il telefono sul tavolo. –E' per Juno che lo faccio, sia chiaro.-
-E' per quella storia dell'incubo con Adam Miller?- Annuì, cupo, e tirò un sorso di succo facendo un rumore insopportabile –Ma è tutto vero?-
-Non ne ho idea, oggi andrò a vedere i vecchi annuari insieme a lei, così mi dirà se la foto coincide con il ragazzo che ha incontrato.-
-E lei cos'ha? Sembra fuori dal mondo più del solito.-
-Lo abbiamo notato tutti.- Bisbigliò, controllando che non ci sentisse –L'altra sera, per farla dormire, sono stato costretto a mettere il materasso a terra, accanto al suo, così che mi avesse più vicino. Mia madre insiste persino per portarla dallo psicologo, secondo lei è stress.-
-E tu cosa le hai detto?- trattenni a stento una risata. Quella storia iniziava a creare equivoci su equivoci. Juno non era stressata, Juno era spaventata!
-Ho dato la colpa a Noah. Le piace, ha scoperto che è fidanzato e ci è rimasta male.-
-Non tanto lontano dalla realtà.- notai ridacchiando. Probabilmente l'unico a non averlo ancora capito era Noah stesso, che per quanto riguardava l'amore era sveglio quanto un morto. Se soltanto si fosse reso conto di quanto lei lo rendesse allegro e spensierato... invece no, perdeva tempo partecipando a stupide feste universitarie solo per accontentare Careen 'Cara' Montgomery. Ok che aveva una quinta di seno, passi anche per i capelli rosso fuoco e gli occhi verdi, ma la mia migliore amica era carinissima.
-Non mi va di lasciarla sola.- spiegò Dustan, alzando le spalle, ma poi si corresse –Non mi va di lasciarvi sole.- Ci misi un po' a realizzare e a entrare in iperventilazione.
-Eh?- la forchetta mi cadde di mano.
-Cosa c'è?- borbottò, distogliendo lo sguardo –Stai attenta anche tu, stupida.-
Maledizione, Hunt, anni di allenamento per non arrossire mandati a quel paese da una frase. Mi girai talmente di scatto che il collo cominciò a farmi male. Calmati Abey Hill, pensai, non sei sexy, vesti come un maschio e non fai neanche tanto ridere, perciò è inutile innervosirsi così tanto: lui non ti vorrà mai.
-Ehi, nana da giardino!- Noah allungò il braccio per afferrarmi la mano, rovesciando parecchie bottigliette d'acqua.
-Cosa vuoi, stambecco?-
-Allora ci vieni o no?- Lo guardai esterrefatta, chiedendomi quale piega avessero preso gli eventi durante il mio caos interiore.
-Dove?-
-A casa di Blaine, questo fine settimana. E' una festicciola fra noi, e siccome ci sarà anche la sua ragazza, voi potreste farle compagnia.-
-Ah, si, cert...- mi bloccai. Un momento. Da quando Blaine ci invitava a casa sua? Da quando partecipavamo alle feste dei Fantastici Quattro? Volsi la testa in direzione di Juno. Stava allegramente conversando con Gaston. Ma cosa...
-Quindi, cioè, aspetta: il risultato diventa corretto solo scambiando il più con il meno?- Gaston fissava ad occhi spalancati il suo quaderno.
-Si, guarda, così!- Juno lo prese, cambiò il segno e, dopo un rapidissimo calcolo, segnò il risultato. –Visto?- sorrise raggiante.
-Tu sei un genio!-
-Gaston, sei tu che sei un idiota.- Borbottò Blaine, guardando distrattamente ciò che stavano combinando.
-Blaine, non ti intromettere, sei fidanzato seriamente!- lo accusò l'altro, come se fosse un peccato mortale, e si rivolse di nuovo alla mia migliore amica: –Parliamo di me e te, Juno: quando sei libera?-
-Ehi!- saltò su' Dustan, allontanando Juno con la mano. –Lei non è in piazza!-
-E' una ragazza seria!- continuò Noah.
-Non come quelle che cerchi tu!- fece Blaine. Gaston, massacrato da tutti quei commenti, finse di asciugare una lacrima.
-Mi dispiace Juno, il nostro amore ha troppi ostacoli.-
-Il primo temo sia il tuo cervello.- borbottai, poi mi resi conto che tutto il tavolo mi stava fissando. –No, cioè...- ma a quel punto scoppiarono tutti a ridere e mi rilassai. Quei ragazzi erano più simpatici del previsto. Voltai distrattamente lo sguardo verso il tavolo accanto al nostro; Quin e le sue scagnozze mangiavano in religioso silenzio, guardandoci.
La mia giornata scolastica si concluse in bellezza: Dustan e Noah ci proposero di tornare a casa insieme, ufficialmente, senza nasconderci agli occhi dell'intera scuola. Finalmente iniziavano a capire che non avevamo la scabbia.
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I have a nightmare (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora